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Vanessa Tagliabue Yorke

We like it hot

Questo lavoro discografico nasce dall'intenzione di esplorare il linguaggio e i contenuti della musica che nei secondi anni Venti del Novecento risuonava a New York grazie a orchestre come quella di Paul Whiteman, Jean Goldkette e soprattutto appositamente riunite per accompagnare Annette Hanshaw”. Così scrive Vanessa Tagliabue Yorke nel booklet del cd We like it hot, inciso dal vivo ormai oltre due anni fa, quindi prima che la cantante veronese spiccasse il volo anche oltre il firmamento jazzistico, che l’ha inizialmente ospitata (sempre con una bella trasversalità, peraltro), in particolare grazie ai suoi vari passaggi dal Premio Tenco.

Ma chi era Annette Hanshaw (newyorchese, 1901/1985)? Ricorriamo ancora a quanto scrive Vanessa: “Annette aveva un timbro caldo, morbido e una grande attitudine allo swing. Era una musicista estremamente umile, e timida, non amava comparire in pubblico e preferiva divertirsi nelle jam session con i suoi amici piuttosto che incidere o fare stressanti tour attraverso l'America del Nord”.Quegli amici, per la cronaca, erano Eddie Lang, Joe Venuti, Benny Goodman, Jack Teagarden, i fratelli Dorsey, Red Nichols e compagnia suonante. Tutto ciò fino al sorprendente ritiro dalle scene nel 1935. “Questa imprevedibile interruzione – prosegue Vanessa – ha sortito l'effetto di cristallizzare un feeling e un senso musicale che appartiene solo a quell'epoca e che però non cessa di stupirmi e di trasmettermi una sorta di vitalità e novità. Annette per me è il simbolo di una femminilità nobile, elegante, pulita, di una creatività che in qualche modo rifiuta lo spettacolo, forse consapevole di quanto sia difficile mantenere un rigore morale e spirituale passando attraverso queste luci abbaglianti”.

I dodici brani scelti per questo concerto, svoltosi a Levico Terme (TN) il 26 dicembre 2014, tratteggiano i contorni di un repertorio curato ed elegante, che Vanessa affronta in buona sostanza in duo col pianoforte di Paolo Birro, sempre impeccabile, non senza periodiche “interferenze” da parte del clarinetto di Francesco Bearzatti, preziosissimo ospite (anche se catalogarlo come tale è in fondo inesatto) della serata, e, in sottordine (come quantità), del trombone di Mauro Ottolini, compagno d’arte e di vita della cantante, il quale ha avuto certo parola in capitolo nel progetto.

C’è una levità, una leggerezza, nel trattare la materia, che ci dice una volta di più quanto Vanessa Tagliabue Yorke sappia attraversare territori fra loro anche molto lontani (almeno in apparenza) con identica credibilità, dall’alto di una vocalità “facile”, nel senso di naturale, potente ma mai esibita, o peggio forzata, esattamente come una fuoriserie che sa raggiungere velocità anche molto elevate senza mai strafare. Una vocalità assolutamente calibrata, che proprio in forza di un ampio spettro sonoro (anche in termini di puro gusto) sa sempre evitare i clichés tipici delle jazzsingers più pomposamente calate nel loro ruolo.

Bearzatti è l’interlocutore (laddove Birro è l’indispensabile sostegno) ideale della voce, cui dà il cambio di quando in quando (frequenti anche gli assoli pianistici, del resto) conservandone l’aplomb, al limite inserendo qualche utilissimo elemento dialettico, appena lievemente dicotomico. Ottolini, quando decide di dire la sua, fa risuonare il suo bofonchiante trombone (per lo più sordinato) come un colore in più, capace di dotare di ulteriore rotondità e pienezza il tutto.

Un disco, in buona sostanza, che i jazzofili potranno magari anche apprezzare maggiormente (perché il terreno è quello), ma che la vocalità “universale” di Vanessa saprà rendere familiare anche a coloro che amano il canto al di là di steccati o contenitori di varia natura.


Foto di Alberto Bazzurro (Vanessa, Bearzatti, Ottolini) e Tommaso Rosa (Birro).

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Vanessa Tagliabue Yorke & Stefano Amerio
  • Anno: 2017
  • Durata: 64:37
  • Etichetta: Artesuono

Elenco delle tracce

01. Moon Song (Sam Coslow, Arthur Johnston)
02. Am I Blue  (Harry Akst)
03. Little White Lies (Walter Donaldson)
04. Don't Take That Black Bottom Away  (Coslow, Britt, Link)
05. If You Want the Rainbow [You Must Have the Rain] (Levant, Rose, Dixon)
06. Lover Come Back to Me (Romberg, Hammerstein)
07. We Just Couldn't Say Goodbye (Harry Woods)
08. Black Bottom (Ray Henderson, Lew Brown)
09. You're the Cream in My Coffee (Brown, Desylva)
10. Ain't He Sweet (Ager, Yellen)
11. Body and Soul (Heyman, Sour)
12.  Get Out and Get Under the Moon (Shay, Tobias)

Brani migliori

  1. Little White Lies
  2. If You Want the Rainbow
  3. Black Bottom

Musicisti

Vanessa Tagliabue Yorke: voce  -  Paolo Birro: pianoforte  -  Francesco Bearzatti: clarinetto  -  Mauro Ottolini: trombone