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Raoul Moretti

Intermittenze della vita

Un disco è sempre una storia narrata, una situazione descritta, che lo si voglia o no. Nel cantautorato, quando abbiamo il supporto delle parole, è facile e immediato entrare nella narrazione o descrizione, ma in fondo, il grande potere evocativo della musica sta proprio nella mancanza di riferimenti alla realtà concreta: attraverso i suoni possiamo accedere più facilmente a un mondo di sensazioni ed emozioni senza il filtro della definizione razionale delle cose.

È così che Raoul Moretti nel suo Intermittenze della vita ci descrive e accompagna attraverso l’esperienza condivisa della quarantena: “[…] all’inizio l’idea era quella di creare la musica per un film distopico. Ma con il trascorrere delle settimane abbiamo scoperto che il tempo di ‘straordinarietà’ diventava più lungo di quello che speravamo non fosse, con tutte le conseguenze quotidiane connesse, sia dal punto di vista sociale, sia psicologico, sia economico. La realtà dispotica la stavamo vivendo, non era più finzione”.

 

Per descrivere il tempo sospeso della quarantena Raoul utilizza il suo strumento: l’arpa elettrica ed elettronica. Suoni dal timbro elettronico ad altezza indefinita si mischiano a suoni ad altezza definita creando quella commistione tra musica elettronica e musica tonale che permette all’orecchio di agganciarsi e allo stesso tempo immaginare. Un disco in cui ci si può rilassare e lasciare andare all’ascolto.

Il disco è strutturato in quattro parti, ciascuna composta da tre brani. Nella prima parte viene rappresentato in musica il punto di vista delle persone e le immagini esterne, come il silenzio delle città deserte e i runner solitari; nella seconda parte lo sguardo si apre al mondo e alla Cina, rappresentata nei suoni dagli strumenti a corde della tradizione cinese. La terza parte, invece, descrive in musica gli aspetti psicologici dei momenti di crisi dovuti alla persistenza della situazione; infine, l’ultima parte porta con sé la nascita di una forza interiore dell’uomo, con la speranza che tutto finisca.

Tutto il lavoro è ben fatto, studiato, coerente come sonorità timbrica e volume. I passaggi da una sezione a un’altra sono sempre calibrati, graduali e ogni brano entra nel vivo attraverso un crescendo che avviene sia per accumulazione sia per intensità. Brani brevi, descrittivi, definiti, lasciano spazio all’immaginazione e richiamano colori e situazioni concrete. Non a caso questo disco doveva essere inizialmente un lavoro per film.

Consigliare l’ascolto di un brano piuttosto che un altro è difficile proprio per la coerenza dell’intero lavoro. Non si riesce a stipulare una classifica di “preferiti”: tutti promossi a pieni voti. Il consiglio, piuttosto, è quello di ritagliarsi il tempo dell’ascolto lento e consapevole di un disco ben strutturato che permette all’immaginazione di crescere e viaggiare.

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In dettaglio

  • Anno: 2022
  • Durata: 40:53
  • Etichetta: Tune Core/Believe Digital

Elenco delle tracce

01. 09 Marzo 2020

02. Strade deserte

03. Il Runner solitario

04. Sars-CoV-2

05. Al di là delle Sabbie

06. Stasi frenetica

07. Di Ansie e paure

08. Di Pensieri ossessivi

09. Di Attacchi di Panico

10. Andrà tutto…

11. Notti di Coprifuoco

12. Un’alba meravigliosa

Brani migliori