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Fiorella Mannoia

Padroni di niente

La copertina vede Fiorella Mannoia di spalle, ha le sembianze di un viandante, come nell’omonimo quadro di Casper David Friedrich. Guarda l’orizzonte e ci vede il bello e il brutto di una vita fatta di desideri. La sua chioma rossa “la fa da padrona”, mentre - come titolano il pezzo e l’intero album - l’artista ci invita a ricordare che (forse) siamo Padroni di Niente.

È chiusa in casa per il primo lockdown l’artista quando inizia a raccogliere le idee e i testi per questo lavoro e si chiede: “Come può una cosa tanto piccola, riuscire a fermare tutto, a farci sentire così impotenti!?”. Ne discute con Amara (Erika Mineo), la cantautrice romana che dopo averle regalato Che sia benedetta e Il peso del coraggio (due splendidi brani), può dirsi ormai una collaboratrice consolidata. Amara scrive la title-track Padroni di Niente che apre anche l’album (nel pezzo tornano anche gli echi africani di Natty Fred), mette lo zampino in La gente parla, scritta a quattro mani con Simone Cristicchi, di cui si assapora il tocco, mentre si muove ritmicamente una fisarmonica a profusione e la Mannoia si scosta un po’ dal suo mondo, per ritmare, a volte anche ironicamente un messaggio attuale, da ascoltare con attenzione. Seconda traccia dell’album è Chissà da dove arriva una canzone, titolo-domanda che porta la firma di Ultimo, autore e cantautore che sa essere ‘romantico’ quanto basta senza cadere nello scontato. Un brano che mescola il suono intenso del pianoforte e la voce di Fiorella, che si sposano perfettamente su un testo che parla di mare, dell’importanza degli occhi, da sempre ispirazione per poeti e cantautori. Il disco continua con Si è rotto (firmato Enrico Lotterini, Fabio Capezzone, Fiorella Mannoia) e Sogna (Edoardo Galletti, Fiorella Mannoia) in cui troviamo il pathos che da sempre Fiorella regala, con quella malinconia, elegante, che sa scrivere e cantare in modo unico. Ma tra le tracce del nuovo album si può anche ballare, grazie ad un ritmo folkloristico che incalza: è Olà (di Bungaro, Cesare Chiodo, Rakele, Fiorella Mannoia) che si discosta dalla dolcissima Eccomi qui, che porta la firma ancora della collaudata ‘coppia’ di Bungaro e Cesare Chiodo (questa volta con l’aggiunta di Carlo Di Francesco). Un artista, Bungaro, non nuovo nel mondo della Mannoia, basta infatti ricordare la splendida Io non ho paura, perla indiscussa del cantautore pugliese che Fiorella ha interpretato in maniera magistrale nel suo album “Sud” uscito nel 2012.

Il disco si chiude con Solo una figlia di Olivia XX (Arianna Silvestri, qui sotto nella foto insieme alla Mannoia), che ci offre l’occasione per ricordare che non è la prima volta che Fiorella scopre un pezzo interessante scritto da un emergente e lo porta all’interno del suo disco, permettendo alla voce che l’ha scritto di uscire allo scoperto insieme a lei. Brano suggestivo che spezza il cuore. Autentico racconto di due ragazzine che dalla vita non hanno avuto quel che avrebbero meritato e scelgono di scappare dalla realtà nel peggiore dei modi. Fiorella preferisce i finali sereni, ma si è lasciata convincere, per una volta, da Arianna a considerare che la realtà non è sempre a lieto fine.

Un bel segnale quello di Fiorella Mannoia, che in questo nuovo album lascia spazio ai colleghi che stima, ci si affida, si scosta un po’ solo perché lo sa fare con classe, ma resta sé stessa. E lo fa con convinzione, cantando come se tutto fosse partito solo dal suo cuore. “Padroni di niente” racchiude attualità, poesia, sentimento ed emozione. È un invito a sedersi ed ascoltare questi otto brani, ma è anche un invito a pensare, a prendere coscienza e a rimettere in ordine i valori fondanti della nostra vita.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Carlo di Francesco
  • Anno: 2020
  • Durata: 27:47
  • Etichetta: Olà / Sony Music

Elenco delle tracce

01. Padroni di niente
02. Chissà da dove arriva una canzone
03. Si è rotto
04. La gente parla
05. Sogna
06. Olà
07. Eccomi qui
08. Solo una figlia

Brani migliori

  1. Padroni di Niente
  2. Solo una figlia