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Grazia Di Michele e Giovanni Nuti

Cantare Luigi Tenco e Dalida: una storia d'amore

Sul finire dello scorso anno è uscito Una storia d’amore, album nel quale Grazia Di Michele, indimenticabile autrice di Le ragazze di Gaugin o Gli amori impossibili (quest’ultimo con Rossana Casale), solo per citare due successi e Giovanni Nuti - poliedrico artista toscano con una buona carriera personale ma noto in particolare per i suoi lavori con Milva e soprattutto Alda Merini - attingono dal repertorio di Luigi Tenco e Dalida, straordinari artisti ma anche artefici di una delle storie d’amore più intense e tragiche della canzone italiana. Abbiamo raggiunto i due artisti per farci raccontare come nasce questo progetto (il disco è uscito per la NAR International di Mario Limongelli) che avrà un proseguo anche live. In parallelo, ovviamente ci sono impegni e percorsi autonomi che proseguono, perché entrambi sono due artisti mai domi, sempre alla ricerca della bellezza da assaporare per poterla poi condividere. Grazia, ad esempio, ci ha parlato del suo debutto teatrale al Teatro Off di Roma a inizio maggio, di una direzione artistica nel concorso a sfondo sociale ‘Tulipani di seta nera’ (sez. videoclip) e di un’imminente uscita di un album speciale dove interpreta in chiave jazz i brani che più ha amato. Riguardo Nuti, invece, la notizia è che proprio ieri, mercoledì 14 marzo, su Rai1 è andato in onda un film su Alda Merini dal titolo ‘Folle d’amore’, la cui sigla finale è Lirica antica, brano musicato e cantato da Giovanni su una splendida poesia della Merini. Insomma, due artisti in piena attività che ci mettono passione e dedizione in ogni progetto che li vede coinvolti.   
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Ciao Grazia, ciao Giovanni, come è nata questa collaborazione e come mai avete pensato a Tenco e Dalida, la cui storia intensa e tragica appare per alcuni aspetti ancora misteriosa e capace di generare interesse ed emozione?
Grazia: L’idea di questo progetto è stata di Giovanni Nuti che mi ha coinvolto ed io con entusiasmo ho accettato di fare questo omaggio sia a Tenco sia a Dalida. È stata sua anche l’idea di invertire in un certo senso i ruoli, far cantare ed interpretare a me i brani di Tenco e a lui quelli di Dalida. Questo senza sapere che Tenco è stata una figura fondamentale per la mia formazione artistica.  Due figure straordinarie, ed è quello che sto cercando di trasmettere ai ragazzi, specialmente alle nuove generazioni di cantautori.
Giovanni: io e Grazia ci siamo conosciuti nel 2017 quando uscì il doppio album “Il muro degli angeli”, che contiene 29 duetti con altrettanti artisti che mi affiancarono per cantare insieme i versi di Alda Merini. Tra di loro c'era anche Grazia Di Michele, che cantò con me il brano Le donne dell'est. Quando ci incontrammo in quella occasione, ebbi l'idea di proporle di realizzare insieme un album dedicato a Luigi Tenco e Dalida, scambiandoci come in uno specchio i ruoli. Io avrei interpretato le canzoni di Dalida e lei quelle di Tenco, perché sarebbe stato meno scontato e più originale. Grazia ne fu subito entusiasta perché, cosa che non potevo sapere, Luigi Tenco era sempre stato uno dei suoi modelli e dei suoi ispiratori. Io da parte mia ho sempre ammirato Dalida per le sue qualità canore ma soprattutto per quel suo modo così intenso di "vivere" le canzoni che interpretava, mostrando tutte le sue emozioni, la sua forza e la sua fragilità. 

 

Che metodo di lavoro avete utilizzato per realizzare questo album?
Grazia: è stato tutto abbastanza semplice. Abbiamo scelto dal repertorio dei due grandi artisti le canzoni che ci erano più vicine, che sentivamo più importanti per questo progetto, anche se ce ne sono tantissime che abbiamo dovuto lasciare indietro, pur essendo dei brani bellissimi, meravigliosi.  D’altra parte eravamo partiti con l’idea di fare un album di dodici brani, diventati poi, 13,14,15, 16…non riuscivamo più a fermarci. Abbiamo cercato di fare arrangiare da José Orlando Luciano i brani con quella discrezione e con quella semplicità che meritano a volte le parole per essere dette e raccontate. Lui ha fatto un lavoro splendido in questo senso. 
Giovanni: abbiamo privilegiato le canzoni dei loro rispettivi repertori che potessero non solo essere significative della loro carriera, ma anche descrivere quella che, tra di loro, è stata "una storia d'amore" vera, non come hanno detto alcuni una semplice montatura dei loro discografici per portarli a Sanremo. Io naturalmente ho scelto, per quel che mi riguarda, le canzoni di Dalida che trovavo più interessanti e capaci di descrivere la varietà delle sue emozioni di interprete e che fossero naturalmente anche vicine alla mia sensibilità.

