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Fabio Santini

Il primo giorno d'autunno

Il primo giorno d'autunno segna per Tutti un Tempo, un passaggio verso una stagione di raccolta e di otium; per Fabio Santini è il proprio Natale biografico, il giorno in cui nel 1986 è venuto alla luce e, quasi trent'anni dopo, ha dato forma al suo sogno “più che altro il desiderio (…) di diventare da grande un cantastorie” (Jim e Jimi). Fabio è nato a Carpi (Modena), con la sua band in ambito rock-a-billy ha girato le piazze e i locali del Nostro Paese, approdando in solitaria sul palco dello stadio dell'Ara di Bologna nel Concerto per l'Emilia dopo il terremoto del 2012 e poi su quello del talent show televisivo X-Factor 7 (2013) nella squadra capitanata da Elio. Due anni dopo era nel cast fisso di Domenica In e nel mese di marzo di questo anno, ormai giunto al termine (2016), ha pubblicato il suo primo album d'esordio Il primo giorno d'autunno.

Su un fondo rosso schizzato d'inchiostro, il volto diviso tra luce e ombra, il mezzo busto a torso nudo di Fabio ci comunica forse, come in una poesia scritta da Shel Silverstein, che la sua ombra si è ristretta, giungendo il momento di dare forma al suo cuore, a quanto aveva da sempre in mente:  “testo, musica e parole”(Jim e Jimi). Il nostro Tempo, nel suo definirsi “era digitale”, tutto connette, moltiplica e trasforma, ingloba consentendo a molti di avere i propri 15 minuti di celebrità. Il concetto stesso di “mito” nell'epoca contemporanea è, in prospettiva, da ridefinirsi aprendo una riflessione niente affatto sterile. Nel suo primo album il nostro autore percorre un'altra via: dalla propria wunderkammer, per noi, ci indica le sue origini musicali con il ciuffo a banana alla Elvis Presley, il volto con gli occhiali che rimanda ai suoi riferimenti conterranei Samuele Bersani e Lucio Dalla di cui propone la versione di Tu non mi basti mai.

La forma canzone di Santini ha una struttura molto semplice, con strofa e ritornello, e l'album nei contenuti, attingendo al  vissuto personale dell'artista, riflette in alcune canzoni lo stato d'animo di una generazione di trentenni molto preoccupati dal quotidiano, di come mettere insieme il pranzo con la cena rispetto alla propria necessità d'indipendenza, di potersi realizzare professionalmente e come tutto questo possa incidere nella costruzione ed equilibrio di un rapporto di coppia (Senza un lavoro fisso). Resta sopra questo tempo di crisi lo spiccare il volo verso la quiete dell'attenzione per le piccole cose, il cercare tranquilli angoli del mondo e luoghi conosciuti dell'anima in cui rifugiarsi (Un sarto).

Un album in equilibrio tra tradizione e ricerca di una propria via da percorrere: “il talento non s'improvvisa e le capacità non s'inventano”(Un uomo qualunque). Fabio Santini è solido nella propria esperienza di musicista che si è confrontato con il pubblico delle piazze, dei locali e di una televisione che non sappiamo se è davvero alla ricerca di talenti o di soddisfare quella fame di novità, di ricerca dell'eccentrico o dell'effetto che essa stessa ha generato. Gli arrangiamenti molto lineari, chitarre acustiche ed elettriche a dettare la linea, sostenute ritmicamente da basso, batteria, pianoforte e tastiere, lasciano maggiore spazio alla cura per la scrittura e alle diverse possibilità vocali ed espressive di Fabio. Al termine dell'ascolto possiamo provare un senso di nostalgia per quella Scuola cantautorale degli anni '60 o istituire inutili paragoni con la Scuola romana di Niccolò Fabi e Daniele Silvestri o avvertire una possibilità nel pop d'autore di Scuola bolognese che crede in melodie che rimangano nell'orecchio, nella testa e si lascino cantare da chi le ascolta: fosse davvero questa “la volta buona” per una rinascita della canzone popolare commerciale, ma di qualità? Fabio Santini, nel progressivo maturare della sua proposta musicale, si fa interprete di quel desiderio di cambiamento che è oggi dominante nel sentire diffuso nella società italiana, ma lo fa a proprio modo tentando “quella paura di andare lontano da quello che... Lui / senza ambizioni, senza nulla in più”.

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Riccardo Parravicini
  • Anno: 2016
  • Durata: 47:09
  • Etichetta: Cinico Disincanto

Elenco delle tracce

01. Jim e Jimi
02. La forma del tuo cuore
03. Cannibalove
04. Senza vento né aquiloni
05. Sogno di un ba
06. Stella all'orizzonte
07. Qui
08. Un sarto
09. Senza un lavoro fisso
10. Un uomo qualunque
11. Tu non mi basti mai (L. Dalla)

 

 

Brani migliori

  1. Sogno di un bar
  2. Stella all'orizzonte
  3. Stella all'orizzonte

Musicisti

Fabio Santini: voce  - Massimiliano Frignani: chitarre - Alex Class: bassi - Lele Borghi: batterie e percussioni  - Massimiliano Gallesi: tastiere