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Silvia Dainese

Amarsi

In copertina un disegno. Una bambina tiene in mano un Pinocchio (di legno?). Vicino a lei una donna, di cui non vediamo il volto ma che dal vestito intuiamo potrebbe essere la nonna, che le cinge le spalle. Spesso per cercare di capire il senso ultimo di un disco, mi focalizzo sulla copertina. Faccio lo stesso con questo nuovo disco della cantautrice genovese Silvia Dainese dal titolo - programmatico? - Amarsi. Una bambina, un giocattolo, una figura affettiva a cui manca però il volto, la scritta “amarsi”. Che tutto ruoti attorno a queste figure? 

Amarsi è forse il disco più “pascoliano” di Dainese. In più canzoni avvertiamo una sorta di dicotomia tra il mondo della fanciullezza (perduta) e quello dell’età adulta (mal sopportata). Se il primo è il luogo dell’ingenuità, della spensieratezza, della salvezza; il secondo appare come quello della violenza, delle convenzioni e della finzione. Non a caso un verso emblematico può essere “corri con il tuo unicorno/ salvati da questo mondo” (Bolle di sapone). Come emblematico, sempre da questo punto di vista, è un brano come Tornerà l’estate, dove la bella stagione è - appunto - la Bella stagione, quella della fanciullezza irrimediabilmente perduta. L’Io lirico rientra da adulta nella casa della felicità ormai romita, per accorgersi che è irrimediabilmente vuota: “Tornare nella casa d’infanzia da donna fa un po’ effetto”. Certo si invecchia, ma Dainese sembra rivolgersi a una qualche divinità quando nel ritornello canta: “Dio però che mondo, si invecchia/ lasciami una mente pulita e un cuore bambino”. L'estate diventa, quindi, il correlativo oggettivo di quella Bella stagione di cui si diceva sopra (non sarà un caso che l’estate torni in diverse canzoni con connotazioni positive, mentre l’autunno assume valenze negative). E sempre non a caso il disco si chiude con una bellissima canzone, Tra storia e verità, il cui titolo può sembrare apparentemente assurdo dal momento che la storia dovrebbe essere il luogo della verità; ma la storia attiene - appunto - al mondo adulto, mentre la verità (ultima) sembrerebbe annidarsi altrove.
Già, ma dove? Certo, come detto nella fanciullezza, ma anche nell’amore. Non fosse che l’amore sembra sfuggire, perché “gestito” da persone adulte (e quindi potenzialmente false). Sarcasticamente la seconda traccia - di grande orecchiabilità - si sofferma proprio su questo tema: la persona amata che ormai ha dimenticato il nostro nome (per dirla alla Fossati) ci incontra per strada e l’unica cosa che riesce a dirci è “Buon Natale a te e al tuo cane”. Come non mandarla a quel paese? 

Se insomma farsi amare diventa difficile, l’unica soluzione può essere quella - intanto - di cominciare ad amarsi. Così quel pronome personale “si” del titolo può far assumere tutt’altro significato al verbo “amare”. Amiamoci tra di noi, certo, ma soprattutto amiamo noi stessi. Se la figura laterale della copertina non mostra più il suo volto, sarà la stessa bambina ad occuparsi di sé.  E qui si collega il terzo filone del disco - oltre quello del recupero della fanciullezza e dell’amore - presente sottotraccia in quasi tutto il disco -  quello dell’Assenza: “In un giorno di autunno sarò seduta a guardare/ gli arrivi e la gente/ tu che non torni più da ottobre”. 
Così come il fanciullino pascoliano era quello che sapeva captare le analogie inconsce dell’universo e mettersi in contatto con le forze oscure dell’arte, questo è il compito che spetta al fanciullino di Dainese: scrivere una canzone che superi l’impasse e il dolore del reale per farsi curativa.
Dainese conferma anche in questo lavoro l’attitudine a mettersi a nudo senza schermi. Forse solo in questo modo possiamo comprendere appieno similitudini e metafore che ad un ascolto superficiale possono apparire quanto meno naif: “E lascia andare briciole e ricordi/ perché io sono un colibrì” o “L’amore ha la faccia di un Alpaca del sudamerica”.
Musicalmente Amarsi si muove sul versante di un pop-rock con ampie aperture melodiche nel ritornello (si ascolti Polvere nere e A te e al tuo cane), senza per questo non disdegnare soluzioni più legate al versante “autorale” e per certi aspetti più sfuggenti (Poseidone ingegnere del mare può ricordare, per esempio, il primissimo De Gregori). La chitarra (acustica ed elettrica) la fa da padrona con potenti interventi strumentali, anche se non mancano poi momenti decisamente più intimisti come la strofa di Tornerà l’estate tutta giocata sul’incedere del violoncello o della conclusiva Tra storia e verità.

Silvia Dainese si conferma, con questo lavoro, artista vera. Per carattere, indole o forse per le solite dinamiche perverse dell’attuale mercato si muove a latere, marginalmente. Ed è un vero peccato. Perché anche questo Amarsi - come i precedenti lavori - meriterebbe sempre un attento ascolto. Forse impareremo un po’ di più ad amarci e ad amarla.

(Foto: Marina Mazzoni)

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Simone ‘Momo’ Riva 
  • Anno: 2023
  • Durata: 31:07

Elenco delle tracce

01. L’amore ha la faccia di un alpaca del Sud America 

02. A te e al tuo cane 

03. Bolle di sapone 

04. La natura 

05. Tornerà l’Estate 

06. C’era una famiglia 

07. Poseidone ingegnere del mare

08. Polvere Nera

09. Tra storia e verità

Brani migliori

  1. A te e al tuo cane
  2. Poseidone ingegnere del mare

Musicisti

Simone ‘Momo’ Riva: basso, batteria, chitarre: - Adriano Fontana: chitarre - Francesca Roberto: violoncello - Michele Mammoliti: violoncello