 

Avendo riascoltato più volte il loro repertorio, quali solo le canzoni di Tenco e di Dalida che vi hanno toccato in maniera particolare?
Grazia: Io nel repertorio di Tenco ho preso alcune perle, solo alcune, quelle che avevo imparato a suonare alla chitarra quando iniziai a strimpellare lo strumento. Da Mi sono innamorato di te a Vedrai vedrai a Lontano lontano ad Angela.
Giovanni: Dalida aveva una grande personalità, anche il glamour di una diva internazionale, con un repertorio ricchissimo di splendide canzoni. Mi piacciono tantissimi suoi brani, ma soprattutto anche il modo tutto suo di "darsi" completamente nelle canzoni che cantava, senza paura di mostrare anche le sue fragilità, le sue malinconie e, nell'ultima parte della sua carriera, anche i suoi dolori. Ho amato tantissimo Bang bang, 18 anni e, per la sua cruda e disperata 'verità', Per non vivere soli, ma anche canzoni piene di energia come Darla dirladada e Laissez-moi danser (brano di Toto Cotugno tradotto e poi interpretato da Dalida), nel cui studio di registrazione – il Bach Studio di Milano - abbiamo realizzato l'album.

Pubblicando questo disco oggi immagino ci sia la convinzione da parte vostra che Tenco e Dalida, che appartengono ad un mondo musicale molto diverso da quello odierno, possano dare ancora molto alla canzone italiana…
Grazia: se ha senso oggi?  Assolutamente sì! Innanzitutto perché le canzoni di Tenco e Dalida sono canzoni immortali, non hanno tempo e non hanno mode da seguire. Non hanno seguito mode, non tendono a perdersi come succede a volte con un certo tipo di musica o di canzoni che hanno meno impatto emotivo e meno forza melodica. Per quanto riguarda le nuove generazioni è importante come dicevo prima che conoscano un po’ le radici del cantautorato italiano ascoltando Tenco, oppure la bellezza delle canzoni che ha cantato Dalida, perché credo che anche oggi, nella formazione di un ragazzo che inizia a scrivere, così come accadeva a me quando iniziai a comporre canzoni, è sempre importante confrontarsi e avere dei punti di riferimento importanti.
Giovanni: sì, sono profondamente convinto che Tenco abbia rivoluzionato il modo di scrivere e parlare d'amore usando nelle sue canzoni un linguaggio semplice, quasi quotidiano, per raccontare i sentimenti in modo non banale. L'amore con lui non fa rima solo con cuore, è anche noia, crudeltà, dolore, fatica di vivere. Per questo le sue canzoni, con melodie straordinarie, sono ancora attualissime. Ma non solo. Penso che abbia molto da insegnare alle generazioni di giovani artisti anche per la sua coerenza, il suo coraggio di trattare temi poco accetti per i discografici e il pubblico di allora come l'anti-militarismo, l'immigrazione, il perbenismo. È stato un artista "puro" che ha sempre scelto la verità, con grande integrità morale, senza mai venir meno alle proprie convinzioni e accettare troppi compromessi. Anche Dalida è un esempio a mio avviso per le nuove generazioni di cantanti, perché ha mostrato come si possa "crescere" come artista, essere capace di costruirsi un repertorio adatto alle proprie doti di interprete scegliendo brani che esprimessero sempre di più le sue emozioni e i suoi sentimenti. Dalida "viveva" nelle canzoni che interpretava, per questo arriva al pubblico in modo così diretto e così profondo.

 

La scelta di fare un album di canzoni di Tenco e Dalida fa sì a mio avviso che in questo caso non di debba parlare di un album di cover ma di una importante operazione culturale, voi cosa ne pensate?
Grazia: concordo, è un’operazione culturale. Quando si ascolta un testo scritto con poesia, con maestria e quando si ascoltano come dicevo prima delle canzoni che hanno un costrutto melodico così bello, così semplice, così intenso e quando tutto questo lo si riporta all’attualità e lo si riporta all’attenzione continuamente si fa un’operazione culturale, in un mondo in cui la musica segue dei ritmi, segue delle strade, delle traiettorie completamente diverse da quelle nelle quali sono nati questi due grandi artisti. È musica eterna ed è giusto che continui a ripresentarsi quando e come è possibile, anche in un contesto culturale non in linea con le nuove tendenze della moda musicale.
Giovanni: quando si decide di rifarsi a dei "classici" - come lo sono i repertori di Tenco e di Dalida - non è mai un'operazione neutra. Vogliamo chiamarla un'operazione "culturale", chiamiamola pure così. È certo comunque che abbiamo realizzato questo album perché sia Grazia che io siamo profondamente convinti dell'attualità di questi grandissimi artisti. E se il modo in cui l'abbiamo fatto è lontano dal modo di fare musica oggi, lo rivendichiamo, perché forse ci siamo persi qualcosa e bisognerebbe tornare alla sostanza e, soprattutto, ritrovare l'intensità e la verità di quei grandi autori e interpreti.

