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Gaetano Liguori

La mia storia del Jazz

È da poco uscito nelle librerie, per i tipi della Jaca Book, un nuovo testo sulla musica Jazz dal titolo La mia storia del Jazz. E fin qui tutto normale. Poi leggi il nome dell’autore e comprendi che proprio di una storia del Jazz “mirata” si tratta. Ma non solo di nomi ed eventi, ma anche di vita vissuta direttamente sul palco, giù dal palco, nelle avventure in giro per il mondo e di docenza del suo autore. Gaetano Liguori, l’autore di questo testo, è un noto jazzista le cui qualità artistiche sono ben note da decenni. Un musicista atipico, presente sulle scene da oltre quarant’anni e che per quasi altrettanti ha insegnato al Conservatorio ‘Giuseppe Verdi’ di Milano. Figlio d’arte (il papà, Lino, è stato un noto ed apprezzato batterista jazz live e di studio e nel parentado si annovera anche il nome di Gegè Di Giacomo, del gruppo di Renato Carosone…), Liguori è un musicista dal carattere tranquillo ma, paradossalmente, anche irrequieto. Un musicista che ha sempre aperto i suoi orizzonti musicali, politici, esistenziali a 360 gradi cercando di imparare dalla vita quello che, poi, ha trasferito nell’arte. È stato un musicista militante (“ci sarebbe da fare un concerto in sostegno di… ok, chiamiamo Liguori…?”), un appartenente all’umanità curiosa (viaggi in Eritrea, Libano, Nicaragua, Siria, Sarawi ed altri luoghi del pianeta) per comprendere da vicino situazioni, luoghi, persone e cause che meritavano un sostegno di solidarietà. Una curiosità irrefrenabile, la sua, che, tra l’altro, lo ha portato a seguire un corso di Teologia subito dopo la pensione e che, a breve, lo condurrà alla relativa Laurea dopo avere attraversato il fiume di materie particolari quali (tra le tante) patrologia, esegesi biblica, ebraico, greco antico…

 

Questo libro nasce, dunque, dall’esperienza di un musicista che ha incontrato il suo tempo e ha cercato di comprenderlo con gli strumenti della critica e dell’esperienza e, quindi, dopo la sua autobiografia (‘Confesso che ho suonato’, Skira 2014) ed un bel libro su una delle sue massime passioni, il cinema western (‘Non sparate sul pianista’, Skira 2017), era giunto il momento di scrivere un libro che mettesse sul tavolo della “conoscenza” il suo punto di vista sul jazz. Nell’indice c’è già il senso di tutto quanto costituirà l’asse portane del testo: certamente le radici, poi gli anni della costruzione di uno stile e di un mondo artistico unico ed irripetibile e la forza rivoluzionaria portata da tutti quei grandi musicisti che hanno inventato il cool, il free l’hard jazz. Sigle che non sono citate solo per contraddistinguere generi derivativi dall’albero base nato alla fine degli anni ’10 (del secolo scorso, of course…) in aree ben definite degli Stati Uniti d’America. Un albero con le radici ben piantate nella natia Africa da cui provenivano i loro antenati e con i rami protesi nella modernità e nelle intemperie dei sommovimenti di natura sociale e politica degli anni ’60 e ’70. Perché dalle parole scritte dal jazzista Liguori si evincono le note e le vite interpretate dai grandi del jazz che, soprattutto negli anni della formazione musicale, civile e politica dell’autore, sono stati elementi di forte presenza ideale ed artistica da imitare.

 

Da sottolineare, tra le altre preziose indicazioni e storie, l’incontro con il fenomeno del free jazz Cecyl Taylor, un musicista di impronta classica che, con le sue invenzioni stilistiche, fece deflagrare “il quartier generale” del modello jazz. Nel testo sono citati e raccontati quegli artisti geniali e/o “maledetti” che hanno costituto il cuore pulsante di questo genere musicale. Artisti di big and come Louis Armstrong e Duke Ellington oppure geni purissimi quali John Coltrane, Miles Davis, Charlie Parker che hanno distillato suoni straordinari incarnando il segno del loro tempo. Con battaglie vinte oppure perse ma sempre con la consapevolezza di stare scrivendo la Storia. Se non altro quella della musica. E non solo della musica jazz. È una bella lettura ‘La mia storia del jazz’ perché oltre alla storia musicale, in parallelo, è raccontato il mood degli anni vissuti dall’autore. Non un mood nostalgico bensì ben radicato nella storia, nella vita quotidiana, nel pensiero alternativo sia musicale che politico, che sociale, che umanitario. Un mood in cui raccontano incontri, concerti, la propria visione della musica, il desiderio di essere parte attiva ed integrante di un tempo avventuroso, un tempo fatto di tanti sogni ma, anche, di tante intemperie.

Un libro che scorre veloce perché scritto in maniera non didattica ma discorsivo. Un libro che verrà riletto subito (io l’ho fatto e ho fatto bene…) per l’esigenza che nasce del capire meglio ogni passaggio chiave del percorso di Liguori ma anche più generale sul jazz. Da segnalare, al termine del testo, la discografia jazz consigliata dall’autore (con brevi recensioni di 31 album) e, inoltre, la propria discografia che consta di ben venticinque album e due DVD.

 

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In dettaglio

  • Artista: Gaetano Liguori
  • Editore: Jaca Book
  • Pagine: 220
  • Anno: 2021
  • Prezzo: 25.00 €

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