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Chapeau Club - Savona

Edoardo Chiesa

 

L'occasione era sicuramente ghiotta: il ritorno di Edoardo Chiesa, una delle voci più interessanti nel ricco panorama cantautorale ligure, con un disco nuovo ed un concerto di presentazione tenuto a Savona. Il locale ora si chiama ‘Chapeau Club’ e ai tempi in cui era Ju Bamboo ha ospitato nomi poi diventati decisamente famosi (basti per tutti Carmen Consoli, che porti fortuna?)
Da queste parti Edoardo è conosciuto da tempo, pertanto la sala è prevedibilmente sold out (anche se non c’è mai nulla di scontato e il proverbio del profeta che in patria fa fatica è sempre lì, dietro l’angolo…) e l'atmosfera è di festa. Del resto la musica di Edoardo Chiesa ha questo effetto: festa e riflessione, termini non antitetici, ma che non tutti riescono a combinare bene insieme. Quando Edoardo suona si respira la voglia di stare insieme, a cui aggiungiamo, però, una forte attenzione che il pubblico riserva alle sue parole, testi che meritano e regalano sempre motivi per approfondirne il senso.

Sabato 13 aprile a Savona, Edoardo, insieme a Gianka Gilardi alla batteria e Damiano Ferrando al basso, con il gradito ospite Stefano Bergonzi alla chitarra, ha presentato il suo terzo disco A quello che vedo non credo per niente, con uno show che ha dimostrato il suo valore come musicista e autore, ma anche come frontman.
Incentrato ovviamente sui nuovi brani, lo spettacolo ha prima di tutto evidenziato la grande  sintonia tra i musicisti, con Gilardi e Ferrando a costruire alle spalle di Edoardo una solidissima sezione ritmica che desse profondità e vigore ai brani; nei momenti in cui la band ha schiacciato di più sull'acceleratore, richiamando quei power trio di cui Edoardo è appassionato, sono poi chiaramente emerse anche le individualità, con l'amico ed ospite Bergonzi che ha ricamato con spiccato gusto blues, assecondato da Chiesa, a suo agio anche nei soli di chitarra.

 

Tra i pezzi in anteprima, colpiscono Qualcosa cambiare te, un simil rap che si dimostra particolarmente adattabile a seconda dei contesti, con Ferrando al campionatore e la voce di Edoardo più “dura” del solito e Se tutto quello che è considerato inutile sparisse un giorno all'improvviso, titolo “a la Wertmuller” per un brano che ci ricorda come nella vita farsi delle domande sia spesso più importante che darsi a tutti i costi delle risposte.

Il nuovo album viene suonato per intero, inframezzato da alcuni pezzi dei primi due dischi, come Occhi e Dietro al tempo da “Le nuvole si spostano comunque” e Pioveva daCanzoni sull'alternativa”, la sua Opera Prima uscita nel 2015. C'è anche tempo per un inedito, La conta, di cui Chiesa ci chiede un parere a caldo, ricevendo una spontanea ovazione. Non poteva mancare nemmeno Nati vecchi, sempre dal disco d'esordio, che come sempre trascina e diverte.
Il sound di Edoardo non è di facile definizione e dal vivo assume ulteriori sfumature che rendono, come detto, l'ascolto piacevole, lasciandoci però la voglia di andare oltre e approfondirne i significati. A tal proposito, decisamente significativa è la scelta delle due cover presentate, Tiro ao Alvaro del compositore brasiliano Andorian Barbosa, riadattata in dialetto ligure (Tiro al cuore) e Sono stanco di Bruno Martino, presentata in chiave blues con Chiesa e Bergonzi a sfidarsi alle elettriche a chiudere la bellissima serata.

Se il brano di Martino sembra scritto ieri e probabilmente potrebbe quasi essere confuso con un brano dello stesso Edoardo, per ironia e leggerezza, la canzone di Barbosa simboleggia in modo perfetto l'approccio di Chiesa alla musica e al live: censurata dalla dittatura brasiliana all'epoca della pubblicazione (1960), nasconde dietro un apparente nonsense un messaggio profondo di amore. Leggerezza come antidoto alla superficialità e come veicolo perfetto per messaggi importanti: non è così semplice uscire da un concerto con regali di questo tipo.

 

Foto live di Nicola Daddi

 

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In dettaglio

  • Data: 2024-04-13
  • Luogo: Chapeau Club - Savona
  • Artista: Edoardo Chiesa

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