Dopo la data di presentazione live allo Spirit de Milan (una serata riuscitissima ed emozionante, qui sotto un momento della loro esibizione), ci sarà un seguito, magari un tour?
Grazia: certo, abbiamo deciso di partire con uno spettacolo. È lo spettacolo di questo disco ma è lo spettacolo di questa storia d’amore tra teatro e musica, con dei musicisti eccezionali al seguito che sono poi quelli che hanno suonato nel disco insieme a José Orlando Luciano che lo ha arrangiato. Ci sono dei testi molto belli scritti da Paolo Recalcati e Roberto Cardia che racconteranno una sorta di lettera scritta tra Tenco e Dalida.
Giovanni: oltre a quello che ha già detto Grazia vorrei dire che lo spettacolo, nato e ispirato da questo album "Una storia d'amore", ha una drammaturgia, un filo rosso che unisce i brani, per raccontare le emozioni di Luigi e Yolanda/Dalida, un uomo e una donna, dietro le canzoni. Io e Grazia vogliamo ridare loro voce, prima di tutto attraverso le loro canzoni, ma anche con le parole, quelle che si sono dette e quelle che non si sono potute dire, attraverso alcune lettere vere e immaginarie che Tenco e Dalida si scambiano in un dialogo che non si era interrotto neppure dopo la scomparsa di Luigi.

 

Ci dite qualcosa in più sui due inediti, davvero riusciti, presenti nel disco?
Grazia: devo dire che sono nati con una grande facilità, forse perché io e Giovanni ci siamo immersi in questa storia artistica e d’amore e quindi abbiamo scritto sia Per la cruna di un ago sia Piccole e grandi cose di te (clicca qui per ascoltare il brano), a quattro mani, io ho scritto il testo e Giovanni la musica, immaginando di stare un po’ dentro questa storia e scrivere delle emozioni e delle sensazioni dei due grandi artisti. Con molta attenzione però perché entrare nella vita sentimentale e artistica di chiunque è un’operazione delicatissima.
Giovanni: sono nati con grande gioia e facilità, segno secondo me della grande sintonia e condivisione che io e Grazia abbiamo e di quanto profondamente ci siamo immedesimati nella vicenda umana e artistica di Tenco e Dalida, senza nulla presumere o azzardare e sempre con attenzione e grande rispetto, naturalmente.

Parallelamente all’uscita e alla promozione di questo disco insieme, quali sono i vostri impegni che vi vedranno attivi singolarmente nei prossimi mesi?
Grazia: sicuramente faremo ancora la promozione di questo lavoro insieme, però poi abbiamo anche delle vite separate per quanto riguarda i nostri impegni. Io avrò un debutto teatrale il 7-8-9 Maggio al Teatro Off di Roma, in via Giulia, con Patrick Rossi Gastaldi e sarò in scena per raccontare ‘Il fascino indiscreto dell’ipocrisia’, tratto da un mio libro di racconti che si chiama ‘Rose, principi e serpenti’. Poi è partita la nuova edizione di ‘Tulipani di seta nera’ che è un concorso rivolto al sociale in cui io sono Direttrice Artistica della sezione Social Clip, quindi di tutti quei video che affrontano argomenti sociali, e ce ne sono tanti in questo momento. Poi sta per uscire una compilation di 50 brani di grandissimi autori e cantautori che ho interpretato in chiave jazz, con il trio di Paolo Di Sabatino e con il trio di Massimo Faraò, che sono i brani che fanno parte della mia vita. Questo lavoro uscirà a breve sulle piattaforme e successivamente in fisico. Ho anche preso la Direzione Artistica di un meraviglioso evento musicale, però non potrò parlarne fino a che non si farà, tra pochissimo, la conferenza stampa. È questo un progetto al quale ho già iniziato da tempo a lavorare. Diciamo che questi sono gli impegni più imminenti.

Giovanni: Proprio in questi giorni Rai1 ha trasmesso ‘Folle d'amore - Alda Merini’, per la regia di Roberto Faenza con protagoniste Laura Morante, Rosa Diletta Rossi e Sofia D’Elia che interpretano il ruolo della poetessa nelle diverse fasi della sua vita. Io ho scritto e interpretato Lirica antica, la canzone originale che chiude il film, che è stata arrangiata e orchestrata da Adriano Pennino e uscirà su tutte le piattaforme da venerdì 15 marzo (NdR: una nota di merito anche ai quattro musicisti che hanno suonato nel brano, Simone Rossetti Bazzaro (violino primo), Davide Santi (violino secondo), Marco Varisco (viola), Francesco Gliozzi (violoncello).  La mia collaborazione artistica con Alda Merini è stato un viaggio straordinario che ha abbracciato ben sedici anni di pura ispirazione e condivisione creativa. Ora questa esperienza viene coronata con la partecipazione alla colonna sonora di ‘Folle d'amore’, per la quale ho avuto il privilegio di musicare una delle poesie più belle di Alda. Ringrazio Roberto Faenza e i produttori per avermi affidato questa responsabilità artistica di cui sono molto felice e onorato.

 

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