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The Crowsroads

On the ropes

C’è una testarda determinazione in questi due ragazzi, forse tipica della zona da cui provengono, la provincia di Brescia. In un mondo musicale che propone suoni sempre meno indimenticabili, che antepone il ritmo diluito e allungato al riff e all’armonia, i fratelli Matteo e Andrea Corvaglia (The Crowsroads!) non mollano di un centimetro rispetto alla loro idea folk della musica. Chiamiamolo poi folk italiano, blues, country rock, il concetto è comunque ben chiaro e definito.

Poco più che ventenni i Crowsroads continuano imperterriti a battere sempre lo stesso chiodo musicale, che qualcuno, forse distratto dal melting pot di oggi, derubrica superficialmente considerandola old music. Non è così, anzi, la freschezza con la quale questo primo album con loro canzoni inedite si impone dimostra esattamente il contrario. Dopo l’EP di esordio del 2012 con brani originali, Some Sky Inside My Pocket e dopo il primo album ufficiale composto però da cover, a parte un paio di loro canzoni (Reels del 2016), questo disco arriva sul mercato probabilmente nel momento più adatto. Diciamo questo perché, oltre ai soliti prodotti mainstream, (che stanno perdendo però “ogni giorno qualcosa”, sia in termini di vendita e di appeal) e al di là del tentativo di far entrare nel mondo pop alcuni nomi di provenienza indie (ad esempio i Pinguini Tattici Nucleari e gli Eugenio in Via Di Gioia, gli ultimi due esempi in ordine temporale) esiste un vuoto nella canzone italiana di oggi o perlomeno c’è spazio per proporre qualcosa di diverso. Parliamo di ‘canzone italiana’ anche se i Crowsroads con questo album confermano di voler puntare senza mezzi termini alla dimensione internazionale, senza alcuna frontiera. Loro però sono italiani, giovani artisti italiani, che hanno studiato dai maestri e che si pongono sulla loro scia.

Bello il titolo On the ropes, sulle corde, perché le corde sono quelle della chitarra acustica che guida il suono (grazie a Matteo Corvaglia) ma le corde sono anche il segno di quella tensione che spinge il duo bresciano a non deviare mai dal loro percorso musicale-esistenziale. On the ropes è la title track del disco, canzone di una bellezza adamantina, che seduce e agita allo stesso tempo e che dimostra quanto sia pura e diritta la loro scrittura. A impreziosire il disco ci sono tre special guests, rigorosamente stranieri: la nota e bravissima cantante inglese Sarah Jane Morris, il giovane talento portoghese Frankie Chavez e l’americano Jono Manson, ottimo musicista e produttore, spesso a fianco di grandissimi artisti americani (un nome su tutti, Springsteen) e artefice di parecchie collaborazioni italiane (l’ultima con Edoardo Bennato). L’album presenta una bella alternanza tra brani grintosi, con l’armonica di Andrea Corvaglia in grande evidenza e altri più meditativa, svelando così i due volti dei Crowsroads, l’immediatezza e la profondità. A stupire è però la scrittura delle canzoni, che denota una grande maturità, nonostante la giovane età. Difficile suggerirne qualcuna, il disco va ascoltato più volte dall’inizio alla fine, così da apprezzare le diverse sfumature di brani che intersecano ritmo e melodia, grinta e dolcezza.  Oltre alla title track e al trittico al quale partecipano gli ospiti (il blues di Seaweed e le morbide Monologue e The Gardener’s daughter), ci piace segnalare la traccia numero nove, Every time that you walk out the door, che entra di diritto nella classifica delle nostre canzoni dell’anno.

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Antonio Giovanni Lancini e Paolo Salvarani    
  • Anno: 2019
  • Durata: 46:18
  • Etichetta: Vrec Music Label

Elenco delle tracce

01. Foxes
02. Seaweed (fest. Sarah Jane Morris)
03. On the ropes
04. Monologue (feat. Frankie Chavez)
05. The gardener’s daughtrer (feat. Jono Manson)
06. Tomorrow turns the page
07. Razor wire
08. I saw you
09. Every time that you walk out the door
10. Marbles
11. Another rose in the dust
12. Ground - Heaven

Brani migliori

  1. On the ropes
  2. Monologue
  3. Every time that you walk out the door

Musicisti

Matteo Corvaglia: chitarra e voce - Andrea Corvaglia: armonica e voce - Michele ‘Poncio’ Belleri: electric guitar, dobro, acoustic guitar - Michele Bonivento: acoustic piano, Hammond B3, fender Rhodes, Wurlitzer electric piano - Andrea Gipponi: bass, double bass - Antonio Giovanni Lancini: mandolin, classical guitar, acoustic guitar, percussion programming, cajon - Stefania Martin: backing vocals - Phil Mer: drums, percussions
Special Guests: Sarah Jane Morris: vocals on “Seaweed”  - Frankie Chavez: portoguese guitar nn “Monologue” - Jono Manson: vocals on "The Gardener's Daughter”.