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Davide Berardi

Odissee metropolitane

Ogni volta che cambiamo città o lavoro subentrano nuove relazioni, altri affetti, e ci ritroviamo a doverci adeguare a un contesto ancora inedito, da esplorare. Per i fuorisede o gli emigranti è ordinaria amministrazione, parte di una routine. Davide Berardi è un cantautore pugliese trapiantato a Milano, dunque conosce già bene questa condizione di distanza e adattamento che ha sempre metabolizzato attraverso l’intensa attività artistica dal vivo; poi è arrivato il lockdown che ha estremizzato tutto come un accento alle nostre voci strozzate e ha acceso in lui l’esigenza di raccontare questa odissea fatta di attese e smarrimenti.

Si intitola proprio Odissee Metropolitane l’ultimo lavoro di Berardi, distribuito da Artist First e prodotto da Party Smith con LeLe Battista. Sette brani, ciascuno riferito a un giorno della settimana, in cui si descrivono le vicende degli eroi quotidiani: “un omaggio ai piccoli che, pur senza riflettori puntati addosso, ogni giorno combattono battaglie per realizzare i propri sogni – racconta Davide - dai più semplici ai più complessi”.
L’album ha uno stile delicato ma preciso, con un’identità ben netta in cui la genesi voce-chitarra è più volte il riferimento di scrittura. Interessante notare che l’architettura sonora di ogni canzone è davvero rappresentativa di una fase sentimentale della settimana: ad esempio nella prima traccia riferita al lunedì troviamo Cognac, con giri armonici spesso interrotti, che non si chiudono, non si realizzano fino in fondo, descrivendo esattamente quel lasso temporale incerto e incompleto dei primi giorni, il principio incompiuto. Allo stesso modo testo e musica in tutto l’album sono ben connessi e intrecciati nei significati: come nell’interessante monito Rider (presentato in collaborazione con il sindacato Deliverance di Milano) in cui il basso riproduce fedelmente lo scorrere della ruota, e gli altri strumenti inseriti a contrappunto sull’idea della meccanica della bici. Tra i sette brani troviamo anche una Penelope che non risponde mai al telefono, uno squarcio di luce tra la Nebbia, e in I.ta.ca. gli ideali e la giustizia cercati altrove.

 

Sarebbe un peccato se il concept di Berardi si limitasse solo a queste canzoni. Riteniamo infatti che lo stile di narrazione, l’ecosistema sonoro e i riferimenti esatti in ogni contesto possano prestarsi, e quindi prendere maggiore forza, ad una rivisitazione che non sia limitata ad un file audio: invece di un solito concerto, vedremmo bene Odissee metropolitane inserito in un reading, un’architettura teatrale, o persino all’interno di un racconto di linguaggio (e dunque forma) microeditoriale come newsletter e blog, distribuiti eventualmente anche come podcast.

I musicisti hanno il dono intrinseco della sintesi e Berardi riesce benissimo a riassumere una giornata intera in un arpeggio di pochi minuti. Talento, certo, ma soprattutto una solida esperienza alle spalle: l’Uno Maggio Taranto (2015), Web Notte di Repubblica a cura di Ernesto Assante (2021), miglior testo al premio Bruno Lauzi (2014), finalista al Premio Lunezia (2013) e a L’Artista che non c’era nel 2016. Oltre il giudizio analogico musicale, questo lavoro è preziosissimo per la testimonianza e la memoria di quel periodo di restrizioni che abbiamo vissuto, e della paura che abbiamo avuto. È grazie soprattutto agli artisti, tutti, di ogni arte, proprio quella categoria così penalizzata, che abbiamo la possibilità di cristallizzare quelle difficoltà sociali e psicologiche e capitalizzarle al meglio positivamente.

Ha senso raccontare quello che ci manca, quello che non abbiamo? Potrà mai servire?Ebbene sì. Fa bene Berardi a musicare ciò che sentivamo di aver perso. Siamo fatti anche delle cose che non abbiamo; anche i tratti che ci mancano ci rappresentano.
E allora ci piace chiudere questa recensione mettendo una foto di Davide e Adriana Comes (compagni di vita e di 'lavoro', avendo fondato insieme Milano Cantautori, realtà molto attiva che promuove la musica emergente con live presso il Circolo Arci Bellezza), due persone solari, positive, in netto contrasto con la cupezza (giustificata) della copertina. Quando siamo fuorisede o ci sentiamo fuori luogo, spesso notiamo meglio alcune cose: sarà che anche il cuore, persino il cuore, è astigmatico?

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Party Smith e LeLe Battista
  • Anno: 2021
  • Durata: 26:19
  • Etichetta: Milano Cantautori

Brani migliori

  1. Cognac
  2. Rider
  3. Penelope