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Stella Maris

Stella Maris

Un forziere di eclettica poesia miscelata con refoli di narrazione crepuscolare indotta, nelle trame , dalla bolina degli Smiths. Non è un sogno evanescente ma una compiuta realtà, messa in atto dall'intreccio di una cinquina di fior di nomi, a cominciare da Umberto Maria Giardini, con i quattro alleati (Ugo Cappadonia, Gianluca Bartolo, Paolo Narduzzo ed Emanuele Alosi) a completare il gioco di prestigio generato con l'omonimo debut-album Stella Maris

L'ex- Moltheni, con questa prova, rende ancor più Nutriente i...Giardini della musica che conta, che esalta, che vibra, che sa rialzare l'asticella quando il panorama sembra appiattito da produzioni approssimative e scadenti.  La decina sonora di Stella Maris denota  un dolce retrogusto malinconico, benché i tessuti narrativi fan sempre capolino su algide ma sfavillanti bellezze e la vocalità di Umberto è soavità uditiva e rimorchio giulivo di eteree fantasie, come si addice ai grandi songwriters. In questo scrigno musicale, la serratura resta aperta verso affollamenti di pensieri notturni come l'anelare la soluzione di desideri irrisolti, in una sequenza di fitti andirivieni mentali, equilibrati da una fluida armonia che ammalia in pregiati stilemi pop. Per cominciare, L'umanità ridotta è una bella sferzata d'energia, sostenuta da oscure chitarre rock mentre Rifletti e rimandi viaggia con andazzo brioso e dondolante mantenendo una metrica piuttosto lineare. Invece, l'intro di Piango pietre rimanda a quello Blondie di Call me per poi sviluppare una propria identità con maggiore severità esecutiva. Si gustano  pregevoli chitarre dreamy in Coglierti sul fatto, che supportano l'intensità di un pezzo alquanto dinamico. I racconti di Giardini non ostentano mai di arrendevolezza ma, semmai, una lodevole resistenza contro le traversie della vita e le abrasioni relazionali. Quando i toni si fanno più intimistici e morbidi con Eleonora no e Non importa quando si gode in eteree riflessioni che sfavillano bagliori di panorami distanti ed opportunità sfuggite di mano. La lunga closing-track Se non sai più cosa mangi, come puoi sapere cosa piangi" è la ceralacca ideale per sigillare una prova (e una band)  che supera l'esame a pieni voti con seducente affabilità e vigorosa fragilità narrativa. Decisamente, buona la prima!

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In dettaglio

  • Anno: 2018
  • Durata: 40:51
  • Etichetta: La Tempesta Dischi / Khalisa Dischi

Elenco delle tracce

01. L'umanità indotta
02. Rifletti e rimandi
03. Piango pietre
04. Quella primavera silenziosa
05. Coglierti nel fatto
06. Eleonora no
07. Non importa quando
08. Quando un amore muore non ci sono colpe
09. Tutti i tuoi cenni
10. Se non sai più cosa mangi come puoi sapere cosa piangi?

Brani migliori

  1. Acme
  2. Problema sociale
  3. Nel buio

Musicisti

Umberto Maria Giardini: voce  -  Ugo Cappadonia: chitarre acustiche, elettriche  -  Gianluca Bartolo: chitarre acustiche, elettriche  -  Paolo Narduzzo: basso  -  Emanuele Alosi: batteria, percussioni