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Lo Zoo di Berlino

Resistenze Elettriche

Torna la music-lab band de Lo Zoo di Berlino, con un album (semi)nuovo, Resistenze Elettriche, dal contenuto celebrativo del progetto “materiale resistente 2.0”. In realtà, il collettivo dello Zoo non s’è (quasi) mai fermato, visto il proliferare di uscite scodellate negli ultimi tempi, tra cui un full-lenght insieme a Ivana Gatti e Gianni Maroccolo e la ri-edizione dell’Area-album “1978, gli dei se ne vanno, gli arrabbiati restano!” e “100 ghosts”, nuovo disco del loro mitico tastierista Patrizio Fariselli. Proprio la presenza di quest’ultimo, nell’organico dello Zoo, ha dato l’idea di impostare Resistenze Elettriche a mò di concept, sotto forma di pensiero vinilico e, di fatto, suddiviso opportunamente in due lati.

Nella side A si rielaborano, in modalità improvvisazione, brani storici degli Area, a cominciare da Internationale impro, che ti ammalia con tocchi di vellutato pianoforte, ma l’incombenza stridente è presto in agguato con bizzarri passaggi di  post-prog ed anche la seguente Elephant Blanc impro si presenta similarmente, però la cascata di accordi tastieristici predilige armonie più familiari, benché non manchino divagazioni jazzy-prog. Invece, in Arbeit impro l’ambientazione si incupisce alquanto ma fantasiose trovate assemblative non fan mancare l’assenza di un cantante. Certo, se si pensa a Demetrio Stratos allora sì che di vuoto ne sentiamo tutt’oggi. Mentre, per la chiusura della prima facciata, viene proposta Aria dal succitato Fariselli-album, ricamando la traccia con intro oriental-scottish e successivo sviluppo malinconico e contemplativo, teso alla dedica aperta per i martiri della Resistenza. 

La B-side del disco include un pokerino d’inediti dello Zoo, anch’essi strumentali, e privi delle chitarre. La delirante De waiting war (from Pratelli’s war) sprizza follia da tutti i pori, tra nevrotici passaggi e sconclusionata genialità, mentre Control freak pianta picchetti di contemporaneità, con una tenda montata ad arte per ammettere l’evidente autogol di subire controlli e spionaggi sul Web e la raffica dei suoi suoni tipici si accavallano in coda al brano. Pensate che Lo Zoo di Berlino si fregi del nome senza omaggiare in qualche modo la musa ispiratrice? Detto, fatto!  Ganz Egal Marcela Lagarde annovera la presenza (viva!) di Christiane F. , la quale fornisce al combo un collage di sonorità riesumate dal cassetto per allestire un ensamble in onore della messicana attivista  del titolo (chi sapeva che proprio la Lagarde coniò, per prima, il termine “femminicidio”?). Tanto per lasciarci di stucco ancora una volta, Lo Zoo chiude il progetto a tema con l’emblematica Bella ciao con (s)travolgente dinamismo funky, rigorosamente autoritario e distintivo.

Ebbene, dopo ResistenzeEelettriche sono in arrivo il secondo atto della trilogia di Rincoma , partita nel 2012, e Pops!, il tribute-album del rock italico con le migliori scelte dei classici, periodo seventies. Perciò, non passerà molto per deliziare altre loro proposte. Qui intanto hanno coeso ancor di più, la matrice scritturale “resistendo” sempre al richiamo delle sirene dell’appagamento, rimarcando (orgogliosamente) il ruolo di partigiani del sound elitario.

 

 

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In dettaglio

  • Anno: 2019
  • Durata: 39:25
  • Etichetta: Consorzio ZdB/NewModelLabel

Elenco delle tracce

01. Internationale impro
02. Elephant Blanc impro
03. Arbeit impro
04. Aria
05. De waiting war (from Pratelli’s war)
06. Control freak
07. Ganz Egal Marcela Lagarde
08. Bella ciao

Brani migliori

  1. Control freak
  2. Elephant Blanc impro
  3. De waiting war (from Pratelli’s war)

Musicisti

Patrizio Fariselli: pianoforte - Andrea Pettinelli: rhodes, synth, elettronica - Diego Pettinelli: basso - Massimiliano Bergo: batteria