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Voci Atroci

Cantare la voce” ha trovato Andrea Ceccon sull’Appennino ligure. Oggi il grande pubblico lo conosce come attore comico, ma le sue Voci Atroci rappresentarono negli anni ’90 un modo totalmente diverso di intendere il canto a cappella in Italia oltre a essere una palestra per eccellenti musicisti che hanno seguito altre strade come Bobby Soul .E come è finita? Non è finita, come ci spiega lo stesso Ceccon.


Come nacque l'idea delle Voci Atroci?


Fondamentalmente nacquero dall’idea di formare un coro che non cantasse esclusivamente parole. Per meglio dire un ensemble che fosse in grado di restituire una maggiore emozione evocativa alla voce. Personalmente ho sempre pensato che la parola abbia già fin troppe applicazioni nella vita quotidiana, e che molte di queste applicazioni siano superflue; voglio dire che in una canzone il testo è importantissimo, ma se è stupido, rende stupida anche la musica. Così come è inutile parlare se non si ha un’idea propria su un argomento, o degli amori altrui , dei soldi altrui. Se si vuole dare dignità alla parola , insomma, si dovrebbe usarla con più criterio. Il giorno che ebbi a disposizione un piccolo registratore 4 tracce a cassette , anni fa, mi resi conto che sovraincidendo strafalcioni vocali potevo organizzarli in forme assolutamente nuove, perché dettate da una nuova indisciplina. Nel 1990 iniziai a cercare dei soci per la realizzazione del progettino dal vivo. Non fu una cosa breve né facile all'inizio, ma divenne il più bel seminario che potessimo frequentare .


Prima la formazione era maschile, poi è entrata una voce femminile. Inoltre uno dei cantanti è anche percussionista. Scelte stilistiche o casuali?


All’inizio non ci furono provini, anche perché prima di montare un gruppo così bisognava verificare se l’idea effettivamente poteva funzionare, quindi mi rivolsi ai solisti di alcuni gruppi della scena rock e underground di Genova tre dei quali condivisero il progetto con me. Il quarto doveva essere un percussionista, ma più precisamente Marco Fossati , le cui caratteristiche erano uniche e irriproducibili. Marco nelle Voci Atroci è sia percussione che basso, ergo l’intera sezione ritmica , una discreta fortuna e sicurezza per un coro simile: si può dire che se non avessi conosciuto già in precedenza le sue caratteristiche le Voci Atroci non mi sarebbero mai venute in mente. Esmeralda Sciascia arrivò più tardi perché era impegnata con i Mau Mau. Conosceva il repertorio alla perfezione e si inserì in un baleno nel gruppo anche perché è la fidanzata di Marco, e nella cucina di casa loro si erano già svolte parecchie prove. La voce di una donna indubbiamente, oltre ad ingentilire la mandria , ci ha dato la possibilità di alzare le nostre polifonie, rendendole meno cupe e più intellegibili. Poi lei è brava anche come solista.


Cattiveria Naïf” come fu accolto? Non era certo usuale il vostro mix di armonie strane, stile musicale e umorismo...


L’album fu accolto in una maniera incredibile sia dalla stampa che dal pubblico. Avemmo anche una discreta fortuna , perché grazie all’interessamento del nostro manager Nicola Grendi, una delle nostre prime platee fu nientemeno che il festival di Musicultura, che allora si svolgeva ancora a Recanati . Là era radunata quasi tutta la stampa musicale , che ci accolse con un entusiasmo per noi imbarazzante. (Gino Castaldo ci fece un articolo su Repubblica che non stava in un foglio normale da fotocopie). Era anche l’anno dei Neri per caso, e i giornali non mancavano mai di mettere a confronto i due gruppi. In pratica avevamo due rassegne stampa: una nostra e una parallela , e credo che ai Neri questa cosa desse giustamente abbastanza fastidio. Per quanto riguarda lo stile, quello venne naturale. Il genovese in generale prende la vita con un discreto sarcasmo, quindi un certo tipo di humour cinico era già nel nostro dna prima di esibirci insieme. Inoltre personalmente credo che la musica sia più “to play” che “suonare”, e quindi sia più vicina ad un gioco che ad una esecuzione. Per questo preferisco i Cetra ai Take Six. Il canto a cappella deve stupire infinitamente; giocando, muovendo le memorie affettive per azionare quelle muscolari. Le Voci Atroci usano la voce come un’intimità esposta , della quale finalmente non si devono vergognare


Poi la Emi si accorse di voi, come accadde?


