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Tidal Frame

Tidal Frame

Capita spesso che coloro che titolano il disco d’esordio col proprio nome vogliano mettere in rilievo la propria identità sin da sùbito. E’ probabile che, anche per il quartetto abruzzese dei Tidal Frame, l’intento fosse proprio questo. Ma, al di là di supposizioni più o meno centrate, conta che gli otto brani del loro primo album danno già un’ottima impressione di chiarezza d’idee e quadratura progettuale, sostenuti dal pregiato apporto produttivo di Pietro Foresti (al lavoro già con Scott Russo, Lambstone, Roomates, Tracii Guns).

L’ideologia sonora del combo di Teramo si basa su cuciture di rock potente che, però, non disdegna di disegnare tracciati melodici, ispirandosi a mostri come Placebo, A Perfect Circle, Muse e Foo Fighters. Prendendo in esame i tre singoli prescelti: Alice, Healing waters e Elodie’s Ether, si nota come il sound sia decisamente robusto ma stemperato da linee soft-power e non facendo mancare, inoltre, opportuni ruggiti di guitar che tracciano punteggiature armoniose di grande impatto che lanciano refrains ampiamente godibili. I testi sono ben scritti dal leader Matteo Felicioni e riflettono distorsioni ed angherie di Potere di quest’epoca spersonalizzante e soggiogante, come si evince dall’opener Waiting for nothing , arroccato in un bel piglio energizzante. Nonostante in The Reason viaggiano a velocità ridotta, pulsa (comunque) un cuore grintoso, mai arrendevole, che sa reagire anche al cospetto di amori naufragati. Suonano bene i Nostri, altroché! Non sbagliano un brano e si fatica a trovare il fisiologico inciampo veniale dell’esordio. Qui c’è energia a profusione, orlata con equilibrio e saggezza assemblativa e certamente non si può ignorare il tocco risolutivo di Foresti che amalgama il tutto con mestiere ed esperienza. Però, attenzione a Shellfire come possibile quarto singolo per forza propositiva e in un mood romantico. In chiusura, Armors of Clay fa bene a rimarcare l’allarme nella via del vanto e del superficiale che dilaga nella società odierna.

Ciò che, in prima base, colpisce dell’ 8 volante è la ricchezza tematica, supportata da una resa sonora ineccepibile, a tratti sorprendente, apportata da nove anni d’attività, con un solo ep in carnet ma, sicuramente, con un magazzino di idee in continua maturazione. Il bis sarà pienamente confermativo: scommettiamo?

 

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Pietro Foresti
  • Anno: 2022
  • Durata: 29:02
  • Etichetta: Vrec

Elenco delle tracce

01. Waiting for nothing
02. The reason
03. Alice
04. Healing waters
05. Elodie’s Ether
06. The space avove us
07. Shellfire
08. Armors of Clay

Brani migliori

  1. Shellfire
  2. Waiting for nothing

Musicisti

Matteo Felicioni: voce, chitarra - Alfredo Di Francescantonio: basso - Riccardo Maiorani: chitarre - Pier Giorgio Bragaglia: batteria