“…Sulla cresta dell’ombra stai e non ti stanchi mai...”

Così , mai stanchi di stare sulle scene e di vivere di e per fare musica, dopo due anni dall’ultima produzione ritornano I Bastard Sons of Dioniso con un nuovo progetto che coniuga la presentazione di 2 nuovi brani con 9 nuove versioni di alcune precedenti produzioni rilette in una chiave più acustica ed intima e una cover-suite Suite di Stephen Stills (Judy Blues Eyes)

I ragazzi ormai sono cresciuti e non possono più essere considerati una “ band emergente “. Ad oggi sono una realtà consolidata: 525 date, sette album e soprattutto un marchio di fabbrica che non te li fa confondere con nessun altro.  Mi spiego: hanno rovesciato come calzini alcuni vecchi brani e la nuova edizione suona altrettanto bene da non saper scegliere. Sui brani riarrangiati il loro suono, i loro vocalizzi, le incursioni esterne (che siano i magnifici archi del Gnu Quartet o un semplice battimano o una tastiera che suona lontano) sono immediatamente riconoscibili per la sbalorditiva naturalezza. Come un prisma colpito da un raggio di luce può modularsi in infiniti  variabili fasci di luce così i vecchi pezzi entrano ed escono riletti completamente mantenendo solo il fascio iniziale come un ricordo evoluto. Le due nuove produzioni, a conferma di quanto ragionato sopra, presentano uno stile inconfondibile per melodie, vocalizzi a più voci e testi; si divertono a  giocare con l’orecchio dell’ascoltatore che non può che  lasciarsi perdere nei sensi di  parole che sembrano buttate a caso che ma che in realtà seguano un finissimo filo conduttore . 

Insomma, anche questa volta i Bastards colgono nel segno e il prodotto complessivo scivola via come un surf sulla cresta dell’ombra.

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