Inventori del cosiddetto “rock demenziale”, gli Skiantos festeggiano i 32 anni di carriera con un’antologia in cui è raccolta la “kreme” del loro repertorio dal 1977 ai giorni nostri, nei vari cambi di formazione e scelte artistiche.

L’ascolto inizia con Fate skifo, demo del 1978, estratta dall’album MONO tono, che segnò la loro affermazione pubblica dopo l’esordio dell’anno prima con Inascoltable, pubblicato su etichetta Harpo's Bazaar. I titoli dell’antologia sono tutto un programma: Eptadone, Karabigniere Blues, Kakkole, Io sono una skianto, Io ti amo da matti (Sesso & Karnazza), Fagioli e la famosa Mi piacciono le sbarbine, estratta dall’lp del ’79 Kinotto, che segnò la consacrazione ufficiale della band bolognese.

Demenziali, ma non troppo, gli Skiantos da subito sono stati portavoce di tutta una generazione giovanile che aveva voglia di scrollarsi di dosso quel conformismo dilagante e andare contro un sistema sociale. Un po’ quello che è oggi per molti giovani Fabri Fibra, con la differenza che gli Skiantos erano (e sono ancora!) ironicamente surreali, ma allo stesso tempo graffianti e intelligentemente satirici. Il fatto che parlassero di “scorregge” o “seghe” nelle loro canzoni, attirava l’attenzione e la curiosità dei giovani che parlavano attraverso alcuni termini slang da loro utilizzati.

Tornando alle canzoni, emblematica è Signore dei dischi, accorata preghiera di un aspirante popstar che “vuole andare in classifica, scalare l’hit parade ed evitare i fiaschi con il migliore dei nastri”. Fantastica! Tra le 22 tracks c’è spazio anche per un inedito, Allegretto ma non troppo, e 4 bonus live: Sono un ribelle mamma, Pene d’amore e Meglio un figlio ladro che un figlio frocio da Skonnessi (Unplugged 1977-2006), e ancora Sono rozzo sono grezzo, in origine nell’lp Inascoltabile.

Un’antologia preziosa per avere una panoramica significativa su uno dei gruppi più originali della nostra scena musicale.

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