Riascoltare Betty Vittori è come premere il tasto rewind e tornare indietro nel tempo, fino a fermarsi a quegli anni Ottanta che non cessano di riproporre autentiche perle. Una di queste, dotata di voce intrigante, è la rossa Betty Vittori, gardesana, artefice di una carriera significativa con i suoi Flying Foxes, i Volpini Volanti che affiancarono in un paio di album Alberto Fortis e che vissero momenti di autentica gloria all’epoca della trasmissione tv Mister Fantasy, condotta da Carlo Massarini. Fu lui a lanciarli in televisione e a diventare amico di Betty Vittori, un’amicizia che si è protratta per tutti questi anni, come dimostra la breve presentazione – che fa il paio con quella di Alberto Fortis - inserita nel booklet: qui il giornalista scrive che l’album "potrebbe essere un disco americano“. Siamo d’accordo: Border life, da poco uscito e cantato rigorosamente in “americano”, possiede tutte le qualità per giocarsela alla pari con un prodotto d’oltreoceano.

Rifulge naturalmente la voce straordinaria di Betty, che culla e fa sognare per tutti i 30 minuti circa dell’album, ma brillano ugualmente anche i bravissimi musicisti della band: Giulio Corini al contrabbasso, Simone Boffa alle chitarre e Vladi Leoni alla chitarra classica. Non da meno sono le canzoni, che strutturano un cd che si muove leggero tra jazz e pop, con brani che scivolano lievi descrivendo storie (come The lover’s book) e stati d’animo (come The meaning). Dopo l’intro in presa diretta di The core of the earth, il primo botto è quello della title track Border life, moderatamente calda e delicatamente leggera. Intensa e double-faced è The Tailor at the 5th floor, che profuma di una malinconia che rimanda alla grande Billie Holiday, fino allo stacco a metà canzone, in cui si trasforma in un ottimo brano pop, con la presenza alla voce e ai cori di Rossana Casale. Tenue e arpeggiata è Daniel B., nella quale fa capolino il sax soprano dell’ex Volpino Amedeo Bianchi, mentre deliziosa è la conclusiva Do you feel my love?, ospiti la tromba di Fulvio Sigurtà e i cori dei Betty Boys. 

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