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Parole Liberate

Parole in libertà, parole come aspirazione ad una ridefinizione del proprio sé, alla ricostruzione dei propri orizzonti e delle prospettive di vita. La scrittura come veicolo di espressione, di promozione sociale, di riscatto. Queste le idee che stanno alla base di Parole liberate, iniziativa nata nel 2014 grazie all’associazione “Parole liberate: oltre il muro del carcere”, che quest’anno ha dato vita alla realizzazione un album omonimo contenente 14 brani. Grazie ad un bando emanato dal Ministero della Giustizia, il progetto propone ai detenuti la scrittura di un testo che poi diventa canzone, grazie alla collaborazione di diversi esponenti della scena musicale italiana. Le prime edizioni hanno visto la proclamazione di un vincitore ed una cerimonia a Palazzo Marino, presso il comune di Milano, alla presenza del sindaco, dell’autore del brano prescelto e di un musicista a cui ne veniva affidata l’interpretazione. La pandemia ha però impedito lo svolgimento delle due ultime edizioni, portando ad una ridefinizione del progetto stesso e affiancando al premio, appunto, la pubblicazione di un album e la sua presentazione ad un pubblico più ampio, anche al di fuori della popolazione carceraria, con una serie di appuntamenti itineranti.

Attraverso l'etichetta Baracca & Burattini sono stati contattati alcuni artisti che hanno scelto, tra le proposte dell'ultima e delle precedenti edizioni, il testo che avrebbero preferito adattare alla loro forma- canzone. Il disco è stato pubblicato dalla storica label ed agenzia di promozione di Paolo Bedini (https://www.baraccaeburattini.eu), che negli scorsi decenni si è distinta per aver scoperto nuovi talenti e aver dato visibilità a musicisti che erano stati “respinti” dal panorama musicale mainstream. Merita una citazione, inoltre, l'immagine di copertina, realizzata da Oliviero Toscani, il cui studio ha curato anche il progetto grafico del CD. Sono così presenti esponenti storici della “scuderia” di Bedini, come Ambrogio Sparagna e Yo Yo Mundi, ad aver rivestito di sonorità adeguate e ad aver interpretato i testi selezionati, al fianco di personaggi che non necessitano di presentazioni, come Andrea Chimenti, Gianni Maroccolo, Luca Faggella, Enrico Maria Papes e Petra Magoni e di personalità emergenti come NuovoNormale, Lisa Giorè, Federica Balucani ed altri.

Da questo variegato mosaico artistico è nato un album dalle sonorità eterogenee, che spaziano dal pop elettronico anni Ottanta al funk, alle suggestioni balcaniche ed al songwriting più raffinato. I testi spesso veicolano in modo diretto rabbia e frustrazione, altre volte divengono confessioni cariche di penetrante rimpianto. Ma sorprendente è la carica di energia che, da ogni parte, giunge all’ascoltatore. Tra desideri di riscatto, nostalgici ricordi, aneliti di libertà e di fuga, l’ascolto delle varie tracce è come un lungo viaggio a bordo di un’auto, lungo tortuose strade che a volte prendono direzioni inaspettate, subiscono interruzioni, comportano incidenti che lasciano cicatrici indelebili, tra brusche frenate e necessarie ripartenze.

 

Tra gli episodi più significativi – scelti a malincuore, perché tutti meriterebbero una citazione – emerge lo struggente dialogo tra il violino e le voci di Paolo Archetti Maestri e di Donatella Figus, che ne La finestra racconta di solitudine e disperazione: “poi tutto intorno rimbomba in niente, adesso sogna, sogna la mia mente, un raggio mi sfiora e mi colora, come ogni giorno, ogni giorno a quest'ora". Rievocare la persona amata è una consolazione, mentre si fantastica sulla possibilità di un futuro incontro, ne L’immagine di te, affidata all’intensa interpretazione di Andrea Chimenti: “sarò un naufrago avvolto dal mare, così sarò di fronte a te”. In Hotel Chimera la voce recitante di Petra Magoni ricorda quella di Nada e insieme alla chitarra di Finaz (qui in alto nella foto) tratteggia un lontano abbraccio, destinato a svanire nell’epilogo di un amore. La suadente vocalità di Virginio, con il solo accompagnamento di piano e violoncello in Post Scriptum, scrive poi una lettera al buio, nel tentativo di fermare l’attimo. L’organetto di Ambrogio Sparagna accompagna, invece, la “ballata senza tempo” dal sapore deandreiano Per non credere.

I quattordici brani si susseguono tra rallentamenti che consentono di contemplare paesaggi interiori, a volte desolati a volte fertili, ed adrenaliniche accelerate che ci trascinano a grande velocità lungo i percorsi dell’inquietudine, della ribellione, dell’esplosiva volontà di vivere che non si placa mai. Parole liberate è un disco emozionante, empatico, che consente all’ascoltatore uno sguardo dall’esterno, ma anche dall’interno, attraverso una piccola finestra dalle sbarre impietose che lasciano trapelare soltanto la luce indifferente del sole, una dose di aria ed una manciata di sogni.

 

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In dettaglio

  • Anno: 2022
  • Etichetta: Baracca e Burattini

Elenco delle tracce

01. Luca Faggella feat. Giorgio Baldi / Clown Fail
02. Andrea Chimenti e Gianni Maroccolo /  L'immagine di te
03. NuovoNormale / Sbagliato
04. Fabrizio Tavernelli / Sopra vivere
05. Petra Magoni e Finaz / Hotel Chimera
06. Teresa Plantamura / Il controcanto
07. Virginio / Post Scriptum
08. Lisa Giorè / Lettera al mio destino
09. Ambrogio Sparagna / Per non credere
10. Yo Yo Mundi / La finestra
11. Acquaragia Drom / Tu chi sei
12. Magicaboola Brass Band / E il pensiero vola
13.Enrico Maria Papes e Federica Balucani feat. Pape Gurioli / Frammento
14. Michael Manring e Riccardo Monopoli / Clown Fail (instrumental & acting)

Brani migliori

  1. L’immagine di te
  2. Post Scriptum
  3. La finestra