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Domenica è il nuovo singolo di ...

  La data scelta per l’uscita di questo nuovo singolo non è una data a caso. Infatti, scegliere il 1° maggio non può che rafforzare il messaggio che il brano Domenica ...

L'Orage

L’età dell’oro

Come recitano ormai tutte le biografie, sappiamo che i L’Orage nascono ufficialmente nel 2009, ma era ormai qualche anno che un gruppo di amici si divertiva a suonare insieme, tra questi il cantautore/chitarrista Alberto Visconti e il polistrumentista  Rémy Boniface, che con il fratello Vincent Boniface (anch’egli ottimo polistrumentista), il chitarrista Matteo "Memo" Crestani, il bassista Stefano Trieste, il batterista Florian Bua e il percussionista Ricky Murray, daranno così vita ad una tra le più interessanti realtà musicali italiane.

Pubblicano quindi il loro primo album nel 2009, Come una festa, ispirato in gran parte e dedicato alla figura e all’opera del poeta francese Arthur Rimbaud. Un esordio coi fiocchi, che ha venduto la bellezza di 1000 copie in pochi mesi per arrivare, ad oggi, a superare quota 3000, cifre decisamente notevoli per un disco autoprodotto e che ci sembra giusto ricordare per dare l’idea del grande interesse ed entusiasmo che si  è creato intorno alla band fin dall’inizio.
Il secondo album, La bella estate, uscito nel 2012, ha ulteriormente incrementato il successo di critica e di pubblico, ma soprattutto ha avuto il merito di portare il loro nome (e la loro musica) fuori dai confini della Valle d’Aosta (loro regione d’origine) e del Piemonte, per farsi conoscere in Liguria, Lombardia e pian piano nel resto d’Italia. Il loro "sound" è un riuscito connubio tra la canzone d’autore italiana e francese, rock, folk e musica popolare (che pesca soprattutto dalle valli e dalle montagne che loro conoscono meglio, quelle del Gran Paradiso, del Monte Bianco, di tutto quel mondo spettacolare incastonato tra Val d'Aosta, Piemonte, Francia e Svizzera) con la band stessa che definisce la sua musica come “Rock delle Montagne”, coniando cosi un nuovo genere musicale (giusto per gli amanti delle etichette) che non si era mai sentito prima.

I testi e la voce di Alberto Visconti insieme al talento e alla versatilità  dei fratelli Vincent e Rémy Boniface, (solo loro due, insieme, suonano ben 9 strumenti differenti !!! ), sono il fulcro pulsante dei L’Orage che hanno entusiasmato anche importanti artisti come Carmen Consoli che dichiara alla stampa “Ascoltate i valdostani L’Orage, sono grandi”, per non parlare dell’interesse che ha mostrato verso il loro “suono” e la loro energia live Francesco De Gregori, uno che certo non è abituato a fare troppi complimenti “pubblici”. De Gregori ha conosciuto i L’Orage durante l’avventura (vinta sotto tutti i punti di vista) di Musicultura 2012 dove era ospite. Un feeling che scatta subito e che lo porta a spendere parole poco usuali verso “colleghi”, per di più emergenti: “Sarei curioso di lavorare con i L’Orage, sono musicisti coraggiosi e innovativi”. Anzi, a sottolineare questa sua vicinanza, accetta di farsi riarrangiare “a modo loro” brani del repertorio e poi condivide un grande concerto a Courmayeur, nel dicembre 2012, dove sullo stesso palco suoneranno per oltre due ore i L’Orage al completo con De Gregori alla voce ... Un successo di pubblico clamoroso (qui una foto del Palais stracolmo qualche minuto prima dell'inizio, con circa 1.800 paganti) che diventa per il gruppo un’iniezione di autostima impagabile (cercate su youtube il video del loro concerto - e diteci se non potrebbe essere uno spot per la MasterCard, tipo “ci sono cose che puoi comprare… ma suonare due ore con De Gregori non ha prezzo…). Un battesimo di fuoco con la grande canzone d’autore per la band, che rafforza la consapevolezza di aver intrapreso un cammino su cui vale la pena continuare: coerenza e creatività.

 

Arriviamo al 2013, e con l’uscita del nuovo disco arriva anche l’interesse di una major come la Sony, così come uno dei maggiori management italiani a gestirne il booking. Insomma, una parabola che poi è quello che tutti gli artisti emergenti vorrebbero e che i L’Orage si sono conquistati anno dopo anno, concerto dopo concerto, dove il “passaparola” tra la gente e gli addetti ai lavori ha avuto un ruolo decisivo, molto più che campagne stampa costose ed effimere che spesso ci vengono propinate ma che poi deludono “sul campo”. Chi assiste ad un loro concerto ha voglia di farlo sapere agli amici, di raccontarlo, di consigliarlo. E puntualmente lo fa.

