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Protto

Primavera Atomica

Un EP di sole tre tracce, ma dirompente come un’esplosione nucleare: questo è Primavera Atomica, il nuovo lavoro di Protto, cantautore che ricordiamo tra i finalisti, lo scorso anno, alla diciannovesima edizione del concorso “L’Artista che non c’era”. Lasciatosi alle spalle la dissacrante ironia che caratterizzava i dischi precedenti, il musicista torinese approda ora in terra nipponica, sospeso tra il Medioevo dei samurai, il fascino enigmatico e atemporale delle geishe e la distruzione atomica, metafora di una condizione esistenziale. Il disco è infatti un trittico dedicato alla fine di un amore e alle sue scorie letali che contaminano il vivere quotidiano. Anche i videoclip delle tre canzoni costituiscono una trilogia, diretta da LOH, in cui immagini surreali e un po’ disturbanti sono il corrispettivo visuale del concept.

I riferimenti al Giappone partono dall’artwork: sulla copertina dell’EP compare un piatto composto da frammenti diversi, saldati tra loro con un legante dorato come prescrive la tradizione del “kintsugi”.  Mentre sulla copertina di Troppo a nord, il primo singolo, apparivano solo pezzi di porcellana ancora separati, come fotografati subito dopo una rottura, ora essi sono stati ricomposti e al centro dell’oggetto campeggia il volto di Nicolò, metà maschio e metà femmina, in parte guerriero e in parte “donna d’arte”, a voler rappresentare l’essenza degli altri due brani, i “gemelli” Hiroshima e Nagasaki. Confrontando le cover dei singoli, si comprende che quella dell’EP è il “sunto” di tutte e tre e che le canzoni, a loro volta, sono tesi, antitesi e sintesi di un procedimento dialettico che auspica di giungere alla ricostruzione di se stessi. Va precisato che il cantautore faceva riferimento all’idea di “primavera atomica” già due anni fa, stigmatizzando sui social il decadimento persistente e inarrestabile che caratterizzava le nostre vite, ridotte dalla pandemia all’isolamento forzato. E già nel precedente EP “Dal Vangelo secondo round”, nel brano Chernobyl, Protto aveva utilizzato la metafora della deflagrazione nucleare per descrivere la fine di un rapporto amoroso. Ora questa tematica prende forma in un concept coerente ed elaborato in musica, parole ed immagini.

L’opener del disco, Troppo a nord, tratteggia scene di vita solitaria ed una società dominata dalla freddezza di rapporti umani svuotati di significato, mentre l’io lirico cerca inutilmente rifugio sotto una coltre di coperte per trovare sollievo e conforto al proprio disagio. Algide sonorità elettroniche che rimandano agli anni Ottanta, con un arrangiamento pop venato di industrial, rivestono le liriche come un candido tessuto che rievoca il telo bianco visibile nel videoclip, sul quale cadono cocci di stoviglie, simbolo della frammentazione del sé. Nel secondo brano, Hiroshima, Protto si confronta direttamente con la causa di questo sconvolgimento esistenziale, vale a dire la fine di una relazione “tossica”, e con un gioco di parole l’io lirico si rivolge all’ex partner definendola “la mia eroina”. La donna è quindi punto di riferimento, ma anche elemento che crea dipendenza, che si insinua prepotentemente nella psiche e che scorre nelle vene del protagonista donandogli estasi, per poi farlo sprofondare nel baratro più oscuro quando viene a mancare. La metafora legata alle sostanze psicotrope ritorna con immagini di aghi e “coca e rum” in polisemie a catena, mentre il dissidio interiore veicolato dalle liriche assume le sembianze, dal punto di vista musicale, di energiche sonorità rock. Nel relativo videoclip, nell’ambito di un immaginario quasi tarantiniano, il povero Nicolò – dopo aver sezionato un pomodoro maturo, simile a un muscolo cardiaco, con un affilato coltello - è la malcapitata vittima di un macellaio un po’ sadico che lo immobilizza e gli infila una flebo in vena, mentre schizzi di sangue contaminano il biancore assoluto dell’ambiente, che è il medesimo del filmato precedente, e tazze e stoviglie continuano a volare in frantumi.

Il terzo episodio della trilogia, Nagasaki, non fa presagire una via d’uscita, dato che i due elementi della coppia sono, alla fine, “solo mali estremi in estremo Oriente”. Viene ribadita la natura conflittuale del loro legame (“Tu eri gli Stati Uniti ed io il Giappone”), si è consapevoli che non ci sarà riconciliazione (“Non esiste sutura che rimargini”) e si ritorna al simbolo delle stoviglie rotte (“sbeccando tutti i bicchieri…tra piatti già in frantumi”). Nel video, invece, il protagonista – dopo le vessazioni subite nella puntata precedente - appare a terra esanime ma poi, rialzatosi, deterge i coltelli e ripulisce pareti e pavimento. Due anonime figure femminili, biancovestite, si prendono cura di lui e alla fine lo portano via. È un timido segnale di ripresa, che ci consente di ritornare all’artwork dell’EP dal quale è partita la nostra analisi. Lo scenario, dunque, si è ricomposto, la porcellana – l’integrità dell’individuo - è stata riparata e si possiede una ricchezza maggiore di quella che caratterizzava la situazione di partenza, perché dopo un evento traumatico i segni delle ferite, colmati da una sostanza preziosa, la consapevolezza, ci renderanno migliori ed unici. Tuttavia si intuisce che lo sconvolgimento sia stato devastante e che le sue conseguenze, come elementi radioattivi, sono penetrate in profondità ed avranno effetti a lungo termine. Nella stagione primaverile di Protto, con i postumi della catastrofe e nonostante il tentativo di prenderne le distanze, tutto ciò che resta è quindi un panorama desolato e distopico.

“Primavera atomica”, in sole tre tracce, condensa spessore, originalità e un talento visionario e surreale, che si manifesta anche nelle poliedriche doti vocali, “marchio di fabbrica” dello stile del cantautore fin dai suoi esordi. Magari, in futuro, Nicolò rivestirà davvero i panni del samurai e, utilizzando le raffinate arti delle geishe, sarà in grado, con coraggio e studiata dolcezza, ma anche ricorrendo alla sua proverbiale ironia, di approdare su lidi più rassicuranti dove, in un’estate post-atomica, la natura si rigeneri rigogliosa e l’individuo ritrovi i punti di riferimento per una nuova ripartenza.

Scatti di Loh Photography

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Fabio “Cit” Chiapello
  • Anno: 2023
  • Etichetta: Moovon Label/Altafonte

Elenco delle tracce

01.Troppo a nord
02.Hiroshima
03.Nagasaki

Brani migliori