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Stefano Stella

Musician's blues

L’Italia e il Veneto in particolare vantano una lunga e appassionante storia blues, con alcuni grandi protagonisti: gli scomparsi Guido Toffoletti, veneziano morto nell’ormai lontano 1999, Rudy Rotta, vissuto a Verona dai 18 anni e scomparso nel 2017 e altri fedelissimi come Tolo Marton e la Morblues band del veronese Roberto Morbioli. Dietro a queste punte di diamante uno stuolo di musicisti appassionati e innamorati di questo genere senza età e senza tempo ha messo radici anche in Italia e riesce ancora oggi a conquistare un pubblico eterogeneo, grazie alla lealtà del suono e al suo impatto, artisti che ai fronzoli e agli orpelli preferiscono la sostanza.

Tra questo stuolo di indicibili bluesmen, che continua imperterrito a proporre questo sound anche alle nuove generazioni, si è inserito da parecchi anni anche il trevigiano Stefano Stella, sulla scena dai primi anni ’90 e attivo in diverse formazioni tra cui la Blues Society di Guido Toffoletti nel 1996-97. Stefano vanta anche un’esperienza ad Austin (Texas) dove si è abbeverato alle fonti del blues, confrontandosi alla pari con la scena locale. Un’intensa attività live che non gli impedisce di giungere finalmente, nel pieno della sua maturità artistica, alla pubblicazione di questo suo primo disco dal titolo emblematico, Musician’s blues. Nove tracce, in prevalenza di sua composizione (con i testi scritti dall’amico nonché grande bluesman Stefano Zabeo), da ascoltarsi tutte d’un fiato, senza soluzione di continuità. Il blues quando è di qualità ti prende e ti porta con sé, a volte ti trascina, altre volte ti culla, talvolta ti avvolge e ti seduce. Così è questo splendido album, che corona la carriera di Stefano Stella, autentico “musicista di blues”.

In questo disco c’è tutto: la forza, la dolcezza, l’abbraccio, lo sguardo nel profondo. Riff intensi, cavalcate chitarristiche, un suono caldo basato sui languori del basso di Corrado Menegon e sul ritmo avvolgente della batteria di Simone Manzato. E una voce cha accompagna, prendendoti per mano. Un album che non presenta momenti di debolezza, che va ascoltato tutto intero, magari quando il sole cala o quando l’autostrada è una linea che va verso l’orizzonte. Love is over apre il disco con una batteria profonda e morbida, Stop stop baby è punteggiata dalla chitarra, Musician’s blues è blues allo stato puro. Il classico Backdoor man all’inizio confonde con un intro che rimanda ai tempi gloriosi di Lucio Battisti, per poi incanalarsi nel classico giro blues di questo storico pezzo di Willy Dixon. Fantastica è la cover di Help the poor, bellissimo brano di C.Singleton noto nelle versioni di Eric Clapton con B.B. King e in quella di Robben Ford. La formazione del disco è il classico power trio, a cui si aggiungono qui e là tre ospiti, che lasciano tutti il segno. Così fa infatti Pia Coppe, eccellente ai back vocals e Carlo Zambon all’armonica. Nell’ultimo brano, Sitting in my kitchen, proprio Carlo Zambon introduce con la sua armonica un torrenziale e infuocato blues nel quale fa capolino anche il preciso piano in stile honky tonk di Alberto Zorzi.


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In dettaglio

  • Produzione artistica: Stefano Stella con la supervisione di  Stefano Zabeo
  • Anno: 2018
  • Durata: 46:18
  • Etichetta: Barber shop

Elenco delle tracce

01. Love is over
02. Stop stop baby
03. Musician’s blues
04. Backdoor man
05. Help the poor
06. I’m a workman
07. Lonely avenue
08. You don’t love me
09. Sitting in my kitchen

Brani migliori

  1. Stop stop baby
  2. Musician’s blues
  3. Sitting in my kitchen

Musicisti

Stefano Stella: voce, chitarre elettriche, chitarre acustiche e dobro - Corrado Menegon: sasso elettrico - Simone Manzato: batteria
Ospiti:
Pia Coppe: backing vocals (2-4-5-7) - Carlo Zambon: armonica (2-7-9) - Alberto Zorzi: piano (9)