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Achille Lauro

Lauro

Per chi ha scelto di essere e di goderne./ Per chi se ne frega./ Per chi ha conosciuto la fine e della fine ha fatto il suo nuovo inizio./ Per tutti gli incompresi,/ come lo siamo noi. (Lauro)

Achille Lauro, cantautore, è prima di tutto un autore: dei testi delle sue canzoni, dei libri che scrive, delle sceneggiature dei propri video. Ama la scrittura e l’atto dello scrivere, ma i suoi testi sono Musica, sono da subito parole in musica. La Musica è l’oggetto del suo desiderio, rappresenta il suo tempo e lo spazio dello stesso ed è qualcosa di ineffabile. 

L’ultimo album Lauro, il sesto album di inediti uscito dopo “1990” e “1920”, due progetti laterali dell’album “1969”, può rappresentare al momento il paradigma o la cifra dell’artista, poiché si tratta di un lavoro che anticipa una sospensione, secondo la dichiarazione del Nostro, per il bisogno di vivere, e “vivere la vita” (Marilù) è forma e materia del suo processo creativo, e del suo “essere”. Tutto, di questo lavoro, ci dice essere il fermo immagine di Lauro De Marinis, in arte Achille Lauro, oggi, dopo l’esperienza sanremese che lo ha presentato al grande pubblico durante le ultime tre edizioni, accogliendo proprio in quella targata 2021 il “suo” spettacolo nel grande spettacolo nazional-popolare.

Nei mesi scorsi Achille Lauro ha presentato alla stampa il suo disco, come suole accadere nell’epoca del COVID-19 collegata in videoconferenza attraverso la piattaforma Zoom, seduto a lato della gigantografia della cover, quasi fosse la carta geografica del suo particolare Mondo. È uno dei cinque quadri, dall’artista stesso realizzati, che compongono un’intera opera grafica, di cui l’ultimo è stato scelto come copertina.

 

Su un fondo bianco il gioco dell’impiccato, che tutti da bambini abbiamo conosciuto per la sua semplicità e al contempo piacere nell’ingannare il tempo, e che da subito ci impressiona, come la luce una lastra fotografica di Méliés, quello stesso autore che candidamente ammetteva «i trucchi più semplici sono quelli più di effetto». Bianco e nero, pochi segni e una sola nota di colore rosso nella “O” di LAURO. La cover dell’album, l’immagine scelta, è importante tanto quanto lo è la Musica e appare chiaro essere pari ai costumi di scena che durante i suoi spettacoli - vere proprie performance - Achille Lauro indossa per contestualizzarla.
Ogni lettera corrisponde ad un genere musicale: L per il glam rock, A per il rock and roll, U per la popular music, R per il punk rock, O per la classic orchestra: il tessuto sonoro del suo vissuto che origina, condensandosi, un album punk rock, grunge leggibile, ascoltabile e ballabile (Latte+, Barillete cosmico). La O rossa è l’elemento dissonante rispetto alla fine del gioco, l’errore che si commette nell’arrendersi innanzi ad una supposta evidenza, al pensiero comune, al non vivere per autenticamente essere, al non seguire la scelta operata e prima ancora al non avere esercitato il diritto di scegliere, ciò che fonda il nostro essere liberi. Quella lettera rossa evidenzia che l’impiccato vince: baro e vado avanti. Un nuovo inizio rispetto ad una fine che la regola del gioco ci impone, un vero e proprio atto di disobbedienza che salvaguarda il giocatore, coraggioso nel dichiarare che non tutto è finito, si ricomincia.

Il minimalismo della cover apre così il laboratorio intimo, estetico e politico dell’artista, che in quella apparente semplicità afferma la propria idea di Musica e di Arte in senso lato, che sfugge allo script o all’aderire ad una cultura di conformità e che sceglie l’indipendenza della propria materia mettendola in discussione.