Venne il giorno che Charlie Albertoli cedette la mitica Vox Pop alla Emi. Culturalmente per me fu un funerale. Avevo militato in quella casa discografica già quando suonavo la tromba nei Mau Mau , e oltre alle Voci Atroci , in catalogo c’erano gruppi come i La Crus e gli Afterhours. La Emi volle creare una nuova etichetta col nome Catapulta nella quale inserire i prodotti più originali. In pratica i più difficili da distribuire. Il tentativo era encomiabile, ma una major non ha effettivamente la sottostruttura idonea per occuparsi dei fenomeni minori, così la nicchia underground che ci eravamo creati autonomamente girando per l’Italia perse un po’ di visibilità e di autenticità. Inoltre le major all’epoca erano alle prese con l’inizio della loro crisi, che in buona parte era avvenuta proprio per la loro miopia commerciale.


L’album “Saluti da Saturno” comprende anche il brano che portaste a Sanremo. Cosa ricordi di quell'esperienza?


Fu un’esperienza tragica. Come dicevo prima le major non erano in grado di creare sottonicchie commerciali per piccoli fenomeni , così ci fu proposto di andare a Sanremo Giovani. Un’idea abbastanza banale , tanto da annullare qualsiasi originalità di repertorio, un po’ come dire: vedete di mettere la testa a posto. Tutti meno me pensavano che avremmo spaccato. La EMI insistette perché portassimo il brano Barbara, un pezzo al quale io tenevo moltissimo , ma che consideravo meno indicato di Son gelosissimo. Chiaramente il mio parere non contò una mazza e si arrivò ultimi. Morale: non bisogna cercare a tutti i costi una visibilità, e non ci si deve fidare dei “grossisti” della musica (e della cultura in generale).


Non posso non chiedere come fu l'incontro con Mina...


Beh, fu per noi un’esperienza meravigliosa. Eravamo stati notati dal figlio Massimiliano Pani alla consegna del Premio Cetra. In quell’occasione lui ci propose di collaborare con la madre alla realizzazione di un brano del CD Leggera. La canzone era Suona ancora dei Casinò Royale. Non c’era neanche da rispondere, e poco tempo dopo eravamo nei mitici studi di Lugano. L’approccio fu cordialissimo e familiare , ci sentimmo subito a casa e credo che il lavoro fu svolto nella maniera migliore. Per quanto riguarda Mina (oltre ad essere la donna più donna che io abbia mai visto in vita mia), lavorare con lei fa sembrare facile anche il più alto livello di professionismo, e la sua indipendenza intellettuale è contagiosa.


Le Voci Atroci ora si esibiscono con il contagocce. Tu fai l'attore e sei visto nei network nazionali. Secondo te, esploderà nuovamente la tua voglia di cantare a tempo pieno con questo gruppo?


Abbiamo già pronto il terzo album Educational e non vediamo l’ora di poterlo presentare , ma questo dipende da due cose: una è quella che dici tu, cioè che sia io che la new entry Fabrizio Casalino, siamo occupati in sketches comici in tv. L’altra è la riorganizzazione del lavoro: registrazione, tournée, produzione , collocazione e soprattutto fare sapere che ci siamo di nuovo. Era difficile per le major quando ancora funzionavano, figurati adesso per un gruppo singolo. Ma noi ce la faremo, ohhhh se ce la faremo!

Voci Atroci

Andrea Ceccon baritono

Marco Fossati basso-percussioni

Esmeralda Sciascia mezzosoprano

Fabrizio Casalino tenore

Andrea Todini tenore


Discografia

Cattiveria Naïf, Vox Pop, 1995

Saluti da Saturno, Emi, 1997

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