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Mauro Ottolini

Sea Shell – Musica per conchiglie

Sea Shell – ci racconta Mauro Ottolini – mescola i suoni naturali del mare, del vento, delle cicale, delle pietre sonanti di Pinuccio Sciola, le lattine raccolte abbandonate sulla spiaggia, i giocattoli sonori, gli strumenti aborigeni e quelli artigianali sardi in armonia perfetta con le percussioni, le voci delle balene o il rumore dei detriti marini calpestati”. Il chiodo (o il seme, se preferite) nella testa del trombonista veronese l’ha piantato inizialmente uno dei più illustri colleghi (trombonisti) del pianeta, Steve Turre, che dalle conchiglie (caso non proprio isolato, del resto) ha saputo trarre nel tempo suoni ancestrali e fascinosi, facendo musica ma anche fiaba, suono e malia.


Ottolini ha iniziato così da un bel po’ a raccogliere conchiglie, ripararle e trasformarle in modo da cavarci fuori i suoni desiderati. Le ha usate ripetutamente in concerto, in progetti suoi e non, e ora ha deciso di centrarvi un intero album, la cui singolarità non crediamo sia necessario sottolineare. Il titolo, nello stile ironico proprio del musicista veronese, riecheggia foneticamente le celebri isole (Seychelles – Sea Shell) meta di vacanzieri di ogni dove, introducendoci idealmente nel clima gioioso/giocoso/aromatico dell’album, costruito su brani tutti a firma di Ottolini (in alcuni casi in coabitazione) a parte La Madonna delle conchiglie, proveniente da “Marinai profeti e balene” di quel Vinicio Capossela che, nel nome dell’antico sodalizio (Ottolini ha fatto parte del suo gruppo per diversi anni), la ricanta per l’occasione, ovviamente sopra un tappeto “orchestrale” decisamente altro rispetto a quello originario (dove le conchiglie di Ottolini, peraltro, già comparivano).

Il resto spazia da episodi in cui le shells del titolo la fanno da padrone, ad altri (di fatto la maggioranza) in cui le stesse si sposano con qualunque altro tipo di “suppellettile” sonoro, comprese le voci di Vincenzo Vasi, altro storico sodale (se ce n’è uno) del Vinicio nazionale, Gavino Murgia (che si sbizzarrisce anche altrimenti), Vanessa Tagliabue Yorke, come sempre collaboratrice quanto mai preziosa di Ottolini, qui impegnata in prima persona (anche come autrice) nonché, nel conclusivo What Can I Do For Mother Earth, nella direzione del singolare coro di voci bianche definito, sempre nel segno del clima di cui si diceva, Le Zucchine.

C’è divertimento e gradevolezza, suggestione e amabilità. Facilità, anche, e commestibilità. Sappiamo quanto Mauro Ottolini ami fare ciò che gli piace, senza preoccuparsi troppo di aderire a una data immagine, che magari si era costruito a inizio carriera e da tempo sta – per così dire – sbertucciando. Gli piace sperimentare pelli nuove, con un taglio, un marchio, peraltro ormai riconoscibilissimo. Come dargli torto?   

Foto di Alberto Martinelli (Ottolini) e Alberto Bazzurro (Capossela, Tagliabue).

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Mauro Ottolini & Maurilio Balzanelli                                  
  • Anno: 2019
  • Durata: 48:26
  • Etichetta: Azzurra Music

Elenco delle tracce

01. Coral Dirge
02. Voi siete qui
03. La Madonna delle conchiglie
04. Plastic Island
05. Bainzu
06. La reina de las conchas
07. Hermit Crab
08. Black Tide
09. Prelude palude
10. Deep Water Horizon
11. Nomadi rabdomanti
12. Gurundgi Gadu
13. What Can I Do For Mother Earth

 

 

Brani migliori

  1. La Madonna delle conchiglie
  2. Hermit Crab
  3. Nomadi rabdomanti

Musicisti

Mauro Ottolini: conchiglie, loop, fischietti, strumenti artigianali sardi, campanelli, acqua - Vinicio Capossela: voce in 03 - Vanessa Tagliabue Yorke: voce, direzione coro - Vincenzo Vasi: voce, giocattoli sonori, oggetti vari - Gavino Murgia: voce, percussioni, oggetti vari - Rhys Waite: voce, didgeridoo, rombo di tuono - Maurilio Balzanelli: percussioni, strumenti ad acqua - Le Zucchine: coro voci bianche