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Santoianni

Non ho santi in Paradiso

Non ho santi in Paradiso è il secondo lavoro, dopo Fossi nato prima (2019), di Santoianni, giovane artista del quale sentiremo parlare a lungo. Un album breve, sette canzoni, che assomiglia molto ad una raccolta di singoli. Questo aspetto e la brevità del disco potrebbero apparire dei difetti ma l’ascolto delle canzoni allontana subito questi pensieri e ci proietta nel mondo musicale del cantautore pop milanese. Già il primo album aveva mostrato l’arguzia, l’intelligenza e la profonda leggerezza di Santoianni ma è con questo album che l’artista riesce a far sbocciare le sue doti, riuscendo a realizzare sette canzoni tutte in grado di “spaccare”. Non è perciò un caso se prima della pubblicazione dell’album sono usciti ben quattro singoli: Stazione di sosta, Litorale, Exit, Forfait.

Buona parte del merito della crescita di Santoianni va attribuito al produttore, Molla, giovane cantautore e producer indie dell’ultima generazione. E’ l’ennesimo esempio di come l’artista abbia bisogno di una guida o perlomeno di un’interfaccia che lo aiuti a tirar fuori il meglio di sé.  Molla è partito dall’attitudine pop di Santoianni, mantenendola per tutte le canzoni ed evitando deviazioni stilistiche, riuscendo così ad attribuire un denominatore comune all’album. Molla indirizza Santoianni verso un suono piacevole ed intrigante, aiutandolo a costruire canzoni secondo canoni “di successo”, senza affievolirne però la fine sensibilità, anzi, evidenziandola. Proprio la sensibilità è una delle doti migliori di Donato Santoianni (in arte Santoianni) che si riversa in testi che non lasciano indifferenti e che lo inseriscono nel filone dei nuovi cantautori di oggi, lontani come “peso specifico” dai cantautori storici del secolo scorso ma capaci di manifestare con la loro musica emozioni e riflessioni non banali, costruendo canzoni indie pop con un’anima cantautorale.

L’album segna la maturazione dell’artista, come spiega la canzone che apre l’album, Rigore, che è la metafora dell’assunzione di responsabilità da parte di un individuo, che passa attraverso le difficoltà che la vita inevitabilmente chiede di affrontare. Stazione di sosta è uno dei pezzi più intriganti dell’album. Basato su un suono che strizza l’occhio alla dance, da un punto di vista lirico va in profondità, dando vita ad una canzone che sembra riflettere il disorientamento dell’uomo di oggi sospeso tra un prima che non esiste più e un post ancora da immaginare, con affermazioni come “svegliatemi tra trent’anni, quando sarà legale avere sogni. 15 secondi è un po’ il paradigma di questo nostro tempo veloce e fugace, 15 secondi sono il tempo che abbiamo a disposizione per affermarci (“e ci pestiamo i piedi per un po’ di spazio”), per dire che esistiamo, per dichiarare il nostro amore. La canzone di mezzo è Forfait, cantata con The Andre, originale clone vocale di Fabrizio De André, che riesce a inserire la sua voce profonda in questa canzone onirica e immaginaria, che si sviluppa attorno ad un ritmo incalzante, prima di concludersi con una frase tipica di oggi: “Stiamo procedendo verso la Luna si però però però…io sto morendo di paura”. Litorale è introdotta dal synth, poi è assalita da un ritmo che pare tracciare il confine del brano mentre la canzone racconta di una ”edicola vicino al mare, passare le ore a commentare le notizie dei miei fratelli che non troveranno da lavorare”. Exit è un altro dei singoli del disco, una canzone d’amore, di sogni, di malinconia, di fuga, con la voce e il sound che ricordano alcuni pezzi di qualche anno fa.

Il disco si conclude con Pericolo, altro bel pezzo che racconta di un amore che si ripete fino a franare: “ormai è sempre la stessa storia, la sai a memoria, come ai concerti, la tua canzone, a squarciagola, dicevi sono sempre io, ma eri un’altra persona”. Non ho santi in Paradiso è un disco breve, che si può bere tutto d’un fiato oppure si può gustare a piccole dosi, canzone dopo canzone, parola dopo parola, emozionante e delicato come il suo autore.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Molla
  • Anno: 2022
  • Durata: 22:20
  • Etichetta: Iobohdischi/ADA Music Italy

Elenco delle tracce

01.   Rigore
02.   Stazione di sosta
03.   15 secondi
04.   Forfait (con The Andre)
05.   Litorale
06.  Exit
07.  Pericolo  

Brani migliori

  1. Forfait
  2. Rigore
  3. Stazione di sosta