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Francesca Romana Perrotta

L'ora di mezzo

“Da ascoltare preferibilmente dopo il tramonto…” avvisa una nota nella quarta di copertina del libretto del cd, e quindi obbedienti ci mettiamo con calma in ascolto, quando la luce viene a mancare, magari in compagnia di un buon bicchiere di Negroamaro, vino rosso pugliese, morbido e armonico, sincero come gli occhi sgranati di Francesca Romana Perrotta, che ci fissano in attesa. In attesa forse del riscontro di un’emozione che dal suo talento genuino sia arrivata nitidamente a chi l’ascolta e che il rituale un po’ magico possa essersi compiuto nuovamente. Sono qui, sembra dire lei, mi senti?

Uno sguardo alla copertina, un primo ascolto, e poi di nuovo, si rimette il cd dall’inizio e lo si riprende ad occhi chiusi questa volta, per assaporarlo completamente. L’ora di mezzo è un disco dal sapore ampio, corposo, ricco e denso, e che non si dimentica facilmente. Ha, come il vino, colore deciso, profumo intenso e complesso, penetrante, sia nella musica che nella voce della cantautrice salentina trasferitasi adolescente in Emilia Romagna. Sa di sole la voce calda di Francesca Romana, e di vento di mare che la fa vibrare.

Sono undici le canzoni che compongono il terzo album della Perrotta: dieci storie di donne e un’undicesima storia vista invece dall’altra parte, quella maschile ne Io sono l’egoista (con la bella voce e il pianoforte di Gianluca De Rubertis). Sono donne contemporanee e storiche, le protagoniste di queste storie, interpretate in chiave rock e trattate tutte allo stesso modo, viste essenzialmente come esseri femminili appunto, con i loro pregi e i difetti che la mitologia non cela del tutto, dotate di sentimenti forti, quelli spesso “dimenticati” dalla storia tramandata. L’ora di mezzo, è il momento esatto in cui tutto si ferma a dispetto del tempo che sfugge (altra allusione presente nella bella immagine di copertina), tutto sembra sospeso e indefinito, non è né giorno né notte, né vita né morte, né passato né futuro. E’ Il ballo dei fantasmi, evocati nell’ultimo brano dell’album come in una danza surreale di figure indefinite chiamate tutte insieme a raccolta, che appaiono e scompaiono. È Maria Antonietta al patibolo, è l’ultima astuzia di Medea, è la seduzione de Il sorriso di Elena di Troia, è l’attesa senza soluzione di Penelope (Sul filo) mentre tesse la sua tela e, implorando attenzione, canta languidamente: “guardami, sono qui che scucio le ore ad un tempo stanco e miope, tra serpi e tarantole non vivo più, tesa sul filo e pallida di polvere, di sogni, di trame, di attese io non ne ho più.” 

La scelta delle parole di questi testi preziosi ed evocativi è accurata: ti pare di vederle, quelle donne, di sentirne la voce, di ascoltarne Il grido (brano vincitore a Musicultura 2016) oppure il lamento disperato a un passo dalla fine. Ma, al contrario di quello che si potrebbe credere leggendo quanto detto fin qui, L’ora di mezzo non è affatto un disco difficile o impegnativo da “digerire”. E’ sì un disco che merita un ascolto attento - e noi lo consigliamo vivamente - ma che, dopo averlo assaporato, lascia in bocca un buon sapore, insieme a interessanti spunti di riflessione per nulla scontati.

E’ come il piacere che dà un buon vino, si diceva, sorseggiato seduti alla finestra dietro una tenda, al calar del sole.

Foto di Margherita Cenni

 

Da martedì 9 gennaio gira in radio il nuovo brano Occhi di cera; il pezzo è il terzo singolo estratto dall'album L'ora di mezzo, che sarà presto presentato in un tour In partenza da Lecce il prossimo 26 gennaio.

Ecco le date previste per ora in calendario:
LECCE - 26 GENNAIO – FELTRINELLI
CESENA - 2 FEBBRAIO – CONSERVATORIO
ROMA - 17 FEBBRAIO – NA COSETTA
CERVIA - 2 MARZO – BIKE CINETICO

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica:
  • Anno: 2017
  • Durata: 42:00
  • Etichetta: Filibusta records srl/ Edizioni Curci

Elenco delle tracce

01. Occhi di cera
02. Il grido
03. Io sono l’egoista
04. Le cose non accadono per caso
05. La torre delle ore
06. Sul filo
07. Medea
08. Maria Antonietta (Viola Maestà)
09. La stanza di dentro
10. Il sorriso di Elena
11.  Il ballo dei fantasmi

 

 

Brani migliori

  1. Io sono l'egoista
  2. Sul filo
  3. Il sorriso di Elena

Musicisti

Giuseppe Bonomo e Massimo Marches: chitarre  -  Gianluca De Rubertis: tastiere, pianoforte e voce  -  Cristian Bonato: tastiere  -  Federico Micozzi: archi e pianoforte  -  Francesco Cardelli: basso  -  Tomaso Graziani: batteria