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Nuovo tour per i Marlene Kuntz, che a distanza di 30 anni riprendo Catartica, album seminale per la musica italiana

Tutto cambia, ma i punti fermi restano

A marzo e aprile in tutta Italia

 

“Non sarà una festa mesta!”.

Questo il messaggio che Cristiano Godano e Riccardo Tesio lanciano durante la conferenza stampa di lunedì 4 marzo, tenutasi nella sede della Universal a Milano. L'occasione per incontrarsi chiaramente è la ristampa di Catartica, fulminante disco d'esordio della band cuneese, che compie 30 anni, pur senza dimostrarli.
Cordiali e disponibili, Godano e Tesio regalano ai convenuti un'oretta di parole, riflessioni, ricordi, dandoci l'appuntamento sotto i palchi del nuovo tour (data zero il 12 marzo a Livorno) e sta inanellando una lunga serie di sold out.

“Catartica” viene raccontato come un sogno che si realizza, al termine di un lungo periodo di gavetta che stava mettendo a dura prova le speranze dei ragazzi piemontesi e che ha trovato terra fertile nel tessuto musicale di quell'inizio anni 90 così promettente per le band e le etichette indipendenti.
Ricordi che passano attraverso i paragoni con i Sonic Youth, da sempre loro riferimento, vissuti con serenità proprio per via dell'amore verso la band newyorkese, un amore mai malizioso, suggerisce Godano, a distinguere l'influenza dall'imitazione.

Elegante, sempre pacato e con un linguaggio riflessivo, Godano assomiglia ad un Nick Cave più sereno quando parla degli esordi, esprimendo sentimenti di orgoglio e tenerezza; “eravamo bravi!” gli fa eco Tesio e come dargli torto, riascoltando quell'album che aprì una stagione forse irripetibile nella musica italiana, attratta dagli echi del grunge che arrivavano da Seattle.
Uno sguardo più malinconico e pessimista i due Marlene lo riservano alla situazione contemporanea, alla difficoltà comunicativa di cui i social sono causa principale, alla fatica delle giovani band (che hanno comunque chiaro di fare musica gratis, sottolineano) di farsi conoscere.

Eppure, mi permetto di affermare, anche lo stesso grunge emerse ed esplose dal basso, in una situazione che ha alcuni punti di contatto con quella attuale; non ne sembra così convinto Godano, che ovviamente si auspica che io abbia ragione, pur non ritenendolo così probabile.
Resta quindi un tour, nel quale i MK si aspettano di ritrovare sotto il palco gli stessi ragazzi di allora, quindi una maggioranza di over 50, magari però accompagnati dai figli, a cui far conoscere una storia che vale sicuramente la pena di tramandare.
Il concerto sarà impostato sui primi 3 album (quindi anche “Il Vile” e “Ho Ucciso Paranoia” contribuiranno alla scaletta), proprio per ricreare quel sound e quelle atmosfere anni 90 così seminali. Quasi con ritrosia Godano e Tesio non si definiscono influenti, pur riconoscendo in Verdena e nel percorso di Pierpaolo Capovilla, dei passi camminati sul solco che loro tracciarono a partire da “Catartica”. Non poteva mancare ovviamente il riferimento a Luca Bergia, batterista e fondatore della band (e primo a “corteggiare” Godano affinché entrasse nel gruppo), mancato a marzo dell'anno scorso. La sua sarà una presenza costante e tutto il tour verrà a lui dedicato.

 

 

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