The Spoiled Tree, l'ultima fatica del chitarrista siciliano Francesco Guaiana, somiglia alla serie di Cattedrali di Rouen di Monet, studi dello stesso soggetto in varie condizioni di luce, e di emozione. Come Monet, anche Guaiana sceglie la Francia, e in particolare Parigi come luogo d'elezione, come incubatrice di nuova vita. Accompagnato dal basso di Luca Bianco e dalla batteria di Ruggero Rotolo, Francesco Guaiana prende ispirazione da un particolare albero spoglio, la costante del suo eremo parigino, per intessere otto affreschi urbani-emozionali, che ibridano il jazz in punta di chitarra a suggestioni classiche, prog-rock, elettriche e vaghissimi sapori pop.

Apre il disco, Altalena, un arpeggiato l'evocazione di malinconie necessarie, di foglie cadute e risate; Gare de l'Est si spalanca da ritmiche rhythm'n'bass e basso prog, ad alternare i flashback e i flashforward di un treno in fuga verso altre destinazioni. The Bridge pesa di un definitivo e ridicolo destino, scandito dai colpi di un contrabbasso poderoso. Appunti di viaggio si perde in distanze e suggestioni imprevedibili con un tocco quasi madrigalesco di chitarra. Canalyze calca sull'irruenza dei tempi dispari, a descrivere arterie e flussi di una città tentacolare, che si espande orizzontalmente e lateralmente da bassi e chitarre dagli effetti finto-elettronici. Reunion evoca con il contrabbasso l'inarrestabile appuntamento di un destino che ci riabbraccia, una nostalgia bucolicamente evocata da una sorta di Bourée chitarrista. The Spoiled Tree è l'emblema del cambiamento lento, del ripartire da zero e ricostruirsi, fare la muta alla propria vita. Classidra evoca speranze inquiete, inseguite fino alla fine del tempo, ma irrisolte da un finale tranchant.

C’è perizia ed emozione in questo album, c’è il talento di intelaiare partiture complesse ma leggibili, porte all’orecchio con una patina di ruvido e di calore - di vivo. The Spoiled Tree è un disco prezioso, che riplasma le emozioni e le fa vibrare sulle stesse frequenze della sua musica.

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