Quando la vocalità contemporanea incontra il canto di 500 anni fa, ecco che è necessario chiamare in causa L’Una e Cinque, quintetto vocale torinese nato nel 1995 dall’idea di Marco Andrioletti, produttore artistico della formazione. Come spesso accade ai talenti di casa nostra, per L’Una e Cinque il consenso è arrivato in terra straniera, precisamente in Giappone, con l’album The Reinaissance Project, pubblicato nel 2008 e ancora tutt’ora in distribuzione. Ora, grazie a un accordo siglato con l’etichetta milanese Preludio (specializzata nel genere vocale a cappella), il disco è disponibile anche in Italia.

L’ascolto è un viaggio meraviglioso nella musica rinascimentale del ‘500, riproposta attraverso un’interpretazione vocale moderna e originale, per far sì che un repertorio datato possa attecchire e, dunque, arrivare al meglio. E così è infatti. I quindici brani, provenienti dalle tradizioni musicali di Italia, Francia, Germania, Inghilterra e Spagna, scorrono leggiadramente mettendo in luce la straordinaria bravura, oltre che le eccezionali voci, degli interpreti e, in particolare, le tessiture armoniche create attraverso lo strumento vocale.

Tra i brani in italiano, si riascolta con piacere quel bellissimo e struggente canto alpino che è Il Testamento del Capitano, interpretato (a più voci) anche da Mina in un lp del ’76, Plurale. Di Giovan Giacomo Gastoldi sono presenti due brani, Vezzosette Ninfe e La Sirena, proposta in due versioni, una classica e l’altra jazzy. Chiude il progetto un pezzo inedito dal titolo azzeccato, Inno Del Congedo, scritto da Montalto e Andrioletti.

Un tuffo nel passato straordinariamente moderno è ciò che propongono L’Una e Cinque con The Renaissance Project. Attenzione: consigliato, in particolare, ai palati sopraffini.

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