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Erica Boschiero

Respira

A volte per capire la bellezza di un album, piuttosto che dire cos’è, è più utile capire cosa non è: Respira di Erica Boschiero non è una serie di canzoni che si adagiano sul solito ritmo stantio che il pop mainstream sta sfornando come un muro del non-suono in un oceano di proposte che non riescono ad emergere per il potere del marketing incontrastato; non è una serie di frasi che vorresti sentirti dire come rivendicazione verso un mondo che non ti comprende; non è una farsa da salotto per mostrare il volto intellettuale di un artista che non ha più niente da dire; non è il prodotto del machismo che si maschera da femminismo da 8 marzo. In una sola frase: questo album non è un servo del potere, ma è lo specchio di una persona.

La voce di Erica Boschiero ci porta innanzitutto dentro un mondo per nulla scontato, fatto di un sound riconoscibile eppure variato nelle sue singole realizzazioni. Lei ha qualcosa da dire e ogni volta lo dice in maniera diversa, pur mantenendo imperturbato il proprio stile, o sarebbe meglio dire la propria poetica. Se proprio dobbiamo inserirlo nella compagine culturale del nostro secolo, non dobbiamo cercare solo nella musica, ma anche nella poesia: sembra un prodotto uscito dalla poetica di Dario Bellezza che si fa canzone, eppure non cede del tutto al ritornello; e d’altronde l’incipit di Ascolta, con la sua presa per niente ammiccante, ha i suoi diretti antecedenti nella poetica montaliana, in quei limoni che invitavano alla ricerca di qualcosa di prezioso nella vita quotidiana, così complessa a chi la sa leggere da tutti i suoi punti di vista.

È direttamente in Un’ostrica e una perla che si percepisce questa ricerca della preziosità; ma contemporaneamente di una coscienza che non vuole lasciarsi vivere, come nell’immagine del pino che, se potesse muoversi, non si lascerebbe tagliare dalla scure. Viene da chiedersi: perché a volte ci facciamo distruggere? Ci lasciamo distruggere perché è più facile scomparire che vivere, più facile lasciarsi vivere che attivare il nostro cervello e metterlo in relazione al cuore, quello con cui si cerca il contatto in ogni modo come nel brano d’apertura Ascolta.

Non tutto è facile da comprendere nell’album, eppure queste parole parlano direttamente alla nostra anima, così da non suscitare tanto l’intuizione, ma l’empatia. Si chiude per esempio con un brano enigmatico, E resta il grano, di cui sembra difficile dare una spiegazione; e dopo tutto la parafrasi è la morte della poesia. Un finale con un ospite d’eccezione come Neri Marcoré serve a suggellare un lavoro che si inserisce come un nuovo passo in una carriera di un’artista che ha ancora tanto da raccontarci. E noi siamo qui, pronti ad ascoltare; nel frattempo respiriamo.

Foto di Paolo Soriani

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In dettaglio

  • Anno: 2021
  • Durata: 38:06
  • Etichetta: Squilibri Editore

Elenco delle tracce

01. Ascolta

02. La memoria dell’acqua

03. Un’ostrica e una perla

04. Albero maestro

05. Monamur

06. Sale

07. La città della gioia

08. Per sempre proteggo

09. Respira

10. E resta il grano

 

Brani migliori

  1. Ascolta
  2. Un’ostrica e una perla
  3. E resta il grano