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Renato Franchi and His Band

Attimi di infinito

È un musicista con una lunga carriera, Renato Franchi. Una carriera che lo ha visto protagonista di venti album tra lavori in studio, dal vivo e interventi in lavori di altri artisti. Un lungo percorso che lo ha visto spesso suonare - come si diceva una volta - per una buona causa, fosse questa una fabbrica occupata, il 25 Aprile e via raccontando…Il suo lavoro, da sempre, è orientato verso un suono folk/blues, con ampie incursioni nella canzone d’autore e il suo approccio artistico è, da sempre, contraddistinto al disinteresse verso il mainstream più commerciale, puntando decisamente su testi dal forte valore sociale e di denuncia.

Ma, ancora di più, a Franchi interessa, per ogni lavoro presentato, costruire un percorso di relazioni tra i musicisti convolti e i fruitori di quanto prodotto. Si tratta di un percorso molto semplice e naturale ma, sotto certi aspetti, anche “sofisticato” nelle intenzioni. Entrando meglio in questo nuovo album Attimi di infinito (che nasce grazie a un percorso di crowdfunding), già dal suggestivo titolo conduce l’ascoltatore ad orientare lo sguardo verso alcuni quadri metaforici che vengono trattati come una tavolozza su cui esprimere un sentimento artistico e civile al contempo.

 

Con un suono timidamente country si parte con la title track Attimi di infinito, dal testo fortemente poetico e intriso di nostalgia. Il suono del violino è come una porta aperta verso gli immaginari prati della mente e la melodia è accattivante al punto giusto, sposandosi in maniera coerente con le liriche. Segue Emily, brano dedicato alla grande poetessa inglese Emily Dickinson di cui abbiamo letto, con stupore e ammirazione, le innumerevoli poesie e gli scritti (tra l’altro pubblicati dopo la sua morte). L’apertura dell’arpa celtica di Vincenzo Zitello (nella foto più in basso con a sinistra Viky Ferrara, a destra Renato Franchi e Gianfranco D'Adda) assume le vesti di un suono paradisiaco, mentre le successive liriche tratteggiano, in maniera delicata e rispettosa, una vita vissuta in una sorta di autoreclusione dove le parole del quotidiano erano declamate dalle liriche poetiche, dalle lettere scritte e dalle riflessioni composte per i posteri nel corso della sua esistenza. Il finale è nuovamente nelle “dita” di Zitello che ricama una sorta di titolo di coda sonoro in ricordo di un gigante della poesia. È il suono della slide ad introdurre invece Apri gli occhi, per una delicata canzone d’amore con varie incursioni in immagini bucoliche e d’atmosfera. Le note del violino accarezzano le liriche che ci trascinano, con l’immaginazione, sull’aia di un cascinale per serate d’altri tempi, per altri luoghi dell’anima. Lungo la strada arriva annunciata dalle note di un pianoforte e da un suono rock folk. Le liriche sembrano scritte per un figlio/a, per chi ha ancora tanta strada davanti ai passi della propria vita. Il suono intenso e profondo avvolge le parole della canzone con particolare cura e la chitarra elettrica è parte attiva nel costruire il miglior climax del brano. L’armonica che appare nel finale è una sorta di ciliegina sulla torta di un brano che prende al primo ascolto. Violino e pianoforte ‘accendono’ Istruzioni per la vita, una canzone che pare rappresentare una sorta di indicazione per affrontare una nuova vita. Le note della fisarmonica declamano suoni intriganti, subito raggiunte da quelle del violino che giunge a chiudere il brano con immagini sonore che vanno a sottolineare, attraverso una delicata melodia, il senso delle liriche ascoltate.

A metà disco troviamo Mentre nasceva un fiore, dedicata alla vicenda di una coppia di anziani coniugi “portati via” dal covid mentre erano in una casa di riposo (dove, in teoria, avrebbero dovuto essere al sicuro…). Le liriche raccontano, in maniera poetica, del dispiacere di un figlio che assiste, impotente, alle loro vite che si spengono senza poter far loro conoscere la nipote appena nata. Anche in questa canzone è importante il suono del violino che rende malinconico l’incedere delle parole e della storia. La fisarmonica fa la sua parte con un suono di retroguardia che sostiene la musica in attesa del ritorno del violino. Canzone di lutto, certo, ma soprattutto di speranza. Ballata della pioggia e delle rose ha l’intro, sonoro e lirico, in perfetto stile Gang con il suono brillante del violino e l’incedere del ritmo che appare come la corsa, lenta ma costante, di una vecchia locomotiva. Una classica canzone di matrice popolare nella quale a metà si manifesta la presenza della voce di Marino Severini che contribuisce a disegnare una canzone che parla di lavoro, di fatica, di sogni traditi, di morte. Eppure, nonostante tutto, il canto della fisarmonica appare come un elemento di fiera voglia di resistenza…

 

E dopo sette inediti arrivano due cover. La prima è La stagione dell’amore, introdotta da un mood che ha il sapore di un tempo lontano e sfocato, il giusto climax per appoggiare il suono del pianoforte. La voce di Franchi è asciutta, scarna e, chissà, forse ammaliata dal ‘mito’ Franco Battiato che promana da questa splendida canzone che parla del tempo…senza tempo. Il violino rende il giusto suono al brano che viene porto all’ascolto in una versione sonora davvero delicata che irradia nostalgia, che trabocca di memorie, che è colma di tenerezza per il tempo andato. Se nella prima canzone dell’album è la solitudine ad essere protagonista, in Stand by me è invece “la folla”. Una folla dalla quale, però, è bene tenersi lontani. La slide riempie l’aria mentre l’incedere delle atmosfere richiamano alla memoria (di chi scrive) la figura di Claudio Lolli, un maestro per tanti cantautori con la voglia di raccontare storie quotidiane, storie interiori, storie solo per sé stessi. La figura di Lennon si staglia lontana, persa nel suono malinconico della slide che si inventa nuove storie e che ci introduce verso nuove strade…

È un disco “semplice” questo Attimi di infinito, dove la semplicità deve essere intesa come un valore e non una diminuzione. Con liriche appropriate (determinante la collaborazione con Maria Macchia) e mai enfatiche e con un suono generato da pochi ma efficaci strumenti che costruiscono, per ogni brano, l’adeguato involucro a “protezione” delle parole, così che le storie pensate prendano poi forma e sostanza. Pare, questo, un album scritto con l’urgenza di comunicare in maniera impellente una serie di stati d’animo nei confronti di un tempo iniquo che sta perdendo, giorno dopo giorno, il valore di ciò che conta realmente nella vita. 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Renato Franchi
  • Anno: 2023
  • Durata: 34:05
  • Etichetta: Latlantide

Elenco delle tracce

01. Attimi di infinito

02. Emily

03. Apri gli occhi

04. Lungo la strada

05. Istruzioni per la vita

06. Mentre nasceva un fiore

07. Ballata della pioggia e delle rose

08. La stagione dell’amore

09. Stand by me

Brani migliori

Musicisti

Testi e musiche
Renato Franchi e Maria Macchia


Musicisti

Renato Franchi: voce, chitarra, basso, armonica;
Joselito Carboni: chitarra slide;
Gianni Colombo: pianoforte, tastiere, organo Hammond;
Gianfranco D’Adda: percussioni, batteria;
Viky Ferrara: batteria;
Dan Shim Sara Galasso: violino;
Roberto Nassini: fisarmonica;


Ospiti

Roberto D’Amico: basso in #07
Marta Franchi: cori in #06 e #07
Marino Severini: voce in #07
Vincenzo Zitello: arpa celtica in #02