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Mario Venuti

Tropitalia

Di una cosa siamo certi: Mario Venuti si è divertito tantissimo ad interpretare i brani del suo nuovo progetto musicale Tropitalia. E di questa sua “alegria” non ne fa mistero, anzi, ne lascia traccia ovunque. A cominciare dalla copertina del disco, in cui si fa ritrarre con in testa un turbante con banane e fiori esotici, un’immagine che riporta immediatamente alla mente la grande Carmen Miranda, musa indiscussa del movimento musicale ed artistico tropicalista. Questo lavoro sarebbe anche piaciuto a Oswald de Andrade, poeta brasiliano tanto caro a Faber, che del cannibalismo culturale, nel senso di aggredire e divorare tutti i generi musicali per farne un miscuglio unico ma diverso dagli originali, ne fece un manifesto culturale.

L’esperimento musicale, rischiosissimo, in cui si è dilettato Mario Venuti assomiglia molto a questi laboratori d’avanguardia ante litteram: prendere undici brani pop della canzone italiana, dalla canzonetta al capolavoro, smontarne gli arrangiamenti e poi ricomporli con vestiti completamente inzuppati di atmosfere sudamericane, il tutto apparecchiato su un tappeto musicale dai colori tropicali. 

 

Un’operazione rischiosa, si diceva, perché se non la si affronta con il rigore, la competenza, l’estro ed il rispetto dovuto può condurre a partorire l’ennesima sculettante hit dance estiva mangiasoldi di colore rosso coca cola che, passata una, “poi te ne restano mille”. Ed a Mario Venuti, invece, che 40 anni di buona musica alle spalle ne ha, la sfida è riuscita benissimo. Ha chiamato al suo fianco l’amico Tony Canto (qui insieme in un live dell’estate scorsa) nella produzione artistica e scatta l’alchimia: i brani diventano riproposizioni in chiave ora di bossanova, qui di samba, lì di carioca e poi di bolero, per un risultato finale che ci consegna alcune canzoni che hanno a loro modo segnato la storia della musica italiana, risultando una elegante e deliziosa quanto stravagante ed inconsueta iniziativa musicale.

Risulta un vero carnevale dei sensi allora viaggiare fra la samba sgangherata di Ma che freddo fa armonizzato con un originale arrangiamento per le corde del cavaquinho o perdersi nelle melodie malandrine del trombone di Figli delle Stelle in versione bossanova o, ancora, capovolgere la bussola dei generi e del tempo nell’ascoltare l’attempato Venuti nelle vesti dell’adolescente protagonista di Non ho l’età, trasformata in una languida e sensuale ballata brasiliana.
A furia di studiarle, poi, certe partiture, e di rivedere e scompaginare, con la cura e la passione dell’artigiano, emergono dei lati e delle sfaccettature del vestito di una canzone che, opportunamente rammendato e riadattato, si ricompone in un modo spiazzante ed inaspettato, ma non per questo meno elegante e dignitoso dell’originale. Anzi. E questo è il caso per esempio di Maledetta Primavera, una rivisitazione in chiave valzer del tormentone della Goggi che Venuti, con un meraviglioso falsetto, prova a cinguettare in un duetto da brividi con Patrizia Laquidara, regalandoci uno dei brani più belli dell’album. Ed anche della delicata dolcezza di Quella carezza della sera in cui una saudade malinconica ridà a questa canzone quella giusta dimensione intimista che il tema affrontato nel testo merita.

Un disco di una finezza inconsueta, quindi, questo Tropicalia, le cui morbide e sofisticate sonorità provano a ricongiungerci con una dimensione più leggera e profonda della nostra anima.

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Tony Canto  
  • Anno: 2021
  • Durata: 28:31
  • Etichetta: Microclima - Puntoeacapo

Elenco delle tracce

01. Ma che freddo fa

02. Figli delle stelle

03. Quella carezza della sera

04. Maledetta primavera

05. Xdono

06. Non ho l’età (per amarti)

07. Voar (nel blu dipinto di blu)

08. Vita

09. Vivere

10. Il cuore è uno zingaro

11. Una carezza in un pugno

Brani migliori

  1. Quella carezza della sera
  2. Maledetta primavera
  3. Ma che freddo fa

Musicisti

Mario Venuti (basso, chitarra, voce);
Tony Canto (chitarra, chitarra sette corde, cavaquinho, piano elettrico, basso);
Patrizia Laquidara (voce);
Joe Barbieri (voce);
Fabio Rondanini (batteria);
Mauro Refosco (percussioni);
Vincenzo Virgillito (contrabbasso);
Marcelo Costa (batteria, percussioni);
Glorius 4et (Cori);
Max Dedo (tromboni, bongos, theremin);
Luca Scorziello (percussioni);
Sunah Choi (violoncello);
Antonio Vasta (fisarmonica);
Franco Barresi (batteria);
David Florio (flauti)