Il titolo del terzo album è L’Età dell’Oro, un lavoro particolare, con tre anime: ci sono infatti tre nuove canzoni, un mix di brani dai loro precedenti due album e tre canzoni dal vivo, per un totale di 15 brani.
I tre nuovi brani sono la splendida e trascinante A Loreley di cui vi consigliamo la visone del video, o meglio, del cortometraggio visto che dura 9 minuti, girato negli splendidi scenari della Val Veny (https://www.youtube.com/watch?v=1YSaOvkYKN0 ), cui segue una bella versione di Il Panorama di Betlemme di Francesco De Gregori, brano contenuto nel suo album Pezzi del 2005 e, ultimo inedito, La Canzone dell’orecchino (sul sopracciglio), gradevole connubio folk-pop.

Tra i brani già presenti sui primi due dischi troviamo Come una festa, che dopo un inizio lento cambia ritmo e si scatena in un vortice tra organetto e violino che rende impossibile stare fermi e Queste ferite sono verdi, il brano che ha permesso ai L’Orage  di vincere il Primo Premio Musicultura 2012 (ma anche la Targa della Critica e il Premio alla miglior musica), con il testo del poeta Dario Voltolini. Un pezzo che si apre con il dolce suono della ghironda per poi arrivare ad un ritornello che ti entra subito nella testa, forse il loro brano migliore, certamente il più popolare, per arrivare a Le Voltigeur brano tradizionale cantato in francese, tra i suoni antichi della ghironda, folk e sperimentazione con spruzzi, ci si passi l’azzardo, quasi di velata psichedelia.

Come dicevamo sono presenti anche tre brani dal vivo, registrati al Palais di Saint-Vincent (AO) il 2 febbraio 2013, data del memorabile concerto con De Gregori dove oltre ai brani del cantautore romano i L’Orage hanno condiviso alcuni brani del loro repertorio. Parliamo della splendida versione, sinuosa ed avvolgente, di La Teoria del Veggente, la strumentale Laridè de la Princesse dove tra folk, rock e perfino progressive si creano sontuose atmosfere e infine Satura, un tradizionale rock-folk che si muove tra volteggi di violino e melodie senza tempo.

Canzoni “belle” (a volte è inutile trovare altri aggettivi, altri sinonimi, esiste la parola “bello” che identifica una cosa precisa…), trascinanti, suonate magnificamente, dove troviamo sempre un’esplosione di flauti, cornamusa, ghironda, sax, clarinetto, pronti ad appoggiarsi ad una sezione ritmica di chitarra/basso/batteria/percussioni, dando vita così ad un suono coeso e riconoscibilissimo. A queste caratteristiche così peculiari, non va certo dimenticato l’apporto che i testi riescono a dare nella resa complessiva (qui a fianco Alberto Visconti, autore di quasi tutti i testi).
Man mano che aumentano i concerti in giro per l’Italia, insieme al pubblico crescono le recensioni positive da parte dei media. “Miglior” gruppo live in circolazione? Forse questa volta l’aggettivo risulta esagerato, ma ci uniamo certamente a chi individua i L’Orage come nuovo punto di riferimento per chi vuole accostare canzone d’autore e folk. Per fortuna loro sono gente di “montagna”, artisti con i piedi ben piantati per terra e sanno bene che ad ogni concerto devono dare il massimo per riuscire a conquistare un pubblico sempre maggiore. Ma sanno anche gustarsi questo momento felice della loro carriera, perché è proprio la gente di montagna che sa bene quanto la vetta di un monte non sia il punto d’arrivo, ma bensì il vivere e godersi appieno il viaggio (comunque in salita) per raggiungerla.


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In dettaglio

  • Produzione artistica: L’Orage
  • Anno: 2013
  • Durata: 72:52
  • Etichetta: Sony Music

Elenco delle tracce

01. A Loreley

02. Il Panorama di Betlemme

03. La Canzone dell’orecchino (sul sopracciglio)

04. Come una festa

05. Giugno

06. La bella estate

07. Povero diavolo

08. Queste ferite sono verdi

09. Mi manda in aria

10. Ronnie

11. Le Voltigeur

12. E te ne andrai

13. Intro L’Orage e Francesco De Gregori

14. La Teoria del Veggente dal vivo insieme a Francesco De Gregori

15. Laridè de la Princesse (Live)

16. Satura (Live)

Brani migliori

  1. A Loreley
  2. Queste ferite sono verdi
  3. La Teoria del Veggente

Musicisti

Remy Boniface: violino, ghironda, organetto, voce  -  Vincent Boniface: organetto, flauti, sax, clarinetto, cornamusa, tastiere, voce  -  Florian Bua : batteria  -  Memo Crestani: chitarre, mandolino  -  Ricky Murray : percussioni  -  Stefano Trieste: basso  -  Alberto Visconti: voce, chitarre