 

Il Nostro dichiara che il Tempo ha per lui due sole dimensioni: il passato e il futuro. Nella versione in vinile di “Lauro”, molto bene definiti nel lato A e lato B, il passato è il suo carattere nostalgico che le ballad bene esprimono (Solo noi, Marilù, Come me, Stupide canzoni d’amore, Sabato sera), il futuro il suo sguardo sognatore, il lato visionario. Il presente è annullato tra le due polarità, che in modo dialettico sono tensione, desiderio di dare forma, creare. Il confronto con la creazione e la sua realtà quotidiana, con l’imprevisto e l’esistenza, le intuizioni e il desiderio. Un Tempo in realtà lento, che sembra aver perduto la sua direzione o quella comunemente vissuta, in cui ogni aspetto dell’esistere s’incastra con qualcosa che è altro da sé nella cronologia al contrario, mostrando il prima di ciò che Achille Lauro e ognuno di noi è, siamo oggi: Generazione X e il senso di soffocamento che pervade il presente.

Non desiderando definire, categorizzare, utilizzare etichette per descrivere il racconto che la raccolta esprime, di esso si colgono atmosfere ed emozioni. L’accento romano dell’Autore ci conduce alla visione di una Roma, la sua città, che in quella periferia che lo ha accolto e formato, in quella cultura che ha respirato ma non condiviso (Femmina) tra quei ragazzi di vita impegnati nella microcriminalità, nella quale si sono generati quei pensieri fermati su fogli sparsi, poesie scritte su pezzi di carta stropicciati, da quell’angolo di una città eterna non da copertina,  il sublime sta proprio dietro il degrado, la sua grande bellezza decadente, come la poesia espressa da Rino Gaetano, Coez, Mannarino e Franco Califano cui il Nostro guarda con sincera riconoscenza (Solo noi, Lauro). Infine A un passo da Dio sembra tradurre in modo attuale la consapevolezza espressa da Lev Tolstoj, nel grande romanzo storico ‘Guerra e pace’: le nostre aspirazioni, tutti gli impulsi alla vita siamo convinti siano liberi, osservandoli nel rapporto con l’altro, nel suo significato storico, ci si persuade siano predeterminati e inevitabili. “O” forse no.
In che consiste l’errore? «Avere il mondo è a testa in giù/ Avere il mondo come chi/ Poi comandarlo come un Dio/ Ma che mondo è questo qui/ Io che morirò per te/ E poi ti ucciderò così».

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Achille Lauro, Frenetik&Orang3, Gregorio Calculli, Gow Tribe
  • Anno: 2021
  • Etichetta: Elektra Records, Warner Music Italy

Elenco delle tracce

01. Prequel

02. Solo noi

03. Latte+

04. Marilù

05. Lauro

06. Come me

07. Femmina

08. A un passo da Dio

09. Generazione X

10. Pavone

11. Stupide canzoni d’amore

12. Sabato sera

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Edizione deluxe

01. Lettera del mondo all'umanità

02. Prequel

03. Solo noi

04. Dio benedica chi è

05. Latte+

06. Marilù

07. Dio benedica chi gode

08. Lauro

09. Dio benedica gli incompresi

10. Come me

11. Femmina

12. A un passo da Dio

13. Dio benedica chi se ne frega

14. Generazione X

15. Barrilete cosmico

16. Pavone

17. Stupide canzoni d’amore

18. Sabato sera

19. Dio benedica solo noi, esseri umani

Brani migliori

  1. Latte+
  2. Marilù
  3. Femmina

Musicisti

Enrico Brun: archi, chitarra acustica, chitarra elettrica, sintetizzatore, drums;
Gregorio Calculli: sintetizzatori, archi, basso, chitarra acustica, chitarra elettrica, tastiere;
Riccardo Castelli: chitarra elettrica;
Matteo Ciceroni: drums;
Mattia Cutolo: sintetizzatori, drums, bass synth, fiati, pianoforte, archi;
Daniele Dezi: chitarra elettrica, basso, bass synth, sintetizzatori, archi, drums;
Marco Lanciotti: batteria;
Raffaele Littorio: chitarra elettrica, chitarra acustica, basso;
Daniele Mungai: chitarra elettrica, drums, sintetizzatori;
Fabio Rondanini: batteria;
  Cori:
Gregorio Calculli, Matteo Ciceroni, Lauro De Marinis, Marco Lanciotti, Simon Pietro Manzari, Daniele Mungai, Francesco Sacchini, Giacomo Campolo, Adriano Meliffi, Brian Riente, Francesco Polucci, Margherita Flore, Lisa Fiorani, Irene Calvia, Margherita Silvestrini, Elisa Tronti, Flaminia Lobianco, Laura Laccetti