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Anna Jencek

Saffosonie (Cantando liriche di Saffo)

Possiamo considerare Saffo, autrice di splendide liriche d’amore e introspezione, la prima cantautrice della storia? La risposta di Anna Jencek – in risposta ad una piccola “provocazione” in merito da parte di Stefano Bollani - è decisamente affermativa. La poetessa greca, nata nel VII secolo a.C., periodo in cui i cantori (i cosiddetti aedi) erano di sesso maschile e narravano storie cruente e drammatiche di guerre e di conflitti accesi da dei ed eroi, mise al centro della propria attenzione la profondità del cuore umano, esprimendo le emozioni più intime e descrivendole nelle loro molteplici sfaccettature.  Ora i suoi componimenti, nella pregevole traduzione di Salvatore Quasimodo, hanno preso forma in un album, Saffosonie, in cui Jencek, cantante, attrice e musicista, è autrice e interprete.  

Le liriche di Saffo, al di là di convenzioni letterarie che pure contengono, sono quasi sempre espressione di sentimenti autentici: ella, infatti, era direttrice e insegnante di un tiaso, una sorta di collegio in cui veniva impartita a giovani donne di famiglia nobile un’educazione incentrata sui valori che la società aristocratica richiedeva loro, ovvero delicatezza, grazia, capacità di sedurre, abilità nel canto, raffinata eleganza. In qualità di docente, Saffo sviluppava un forte attaccamento verso le proprie allieve e l’iniziazione all’amore coniugale attraverso quello omosessuale era parte integrante della sua relazione con le discenti. Le ragazze, quando lasciavano il tiaso, erano destinate a diventare mogli e madri sottoposte all’autorità maschile: questo rendeva ancora più intenso il legame con la maestra e difficile la separazione, che rappresentava la fine della fanciullezza e della libertà. Tutto questo mondo, delicato e complesso, prese forma in una prolifica produzione poetica della quale, però, sono sopravvissuti solo frammenti. La figura della poetessa, circondata da un alone di mistero, ha in seguito ispirato numerose leggende, come quella dell’amore infelice per il battelliere Faone, ed ha suscitato l’interesse di molti artisti che a lei hanno dedicato opere e componimenti: pensiamo all’Ultimo canto di Saffo di Giacomo Leopardi, ai numerosi dipinti, ma anche a canzoni come Il cielo capovolto di Roberto Vecchioni e La raccolta di Angelo Branduardi.

Non è la prima volta che Anna Jencek si cimenta con gli immortali versi della scrittrice di Lesbo. Molti anni fa, infatti, durante un recital teatrale di Alessandro Quasimodo dedicato alle opere del padre, ella interpretò, accompagnandosi con la chitarra, alcune liriche della poetessa greca, nella traduzione dello stesso Salvatore Quasimodo. L’artista, inoltre, nella sua carriera – agli esordi della quale ha scritto canzoni con Herbert Pagani, da lei definito autentico poeta – ha spesso trasposto in musica, nei suoi lavori, versi di autori come Shakespeare, Goethe, Neruda e Pavese.

Per questo nuovo progetto artistico la cantautrice ha collaborato con Flavio Minardo, il quale ha composto, sulle melodie da lei ideate, le basi per la costruzione dell'edificio sonoro e ne ha suggerito anche il titolo. Il direttore d’orchestra Dario Toffolon ha poi donato coerenza e unità al lavoro, arricchendolo di citazioni musicali e letterarie. Sua, inoltre, è la musica di Saffosonia 1, l’incipit che raccoglie tutti i titoli delle liriche, configurandosi come una sorta di indice. Qui il parlato in italiano e greco antico, percussioni, archi e i rumori distanti di un temporale introducono l’ascoltatore nell’universo sonoro e letterario del concept.

