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Laura Rizzo

Il cielo in una stanza

Ho avuto un punto di vista privilegiato da dove guardare nascere questo libro, dedicato alla celebre canzone di Gino Paoli, scritto da Laura Rizzo. Nei lunghi giorni di quarantena, l'amicizia che mi lega alla sua autrice si è rinsaldata grazie a citazioni musicali, aneddoti, ricette e ovviamente la voglia di nascondere anche solo per qualche minuto l'ansia per ciò che stava succedendo sotto un tappeto fatto di note, pareti e alberi infiniti. Gli occhiali che di solito risaltano nell'iconografia di Paoli, li ho indossati mentre un argomento non propriamente nelle mie corde, come il cantautore genovese, diventava via via più interessante grazie alla passione di chi ne stava celebrando la canzone più famosa.

Passione che è la chiave di lettura principale di questo libro, nonché la cifra stilistica di Laura, passione per la musica italiana e per un periodo storico probabilmente irripetibile, che nelle pagine di questo libro però rivive e si fa conoscere anche a chi lo ha sempre ignorato.

Detto della mia poca imparzialità, il libro è sicuramente un documento importante, scritto per informare senza essere noioso ed allo stesso tempo per raccontare un'emozione senza scadere nell'agiografia. Dall'incontro con Paoli, in un assolato sabato invernale, l'autrice traccia un ritratto pieno di amore per i protagonisti del periodo e per tutto il contesto culturale da cui è scaturito; ecco quindi che la narrazione alterna note di cronaca a momenti musicali, facendoci apprezzare l'arrivo di Paoli nello strano mondo della musica leggera. Arrivo che avvenne quasi controvoglia, come fosse un diversivo, in attesa di iniziare la sua vera carriera dei sogni, quella di pittore.

Se Gino Paoli è il protagonista del libro, la chiave di volta e il lasciapassare per l'eternità alla sua canzone lo regala una ragazzona disinibita, che senza volerlo scardina ben più di un soffitto viola e rivoluziona l'idea stessa della donna, in special modo nel mondo della musica. Come per un altro ligure celebre, Mina prende la carriera di Gino Paoli e la fa esplodere, con l'irruenza e la gioia che metteva nel cantare, già dai tempi delle superiori. Come con La Canzone di Marinella, Mina “inventa” il “cantautore Gino Paoli” come inventò De André; il mondo ha avuto un avvocato e un pittore in meno, ma ha ricevuto in cambio tonnellate di poesia di cui una donna di mare come l'autrice non poteva che innamorarsi, arrivando nella portuale Genova. La svolta artistica permette dunque a Paoli di ritagliarsi, da 60 anni, un posto nell'Olimpo della musica italiana, con una canzone che lui stesso racconta a Laura, svelando retroscena che danno al testo un'ampiezza ed una profondità impossibili da non apprezzare.

Traspare chiaramente l'emozione di Laura mentre ascolta questa storia direttamente dal suo protagonista, rendendo le pagine una lunga e sincera dichiarazione d'amore. Al lettore la curiosità di entrare in quel labirinto di porfido e salsedine che si chiama Centro Storico di Genova, per respirare a pieni polmoni l'atmosfera di peccato, creatività e innocenza che ha ispirato tutta una generazione di poeti.

Il volume, arricchito dalla prefazione di Gianfranco Reverberi, testimone e complice di quell'epoca, si fa leggere con estremo piacere e riporta sotto la luce dei riflettori una scena musicale che andrebbe valorizzata a dovere, con la stessa passione con cui Laura ha imbevuto ogni singola parola del testo in questione.

 

 

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In dettaglio

  • Artista: Laura Rizzo
  • Editore: Gm Press
  • Pagine: 128
  • Anno: 2020
  • Prezzo: 9.90 €

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