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Aversa (Ce)

Premio Bianca d'Aponte 2008

Va a Erica Boschiero e al suo brano Anita, ballata dal sapore folk, la quarta edizione del Premio Bianca d’Aponte di Aversa, nonché il premio per il “Miglior testo”. Gli altri riconoscimenti: a Silvia Caracristi il “Premio della Critica” per Pagine vuote; a Katres il premio come “Miglior composizione” con Bianco elettrico; a Pilar il premio per la “Migliore interpretazione” per Attesa.
Di grande valore artistico gli ospiti: dagli Avion Travel alla madrina di questa edizione, Fausta Vetere (standing ovation per lei), passando per Kaballà, Rossana Casale, Momo, Ferruccio Spinetti, Isa e Max Manfredi, che nella seconda serata si è esibito in un duetto d’eccezione con Brunella Selo sulle note di Reginella (pianoforte inconfondibile di Marco Spiccio). E come di consueto, sul palco si sono esibite anche le vincitrici delle passate edizioni: Veronica Marchi, Chiara Morucci e Mama’s Gan.

E qui finisce il compitino ingrato del reporter.
Ma ci sono altre cose importanti da dire: il Premio Bianca d’Aponte di Aversa è un miracolo. Partiamo da una considerazione: l’Italia è piena di premi e manifestazioni sulle canzoni; si premia in nome del fanatismo necrofilo, di discografie morenti, di incompetenza viva e vegeta in merito alle canzoni. Manca solo il premio vaticinato da Woody Allen in Io e Annie: “Premio al più grande dittatore nazista: Adolf Hitler”. Spesso, nelle giurie imperano discografici claudicanti alla ricerca di un ventre piatto e volti televisivi; sui palchi “presentatori annegati sputan perle raccolte da tutti i fondali” e l’esperienza condivisa a ricordo dell’occasione è la tacita rincorsa alla filosofia della posa in trequarti. I ragazzi che partecipano? Carne da mattatoio da sprezzare per il macello. Non tutti i premi sono così, sia chiaro. Non serve scomodare il Tenco – santa preterizione! – per trovare chi fa sul serio. Questi luoghi ci sono, ma si confondono tra gare di ricerche al “ritornello che funziona” e volti che spaccano il video, plastica pura. Nessuno suona più.
Fine della considerazione.

Ora: il Premio Bianca d’Aponte è un miracolo perché ha un criterio premiativo esclusivo: si occupa delle canzoni delle donne. Riflette su quello che fa: per capire cosa si fa e dove si va ci sono dibattiti pomeridiani, quest’anno moderati da Enrico Deregibus e Antonio Piccolo (enfant prodige della critica musicale). Ha una direzione artistica autorevole: Fausto Mesolella degli Avion Travel è persona di sicura competenza e che non ha certo bisogno di sottostare a giochi di favori e castrazioni artistiche. È un luogo dove si suona dal vivo: le artiste suonano, presentano al pubblico “qui e adesso” cosa hanno scritto e sanno fare. Si esalta l’aspetto compositivo e la performance: sono state frequenti le domande dei presentatori Sandro Petrone e Roberta Balzotti – mai televisivi, curiosi, preparati e per niente intenzionati a violentare fondali – sulla creazione dei brani e sull’esecuzione.
È un miracolo, perché, in giuria e nel comitato di garanzia, ci sono per la stragrande maggioranza critici e artisti, non venditori. È un miracolo, perché Gaetano d’Aponte è mosso dalla genuina passione per la canzone d’autore e del ricordo di Bianca. I dischi non si vendono più e in futuro chi saprà fare qui e adesso sul palco andrà avanti, gli altri avranno fatto bene a tentare.
A questo punto, l’augurio è che la F.I.O.F.A. davvero riesca a porre la meritocrazia artistica come unico e santo criterio per la nascita di nuove figure della canzone. Il Premio Bianca d’Aponte ne è meraviglia esemplare imprescindibile.

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In dettaglio

  • Data: 2008-10-25
  • Luogo: Aversa (Ce)
  • Artista: Premio Bianca d'Aponte 2008

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