Il secondo e l’ultimo brano si basano sui medesimi canto e armonie, “quasi a chiudere il cerchio magico che la poesia intesse intorno allo svolgersi della vita e del suo destino”, come ha commentato la stessa Jencek. Ciascuna delle tracce racchiude al proprio interno più frammenti poetici, associati per l’affinità delle emozioni che trasmettono. Le voci raddoppiate, come echi, si incrociano e si rincorrono, con effetti altamente suggestivi; talvolta timbri maschili e femminili dialogano tra loro, adagiandosi su delicati tappeti sonori punteggiati dal canto degli uccelli. Altrove il cantato si fa struggente, a voler evocare un sentimento non corrisposto e l’impossibilità di dichiararsi per timidezza o reverenziale timore. Inevitabile è poi l’appello ad Afrodite, dea dell’amore, ad implorarne clemenza, poiché la presenza dell’amata, di impetuosa bellezza, è talmente pervasiva da suscitare passione e tormento. Altra interlocutrice è la luna, muta e pallida spettatrice delle pene del cuore. Quando poi queste ultime si fanno intollerabili, come nella Saffosonia 5, si invocano Hermes e la morte per porre fine alla sofferenza e, prima di sprofondare nell’oblio, “vedere la riva d'Acheronte fiorita di loto fresca di rugiada”: l’ascoltatore così viene risucchiato in un vortice ipnotico che lo trascina, insieme alla protagonista, fino alle porte dell’Ade. Straziante poi, nella traccia 6, è l’addio tra Saffo e una delle sue alunne, in cui ancora una volta Eros e Thanatos sono inseparabili: “Vorrei veramente essere morta” - essa lasciandomi piangendo forte, mi disse - quanto ci è dato soffrire, o Saffo: contro mia voglia io devo abbandonarti". In altri episodi dell’album il dispiegarsi ampio e lento di alcuni brani rievoca invece la respirazione, componente essenziale della disciplina dello yoga, di cui la cantautrice è insegnante, mentre la presenza di suoni e voci naturali invita l’animo tormentato a placarsi, ad indulgere alla quiete e alla riflessione. Onnipresente è infatti la Natura, compagna in ogni stagione e in ogni momento della giornata, prodiga di bellezza e spesso specchio dei sentimenti umani: “la luna dai raggi rosa”, il sole, le stelle, il mare, “i campi folti d’erba”, le rose ed altre delicate piante coperte di rugiada sono correlativi oggettivi delle emozioni espresse dall’io lirico.

Nel complesso, Saffosonie è un lavoro di grande fascino, da assaporare lentamente e da ascoltare con attenzione e partecipazione, lasciandosi conquistare dal multiforme universo poetico di una poetessa unica nella sua capacità di sondare la profondità della psiche umana e di indagare inquietudini e “celesti patimenti.”

 

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In dettaglio

  • Anno: 2022
  • Durata: 38:00
  • Etichetta: Moletto Music

Elenco delle tracce

01. Saffosonia 1 - Indice
02. Saffosonia 2 - A me pare uguale agli dei
03. Saffosonia 3 - Ad Afrodite / Ho parlato in sogno
04. Saffosonia 4 - A Gongila/ Quale dolce mela/ Sulle belle chiome metti ghirlande/Ad Afttide, ricordando l’amica lontana
05. Saffosonia 5 - Plenilunio/ Sulla tenera erba appena nata/ Ad Hermes/ E di te nel tempo
06. Saffosonia 6 - Invito all’erano/Ho una bella fanciulla/Fanciullezza/Come il giacinto
07. Saffosonia 7- Quanto disperse la lucente aurora/ Muore il tenero Adone/ Vorrei veramente essere morta
08. Saffosonia 8 -Tramontata è la luna

Brani migliori

  1. Saffosonia 2
  2. Saffosonia 5
  3. Saffosonia 7

Musicisti

Anna Jencek: canto - Matteo Chiarelli, Anna Jencek: voci recitanti - Jacopo Dentice: cornamusa - Flavio Minardo: chitarra e sitar - Simone Rossetti Bazzaro: viola