ultime notizie

Giorgia Bazzanti (feat. Michele Monina) presenta ...

di Valeria Bissacco Giorgia Bazzanti torna con un nuovo singolo, Rossa come le streghe, pubblicato il 21 marzo e nato dalla sua collaborazione con Michele Monina, noto scrittore, autore e ...

Roberto Michelangelo Giordi

Il sogno di Partenope

Nella musica c’è chi non va oltre i propri emisferi compositivi e chi, come Roberto Michelangelo Giordi, non si limita ad una scrittura lineare, ma dedica il suo tempo per continue escursioni di ricerca che oltrepassino la propria concezione elaborativa, arricchendo i contenuti con nuove concezioni stilistiche. Ebbene, alla quarta prova, cosa si è inventato? Con Il sogno di Partenope ha rielaborato episodi della tradizione sonora campana, con dettami colti e raffinati di folk, jazz, world e molto di più. L’abbondanza di quindici tracce non è cosa frequente e, per di più, curate all’inverosimile ed impreziosite dalla presenza di fior di musicisti come Daniele Sepe e Ciccio Merolla, tanto per citarne un paio.

Dal diploma di vent’anni fa, conseguito in casa Mogol,  alla stabilizzazione odierna in quel di Parigi, Roberto ha incamerato esperienze ed incontri determinanti come Mario Lavezzi, Detto Mariano, Solis String Quartet ed impattando, inoltre, Alessandro Hellman che (da oltre un decennio) è la penna testuale delle sue canzoni. L’oscura stranezza free-jazz di Scalinella inaugura la lista dell’opera per passare poi la mano alla minimale Core ‘ngrato, dall’accorata intensità verace, cosi come A vucchella e Torna Maggio: quest’ultima rivestita di griffe pop-jazz. Quando, invece, irrompe il virtuoso sax di Daniele Sepe in Fenesta vascia l’eloquenza romantica intensifica il suo battito, mentre il folk più viscerale lo troviamo in Cronache globali degli anni zero, in chiave filo-romantica, in duetto con la brava singer Brunella Selo. A rimescolare le carte spetta all’estraniante tribalismo di A mare chiaro, con lo scacciapensieri che rimbalza dispettoso nel narrare cospirativo di Giordi. Altro giro, altro duetto: in La rose ostenta l’idioma francese, in compagnia di Annalisa Madonna, ispiratissima nei vocalizzi di contorno. Da apprezzare particolarmente è la titletrack, sviluppata con gaia tarantella medievale, in cui l’orecchio viene rapito in fascinazioni d’ambiente, come se fosse circondato da cortigiani, alfieri e lacchè: brano che gli ha tra l’altro appena regalato la vittoria in ex-aequo con Levia al Premio Botteghe d'Autore per la migliore canzone. Cala infine il sipario con la vellutata Nuttata ‘e sentimento, commentata con la carezza pianistica di Piero De Asmundis (anche produttore artistico dell’album).

Ci ha visto lungo la label francese Disques Dom a scritturare Giordi, perché ha capito che la sua è una spiccata sensibilità, ed il respiro di Parigi gli ha consentito di affinare percezioni, elevandolo a cantautore colto e di culto, rinnovando lo storico trait-d’union che s’interseca tra le due culture, catturando i punti comuni per rimodellarli con duttilità progettuale, confermando quanto Parigi val bene una Messa: oh, oui!   

 

0 commenti


Iscriviti al sito o accedi per inserire un commento


In dettaglio

  • Produzione artistica: Piero De Asmundis
  • Anno: 2019
  • Durata: 54:13
  • Etichetta: Disques Dom

Elenco delle tracce

01. Scalinatella
02. Core ‘grato
03. Villanella ch’all’acqu vai
04. Fensta vascia
05. Cronache globali degli anni zero
06. Mmiez’ò ggrano
07. A vucchella
08. Luna nova
09. Torna maggio
10. A mare chiaro
11. Mierolo affurtunato
12. Le rose
13. Lu cardillo
14. Il sogno di Partenope
15. Nuttata ‘e sentimeno

Brani migliori

  1. Torna maggio
  2. Le rose
  3. Il sogno di Partenope

Musicisti

Roberto Michelangelo Giordi: voce - Piero De Asmundis: piano - Daniele Sepe: sax - Pericle Odierna: clarinetto - Michele Signore: violino, mandolino e lira pontiaca - Ciccio Merolla: percussioni - Brunella Selo: voce - Annalisa Madonna: voce