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Franco D'Andrea

A Light Day

All’uscita da una lunga e quanto mai fruttuosa fase creativa che l’ha portato a riguadagnare di prepotenza (per quanto il termine faccia abbastanza a pugni col suo carattere) il centro della scena jazzistica nazionale (e che noi abbiamo seguito pressoché per intero), Franco D’Andrea avvertiva l’esigenza di una ricapitolazione, una nuova ricapitolazione (la sua carriera ha superato largamente il mezzo secolo), che anche stavolta ha deciso di affrontare riabbracciando la formula più intima: il piano solo. L’aveva già fatto in passato, in particolare una quarantina d’anni fa, uscendo dalla fortunata quanto, per altri versi, combattuta (certo dibattuta) esperienza del Perigeo, anche se in quel caso si trattava di un’impresa collettiva, che se proprio a un singolo doveva far capo questo era senza dubbio Giovanni Tommaso.

Oggi le cose stanno in tutt’altro modo: D’Andrea ha ben altre sicurezze, ben altra vita musicale vissuta alle spalle, tutto ciò che allora doveva in buona parte (ri)costruirsi, per cui la nuova ricapitolazione è in realtà semplicemente un momento di raccoglimento con sé stesso, un rifiatare in vista di una nuova partenza. Franco lo fa inanellando due suite, rispettivamente intitolate al mattino (Morning Suite) e al pomeriggio (Afternoon Suite), quando presumibilmente sono state incise (il 20 settembre 2018 all’Auditorium Parco della Musica di Roma, senza pubblico), e posizionate una per cd (ecco perché, verosimilmente, i dischetti sono due, a fronte di una durata che poteva stare in un singolo cd lungo: il secondo supera di poco i 27’), suite che come sempre (o quasi) alternano materiale suo e non, in questo secondo caso riesumando per esempio una volta ancora autentici temi-totem (o coperte di Linus) del pianista meranese-milanese quali Tiger Rag e St. Louis Blues, mentre per una volta manca del tutto Monk, e un po’ la cosa sorprende, anche.

Il giustapporsi del materiale tematico, talora nato con tutta probabilità all’impronta, sotto le dita del pianista nel momento in cui queste si muovono sulla tastiera, è del resto, come sempre, assolutamente incruento (nel senso che non ci sono frizioni, e spesso neppure cesure, di sorta), come una specie di stream of consciousness, pur con alle spalle tanto lavoro di selezione mentale e autodeterminazione. Il risultato sta tutto in quest’ora e un quarto di libero scorrere di una mente musicale fertilissima, un flusso come sempre solido, rotondo, concreto. E gratificante.  

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Roberto Catucci per Parco della Musica Records
  • Anno: 2019
  • Durata: 74:55
  • Etichetta: Parco della Musica Records

Elenco delle tracce

CD 1
01. P4 + P5
02. Tiger Rag / Livery Stable Blues
03. W.T.
04. m2 + M7
05. Dancing Colours
06. Ostrich Walk
07. St. Louis Blues
08. Round B

CD2
01. m6 + M2
02. Old Tritones
03. Original Dixieland One Step
04. P. Area
05. Altalena
06. m2 + M2
07. M7 + M3

Brani migliori

  1. W.T.
  2. m2 + M7
  3. Old Tritones

Musicisti

Franco D’Andrea: pianoforte