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Mirkoeilcane

Secondo me

L’hanno cantata in tanti Roma, da Gabriella Ferri, a Franco Califano, da Mannarino a Claudio Baglioni, e Renato Zero, Lando Fiorini, Nino Manfredi, Stefano Rosso, Antonello Venditti, i Matia Bazar, i più recenti Colle der Fomento e il Muro del Canto, e più in là con i ricordi Claudio Villa, Giorgio Onorato, Alvaro Amici. Scanzonate, disperate, arrabbiate ma pur sempre canzoni innamorate. Che sia stato coi colori accesi e l’amara leggerezza degli stornelli, o con i chiaro-scuro di tempi più bui e malandati, chi ha vissuto la città eterna e ha scelto l’arte dello scrivere canzoni come vita, non è riuscito mai a non mettere in musica quella intima e faticosa diatriba di amore-odio che lo legava alla città. 

Perciò voglio cominciare Da qui, dall’ottava traccia di Secondo me, nuovo disco di Mirkoeilcane, brano che si inserisce in quell’immaginaria stanza dalle pareti affrescate dove stanno raccolte tutte le parole e i fotogrammi usati nei decenni per raccontarla la mia città, e lo fa in maniera assolutamente personale. È un brano talmente lucido da essere spietato, disilluso fino al midollo, realistico, pessimista, cupo e scuro, velato di tristezza. Come se un grande occhio la osservasse dall’alto, chè solo allontanandosi dalle cose si sa lo sguardo può abbracciare davvero, e tutto diventasse chiaro: i ladri, le chiese, i palazzi, le strade, gli angoli più bui. Presa a piccoli respiri, che farne uno unico a racchiudere tutto sarebbe forse troppo faticoso da trattenere. Ne esce una canzone d’amore, in definitiva, un amore di quelli disastrati da cui non sai andare via, che t’hanno incastrato anima, cuore e nervi, che poi pure annà lontano, ma tanto ce ritorni.

«Io te saluto me tocca annà via / tocca scappà da st’inferno / nun te la prenne co’ me Roma mia / chè tanto è qui che ritorno»

Mirkoeilcane cammina dentro la strada cantautorale romana della miglior specie, con tutti e due i piedi, voce, chitarra e sorriso sornione; quella che ha in Simone Cristicchi e forse ancora di più in Daniele Silvestri le radici fondanti dell'ultima generazione. Quella capace di unire senza forzature la canzone ironica e un po’ paracula (passatemi il termine) a quella di respiro sociale o alla ballad d’amore senza sembrare mai stonata o fuori luogo, e soprattutto banale. Nel secondo album del cantautore romano queste tre anime si alternano più volte (da Se ne riparla a settembre, a Ventuno righe, a Domani Valentina), ma l’atmosfera che nasce da questo loro movimento interno tra le tracce è unica, convincente, condivisibile, e accogliente. Non c’è un fil rouge se non quello della realistica e veritiera quotidianità di un qualunque ragazzo di trent’anni, che vive il mondo odierno e prova a raccontarne le contraddizioni, i malanni e, in parte, la bellezza. La bellezza, come in Beatrice, terza traccia dell’album e piccolo gioiello di scrittura. Di una semplicità quasi disarmante, un incontro a due voci (la parte femminile è di Ilaria De Rosa) sedute ad uno stesso tavolino di un bar, pochi dettagli per raccontare ciascuno dei protagonisti ma talmente evocativi da lasciar la mente viaggiare profondamente negli incastri delle loro vite, «non so parlare di me/ mi piace dormire e ascoltare De André».

Da qui e Beatrice sono solo due delle undici tracce dell’album ma, insieme a Stiamo tutti bene (brano di Sanremo 2018) e Per fortuna (brano con cui Mirko ha vinto Musicultura 2017) possono facilmente essere presi e posizionati ai quattro angoli di questo quadro che è Secondo me; bellissimo da osservare nel complesso e nei dettagli, convincente al primo ascolto, ottimo per un viaggio in macchina, ottimo da suonare con gli amici e una chitarra, ottimo per un momento solitario in un angolo della casa con un buono stereo…insomma, ottimo.  

 

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Steve Lyon
  • Anno: 2018
  • Etichetta: Fenix Entertainment

Elenco delle tracce

01.  Epurestestate
02.  Se ne parla a settembre
03.  Beatrice
04.  Stiamo tutti bene
05.  Per fortuna
06.  So’ cantautore
07.  Domani Valentina
08.  Da qui
09.  Gusti
10.  Ventuno righe
11. Sulle spalle di Maria 

 

Brani migliori

  1. Da qui
  2. Beatrice
  3. Stiamo tutti bene

Musicisti

Mirko Mancini: voci e chitarre  -  Domenico Labanca: tastiere e piano  -  Alessandro “Duccio” Luccioli: batteria e percussioni  -  Francesco Luzzio: basso elettrico e contrabbasso