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Filippo Villa

Storielle dispari

Undici canzoni, che lo stesso autore definisce appunto "storielle", compongono il primo lavoro discografico del cantautore veronese Filippo Villa. Canzoni come piccoli mondi a sé stanti, racconti di vita che pare sognata si accompagnano ad altrettante immagini disegnate in copertina su sfondo grigio/blu: sono storie qualsiasi, ma non per questo anonime, tutt'altro. Sono undici, queste brevi "favole", numero dispari, da cui appunto il titolo dell'album: Storielle dispari. Tutto molto semplice, vero? Forse no, se intendiamo il termine "dispari" nella sua accezione meno comune di "dissimile", quindi diverso. Sono piccole storie di grande immaginazione, in cui il protagonista si cala nei panni di un "Altro" (anche di un insetto o di un cane, perché no?) e che sottintendono sempre un significato morale (come ogni favola che si rispetti). Villa scrive e arrangia le sue canzoni senza lo scopo di farne un disco tra il 2012 e il 2017, quindi, da un'idea di Veronica Marchi (che nell'album suona il pianoforte e, in un brano, la chitarra acustica), si decide a registrarle presso gli studi Osteria Futurista di Verona, e lo scorso anno le sue storielle diventano fisicamente un cd, che è anche una sorta di piccolo "libro" illustrato (la grafica minimale è di Michele Bertoldi), lo scrigno magico da cui poterle liberare per far loro prendere vita.

Il brano Alfista, che apre l'album ed introduce il concetto di tutto il disco e che è stato finalista all'edizione 2018 del Premio De Andrè, (qui il video) è la rappresentazione di quel genere di maschio (forse tipicamente italiano) che insegue le sue passioni incurante, o probabilmente solo poco attento, del mondo reale che gli sta intorno. Una canzone nuda e sincera, semplicemente essenziale anche negli arrangiamenti e nell'uso della voce, come del resto risultano tutti i brani dell'album. Così come il campione (il brano Lo scatto è dedicato a Pantani) insegue il suo obiettivo attraverso il gesto atletico e un'emozione per lui vitale, andando oltre la cruda realtà del mondo. Un altro dei brani a nostro avviso tra i migliori è La pazienza del bruco, che esprime una vera e propria filosofia di vita basata sulla semplicità, sull'ottimismo e sul continuo stupore donatoci dalla natura. Amare la propria condizione, vedere la bellezza di ciò che si è, attendere il futuro e goderne di ogni attimo una volta raggiunto il sogno, senza mai dimenticare o disprezzare la propria origine. Una favola per adulti stressati, in fondo: la natura normalmente non genera ansia, tranne quando siamo noi a immaginare che il Blu scuro del mare sia un incubo da cui riemergere per respirare. In questo brano il contrabbasso di Giulio Corini e la viola di Maddalena Fasoli creano atmosfere avvolgenti di grande intensità. Il mare in fondo è sempre la più grande e infinita metafora.

Ma ci sono anche metafore piccolissime, semplici e quotidiane, racchiuse magari in un piatto caldo e servite con tutto l'ottimismo possibile. Spesso infatti sono proprio le piccole cose di casa, il legame con le proprie tradizioni, ciò che diamo per scontato, a consolarci e a fornirci, appunto, La migliore soluzione alle piccole o grandi difficoltà del quotidiano. Tornare bambini a volte è il modo giusto per affrontare ogni cosa e riappacificarsi con il mondo, ed è quello che fanno ad esempio gli anziani, quando perdono il senso del tempo che sta per scadere e rivalutando le cose più semplici, le piccole gioie, qualcosa a cui aggrapparsi col sorriso. Oppure ancora Filippo Villa ci suggerisce di provare a percepire il mondo attraverso gli altri sensi, oltre alla vista e all'udito, proprio come fanno i cani con gli odori: probabilmente in questo modo scopriremmo che anche una formica ha il suo sensuale Profumo, che è il titolo di un'altra bella storiella, poesia del non ovvio e della semplicità fatta canzone.

"Oggi sono alfista, domani ferrarista a modo mio sono perfino un idealista/ Anche un adulto può giocare...prometti che non smetteremo di sognare." (da Alfista)
Sarebbe proprio bello riuscire a prometterlo; noi comunque, dopo aver ascoltato questo divertente ed insolito disco, assolutamente ci proveremo.

 
Attualmente Filippo Villa sta portando la sua musica dal vivo in piccoli spazi (causa l'attuale situazione di emergenza ), che lui stesso ha chiamato "il concertino piccino picciò", solo su invito, per poche persone, senza fronzoli. Tutte le info sul sito e sulla pagina facebook del cantautore.

 Foto dal sito dell'artista

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Veronica Marchi
  • Anno: 2019
  • Durata: 38:00
  • Etichetta: Autoprodotto

Elenco delle tracce

01. Alfista
02. Lo scatto
03. La pazienza del bruco
04. Blu scuro
05. Una specie di treno
06. L'uomo dispari
07. La migliore soluzione
08. La storia del mare
09. tempo scaduto
10. Profumo
11.  Sardine

Brani migliori

  1. Alfista
  2. La pazienza del bruco
  3. Profumo

Musicisti

Veronica Marchi, piano, chitarra acustica - Andrea Villa, chitarre - Marco Pasetto, clarinetto e ocarina - Nelide Bandello, batteria e percussioni - Giulio Corini, contrabbasso - Maddalena Fasoli, viola - Filippo Villa: arrangiamenti