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Francesca Incudine

Iettavuci

La Sicilia è terra di forti contrasti, di paesaggi e sentimenti estremi che incredibilmente convivono, combattono, si mescolano e rendono quest’isola unica e di incomparabile bellezza. Non poteva essere che così anche nella musica: infatti, qui ci troviamo al crocevia di suoni, voci e parole che vanno a costituire uno dei poli più interessanti della world music mediterranea. In questo crogiuolo emozionale nasce, si forma e cresce l’arte di Francesca Incudine, giovane cantautrice di Enna che in questi ultimi anni sta bruciando le tappe a suon di riconoscimenti al suo talento (Premio Parodi, L’Artista che non c’era, targa Muovi la Musica).



Premi e consensi fanno sì che questo lucido e scintillante potenziale, se saprà muoversi per strade maestre e con i tempi giusti, senza farsi tentare da facili e scontate scorciatoie, potrà diventare la Teresa De Sio dei giorni nostri.

Francesca è dotata di una voce duttile e cristallina che regala piacevolezza ad ogni ascolto, sa comporre con il piglio di una veterana, le sue canzoni stupiscono per maturità di scrittura, sobrietà ed eleganza degli arrangiamenti. Le sue storie affondano a piene mani nelle storie d’amore, quelle dei contrasti appunto, delicate, sognanti, dolorose e malate.
Iettavuci è un disco che ammalia canzone dopo canzone, possiede la varietà necessaria per non ripetersi, limite e caratteristica di certo folk di maniera; inoltre vi troviamo sottili, quasi impercettibili, concessioni a musica di maggiore fruibilità, chiamiamola pop o leggera, tutto però impostato con gusto estremo, modalità che rende ancora più fruibile l’album orientandosi verso un pubblico più vasto. Il dialetto è comprensibile in quanto non antico e stretto ma è giunto a noi ammansito sotto il passare del tempo, e comunque le traduzioni a fronte sono reperibili sul sito ufficiale.

L’ensemble dei musicisti, sotto la sapiente conduzione del direttore artistico Mario Incudine, illustre fratello e compagno artistico di Francesca, riempie di suoni eleganti e nel contempo essenziali tutte le canzoni tra le quali è davvero difficile fare una graduatoria di merito poiché tutte sono peculiari, alcune entrano sottopelle sin dal primo ascolto come le frizzanti Curri e Iettavuci oppure la malinconica Cori stunatu. Deliziose Posidonia, che ti accompagna sui fondali marini appannaggio dell’alga più diffusa, e Luna tributo al pianeta degli innamorati, mentre il contrasto esce prepotente soprattutto in Mi metto o suli, scritta da Mario e che forse è la più bella canzone sulla violenza contro le donne scritta dai tempi di Mimì.

Insomma un album di debutto compendioso a cui, forse, un non sufficiente passa parola ha impedito di entrare in cinquina al Tenco (magari anche nella categoria opera prima oltre che per quella in dialetto) e che avrebbe dato filo da torcere per la vittoria della Targa. Non ci sono dubbi, un nome su cui contare per il futuro.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Finisterre
  • Anno: 2014
  • Durata: 42:22
  • Etichetta: Finisterre

Elenco delle tracce

01.Curri
02.Disiu d’amuri
03.Iettavuci
04.Ninna Nanna in re
05.Intermezzo I
06.Caminu sula
07.Mi metto o suli
08.Posidonia
09.Intermezzo II
10.Luna
11.Sula
12.Cori stunatu

13.Nta sta notti

Brani migliori

  1. Curri
  2. Mi metto o suli
  3. Cori stunatu

Musicisti

Francesca Incudine: voce e tamburi a cornice  -  Rita Botto: voce  -  Angelo Loia:  chitarra e voce  -  Antonio Vasta:  pianoforte, fisarmonica e organetto  -  Carmelo Colajanni:  clarinetto, zampogna e fiati etnici  -  Manfredi Tumminello: chitarra  -  Dammen Quartet: archi  -  Pino Ricosta:  basso e contrabbasso  -  Giorgio Rizzo e Salvo Compagno:  percussioni  -  Arrangiamenti: Mario Incudine con la collaborazione di Antonio Vasta e Carmelo Colajanni.
Gli archi sono scritti e diretti da Antonio Putzu.