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Canzoni&Parole - Festival di musica italiana ...

  di Annalisa Belluco  ‘Canzoni & Parole’ il festival della canzone d’autore italiana organizzato dall’Associazione Musica Italiana Paris che ha esordito nel 2022 è pronto a riaccendere le luci della terza ...

Ghittoni Stefano

Milano Off 1980 – 198X

Milano, 1980-1985. Città capoluogo/metropoli con le sue contraddizioni. Uno specifico calendario economico-finanziario utilizzato per “vetrinare” un tanto al chilo e dove spesso c’è l’agire forfettario. No, non è un luogo illusionista ma piuttosto effimero e goloso di repentini cambiamenti. Si porta sul groppone diverse “fatiche”: sa di essere “tangentata” da mò, deve fare i conti con le morti da overdose da eroina, si trova immischiata nel canale 5 berlusconiano, declama uno “strano terziario che s’avanza”, si limita ad annotare le fabbriche che chiudono, scommette sulle vendite più che sui luoghi di produzione. E così cambia le sue ore di punta. E’ un involucro dal lungo reverbero. Attrae e respinge. Scuole private dove si impara la lingua inglese, muretti periferici, notturni e sovraffollati anche nelle stagioni invernali. Il Muro di Berlino non è ancora caduto e le ideologie tutto sommato tengono. Musicalmente, si assiste ai titoli di coda degli autoriduttori ai concerti, i live che dall’essere all’aperto si concentrano sempre più nei rock-club alle prime armi. Dici 80 ma sai che arrivano qualche mese prima.

Al Palalido, il 23 novembre ’79, il Centro sociale Santa Marta, organizza la kermesse “Rock & Metropoli. Rabbia e comportamenti giovanili degli anni ’80”, in cui sono annunciati Gaznevada, Kaos Rock, Revolver, Skiantos, Sorella Maldestra, Take Four Doses, Windopen, X-Rated. E a seguire, c’è pure l’azzardo di presentare una Lista Rock alle elezioni Comunali (Jo Squillo & Co.). Ma le urne sentenziano un flop clamoroso. Tant’è: riprendono ad arrivare le rockstar internazionali. Il Top è il concerto di Bob Marley & The Wailers allo Stadio di San Siro. Sul palco, prima di loro, Pino Daniele, Average White Band, Roberto Ciotti.

Quella che mette in risalto l’autore/assemblatore Stefano Ghittoni (musicista, produttore, dj ed ideatore della seguitissima trasmissione “Comizi d’amore” su Radio Popolare) è una scena alla ricerca di nuovi immaginari da mettere in pratica. È fin troppo severo con sé stesso nella scelta del sottotitolo del libro: “racconto imperfetto di una città invisibile”. Perché pur non raggiungendo numeri da capogiro, quella scena a cui ridà luce (e che è oltre la musica) ebbe un buon seguito e in continuo crescendo. Materia che si espande: inediti approcci culturali, contaminazioni. Molto lo si deve all’ala creativa del Movimento ’77 che seppe abolire più steccati.

E così fior di musicisti realizzano colonne sonore per film immaginari, per rappresentazioni teatrali, per ambienti, vanno sottobraccio con designer, stilisti, scrittori, fumettisti. Ottenendo così uno sfavillante agit-prop in cui si sperimenta, si balla, ci sono tracce di rossetto (post) punk e si è perennemente alla ricerca di nuovi spazi. Utilizzare, frequentare, aggregarsi. L’arma vincente è l’agire trasversale. Un bel giro, insomma: Un nuovo modo di vivere la socialità, feste tra edonismo, controcultura e nuovi comportamenti (…) soprattutto ci si muove e ci si incontra all’interno della città, nascono i primi punti di ritrovo, come la fiera di Senigallia, all’epoca nei dintorni di corso Porta Ticinese, oppure New Kary, un negozio di dischi in via Torino, più tardi il Concordia, bar alternativo di corso Genova e le colonne di San Lorenzo. E molto altro: l’Odissea 2001 dove si sgambetta sulla nuova onda e c’è una programmazione concertistica che ha fatto scuola, il Plastic (con il buttadentro), la tavernetta del Sì o Sì, una casa in via Correggio 18 che fu “trifase”. Occupata nel ’75 da proletari, vide tra le sue mura l’esperienza del Vidicon e poi quella del Virus. Quest’ultima una realtà anarco-punk capace di far convergere migliaia di giovani da tutta Europa e che non disdegnò affatto la lotta strettamente politica. Il Viridis “fuori porta”, l’Helter Skelter, il Plastic, il cinema Porpora.

Volume corale, con molte immagini in bianco e nero e dal sapore retro-futurista. Una trentina di interventi di protagonisti e testimoni di quel periodo. Tra questi quelli di Maurizio Turchet, artista visivo (Realizzai un film su Biancaneve, di cui esistono pochi fotogrammi super-8 da un matrimonio), Raffaella Riva e Patrizia Di Malta del Gruppo Italiano (Al Plastic era come entrare in un utero di Cronenberg che avviluppava la mente (…) Mi piaceva l’atteggiamento ribelle e provocatorio del punk), Claudio Belforti, cofondatore del Vidicon (Ricordo con chiarezza ciò che scatenò l’insorgenza del mio pessimismo cronico fu un discorso di Margaret Thatcher), Ivan Cattaneo (Al Pierlombardo con Demetrio Stratos, Lino Capra Vaccina e Paolo Ciarchi tutti a cantare: naturalmente gratis e per il solo gusto di farlo!), Nicola Guiducci del Plastic (Dovrei dir tanto di persone incredibili), Fred Ventura, ex State Of Art ed esponente dell’italo-disco (Una colonna sonora che mi ha scaldato la vita, che nel bene e nel male mi ha aiutato a vivere e accettare i momenti difficili), Marina Spada, regista (Concerto di Nico all’Odissea 2001, tra gli ultimi della sua vita, e quello degli Spandau Ballet che i punk presenti in massa coprono di sputi), Giacomo Spazio dei 2+2=5 e grafico (L’esperienza della rivista “Vinile” nacque mentre lavoravo per Stampa Alternativa e dopo avere conosciuto Marcello Braghini, persona che tutt’ora amo e che ha insegnato a me, e indirettamente chissà a quante altre persone, la capacità di essere disponibile verso gli altri), Clara Lux, batterista delle Clito (Nel ’78 si presentò in sala prove la Jo Squillo. Ci disse che Fellini aveva sentito delle Clito e ci stava cercando per il suo nuovo film “Città delle donne”), Tiberio Longoni dei 198X (Non sopportavamo quelli che nelle canzoni dicono come stanno e come dovrebbero essere le cose, quelli che non mancano mai di dirti da che parte stare, spiegandoti il perché), Massimo Giacon, designer, illustratore e musicista (Con la CGD avevo appuntamento per un manifesto realizzato per il tour di Beppe Starnazza e I Vortici. Era la band di Roberto Freak Antoni, dopo che aveva abbandonato gli Skiantos).

Sfaccettature ed attitudini diverse, ma che in modo lucido seppero fare propria l’arte degli incontri. E sull’onda emotiva, tutti accomunati da un’unica parola d’ordine: innovazione.

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In dettaglio

  • Artista: Ghittoni Stefano
  • Editore: Milieu Edizioni
  • Pagine: 237
  • Anno: 2022
  • Prezzo: 22.00 €

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