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Un incubo stupendo

La band abruzzese di Luca Romagnoli e Marco “Diniz” Di Nardo, ora affiancati dal trio teramano degli IMURI, giunta al quarto album, mostra la solidità di un approdo musicale piuttosto interessante: il gruppo, partito da una miscela di suoni corrosivi e da un impatto provocatorio e quasi aggressivo, sembra oggi collocabile ancora in una certa scena punk-rock/post-harcore, che ha come capofila gli Zen Circus e come allievi nomi come i Fast Animals and Slow Kids, ma pare anche da tempo contemperare in parte l’impeto virulento tipico del passato con uno sguardo al reale più cantautorale nei testi e a volte un cantato e una pensosità quasi brunoriani. Resistono comunque le trame di chitarre e bassi che stringono le loro maglie come spire, le allentano per farsi culla nervosa dei pensieri, o si stendono come vivace, quasi spensierato tappeto rock, mentre i ritmi appaiono ora al fulmicotone, quando crescono come gorghi, ora quasi post-punk revival.

Nei testi troviamo la difesa dell’imperfezione, l’esaltazione del reale e quasi dell’estetica della catastrofe, nella consapevolezza che “andrà a finire male, succede quasi sempre a quelli che amano la vita disperatamente” (Il vento), così come l’esaltazione un po’ giovanilistica degli eccessi, o quella più ponderata e “coraggiosa” della libertà del corpo al di là di qualunque tentativo di colonizzazione moralistica o ideologica, l’alienazione da selfie e smartphone, storie di iperattività e incomprensione discriminatoria, ecc.

Linee vocali e ritmi a volte rendono alcuni pezzi troppo simili tra loro e l’originalità delle canzoni non appare quindi altrettanto uniforme, come d’altronde accade spesso, ma, quando prevalgono l’intimismo e l’introspezione in punte di sincerità disarmata coniugata con un pizzico di autoironia (v. ad esempio il ritratto delicato femminile di Naufragando, la title-track Un incubo stupendo o Il tempo delle cose inutili), la band confeziona ottimi brani, che non risultano efficaci e non si accontentano di restare in superficie, ma si fanno confessione, ricordo e trasparenza rispetto a una poetica da sempre senza filtri.

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Marco "Diniz" Di Nardo    
  • Anno: 2017
  • Durata: 36:00
  • Etichetta: La Tempesta Records

Elenco delle tracce

01. Naufragando
02. Un incubo stupendo
03. Il vento
04. Il tempo delle cose inutili
05. Il mio corpo
06. Una canzone d’odio
07. Esagerare sempre
08. Visto che te ne vai
09. Marco il pazzo
10. Ci vuole stile

 

 

 

 

 

 

Brani migliori

  1. Naufragando
  2. Un incubo speciale
  3. Il vento

Musicisti

Luca Romagnoli: testi, voce, pre-produzione, arrangiamenti - Marco “Diniz” Di Nardo: musiche, chitarre, pre-produzione, riprese, arrangiamenti - Gli IMURI sono: Lorenzo Castagna: chitarre - Antonio Atella: basso - Valerio Pompei: batteria; - Andrea Di Giambattista: riprese - Manuel “Stirner” Fusaroli: voci, editing, missaggio e mastering - Stefano Minelli: autore del testo di 08 - Paolo Maria Cristalli: co-autore del testo di 06 - Tommaso Giallonardo e Valentina Leonelli: foto grafica e artwork