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Canzoni&Parole - Festival di musica italiana ...

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Calibro 35

S.P.A.C.E.

“Ieri ultima data del primo giro di S.P.A.C.E…e succede pure a noi: ci siam commossi. Perché è il tour con più presenze in assoluto, perché abbiam condiviso il palco con gli artisti che più stimiamo Ooopopoiooo, Solki, Ottone Pesante, perché ci siamo fatti un sacco di risate e pure di litigate, perché suonare il nuovo materiale è un viaggio, e suonarlo davanti a voi che già sapete tutti i pezzi a memoria è incredibile. Perché dopo 5 dischi e 600 concerti in tutto il mondo non vi siete ancora stufati di una band strumentale, la mandate in classifica e le regalate i sold out ai concerti. Ecco, su Marte non l'abbiam capito ma sul Pianeta Terra la musica e lo stare insieme ai concerti contano ancora molto, moltissimo. Fare parte di tutto questo è indescrivibile”. Bastano forse queste parole, scritte sulla loro pagina Facebok, per capire quale sia oggi non più tanto l’aspettativa quanto la realtà in cui si muovono i Calibro 35. Parlare di una scommessa stravinta è quasi un eufemismo e soprattutto, è un guardare al passato, visione che forse non ha neppure più senso.

E difatti il quartetto “funk” più famoso del momento, con il nuovo lavoro S.P.A.C.E. ha fatto un deciso passo oltre, rispetto ad un approccio musicale ed a una discografia ormai consolidati: i riferimenti alle pellicole poliziottesche italiane degli anni ‘70, vero marchio di fabbrica dei loro primi lavori, cedono il passo ad un altro genere di ispirazione, ovvero i film di fantascienza, principalmente i b-movies, del medesimo periodo. Gli inseguimenti fra Alfa Romeo Giulia verdi della polizia ed Alfette da cui banditi, feroci professionisti oppure criminali occasionali, sparano all’impazzata mentre percorrono le strade delle città italiane, gli agguati nei sottoscala delle case di ringhiera immerse nella nebbia, gli appostamenti notturni nelle periferie industriali, lasciano il posto a viaggi interstellari, a mostri venuti dallo spazio profondo con aspetto ed intenzioni minacciose, ad astronavi futuribili impegnate in missioni segrete e dai rischi non quantificabili. I poster in cui campeggiavano baffuti commissari/giustizieri e truci banditi lasciano il posto alle copertine dei vecchi Urania, o a quelle dei volumi delle edizioni Libra, che in quegli anni erano, insieme ai fumetti, lo strumento con cui molti adolescenti iniziavano a fare i loro voli di fantasia verso altri mondi ed altre dimensioni.

Massimo Martellotta ora si divide fra chitarre e tastiere, Enrico Gabrielli è sempre impegnato con tastiere “vintage” e fiati, Luca Cavina e Fabio Rondanini creano ritmiche più ipnotiche, a tratti quasi psichedeliche ed assecondando con i loro cambi di ritmo ed i loro break le pause e le riprese che caratterizzano questo lavoro, davvero corale, ma nel quale i singoli strumenti hanno compiti e caratteristiche specifiche. Tommaso Colliva è, ora più che mai, dietro la consolle ed all’interno di questo team, il regista ed il curatore dei suoni.

Una serie di brani già entrati di diritto fra i grandi classici della band, attraverso linee melodiche riconoscibilissime, riff che si fissano nella memoria e, paradosso piacevole quanto imprevedibile, letteralmente “cantati” dal pubblico durante i concerti In questo senso, ancora una volta, vale la pena di leggere le dichiarazioni del gruppo stesso: “Rischiamo di essere ripetitivi, ma è impossibile non continuare a ringraziarvi. Ci state regalando un tour incredibile, anche ieri l' Auditorium…era pieno pieno. Ora, che siate così tanti per una band strumentale ha dell'incredibile, ma che cantiate pure i pezzi è fantascienza”.

Lontano dai clamori televisivi, (anzi, davvero strano che questa band non sia ancora stata invitata a qualche trasmissione), da gossip o altro “ciarpame” mediatico, i Calibro 35 si stanno costruendo una credibilità ed una notorietà davvero fuori dal comune, assolutamente trasversale sia dal punto di vista anagrafico che da quello dei gusti musicali: vecchi metallari, fedeli della new wave o “proggari” incalliti si affiancano a giovani hipster o adepti di rap, hip hop o musica hardcore, così che non è poi difficile trovarli fianco a fianco, non solo durante i concerti, ma mentre acquistano i dvd di quei b-movies nei confronti dei quali il quartetto ha acceso, o riacceso, il loro interesse. Quentin Tarantino (che, se non li conosce, dovrebbe proprio ovviare a questa lacuna) sarebbe davvero fiero di loro…

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Tommaso Colliva, Calibro 35, Luke Oldfield, Giuseppe Salvadori
  • Anno: 2015
  • Durata: 45:52
  • Etichetta: Record Kick

Elenco delle tracce

01. 74 days after landing
02. S.P.A.C.E.
03. Bandits on Mars
04. Brain trap
05. Ungwana Bay launch complex
06. An asteroid called death
07. Thrust force
08. A future we never lived
09. Universe of 10 dimensions
10. Across 111th sun
11. Something happened on planet Earth
12. Violent Venus
13. Neptune
14. Serenade for a satellite

 

 

Brani migliori

  1. S.P.A.C.E.
  2. Bandits on Mars
  3. Violent Venus

Musicisti

Massimo Martellotta: guitars, synths, philicorda  -  Enrico Gabrielli: sax, flute, bass clarinet, keyboards, vocals  -  Luca Cavina: bass guitar  - Fabio Rondanini: drums, percussions  -  Paolo Raineri: trumpet  -  Francesco Bucci: trombone  -  Domenico Mamone: sax  -  Marco Santoro: bass  -  Ooopopoiooo: vocals