Negrita
L’approccio con HellDorado, per la sottoscritta, ha
avuto una gestazione tribolata. Che
rumore fa la felicità?, il
singolo che lo ha preceduto, non la convinceva. Il primo ascolto di tutte le dodici
tracce, poi, ha provocato una sola reazione: staccare tutto. Ma la mattina
dopo, ricettiva al massimo, è seguito un ascolto attento, di più e più volte. E
beh, signori, sapete cosa c’è? I dottori sono tornati, e l’hanno fatto in grande
stile.
Certo, chi amava i Negrita degli esordi, da “Negativo” a “Radio
Zombie”, fermandosi ad un ascolto superficiale potrebbe detestare questo disco.
Ma chi sa bene che il rock’n roll vero, quello nato nel 1954 con Elvis per
intenderci, è fatto di movimento e di carica energetica, allora non potrà fare
altro che convenire con me che questo è un album Rock. È rock nel sound, che va
a ripescare tradizioni storiche, e Brother
Joe, omaggio a Joe Strummer, ne
è l’esempio lampante già dal titolo. Ed è rock nei contenuti, perché la maggior
parte dei testi è stata pensata e scritta per comunicare un messaggio forte
contro una dilagante crisi di valori. Le canzoni dei Negrita diventano allora
colonna sonora di un’auspicata rivoluzione culturale e sociale. E lo fanno già
a partire da Radio Conga, che lancia
un “may day” per una “vana gloria” che non serve a curare il mondo, a cui fanno
da sfondo percussioni travolgenti. Sullo stesso stile la protesta sollevata da
Il libro in una mano, la bomba nell’altra,
che punta il dito verso l’ipocrisia di chi da una parte prega e dall’altra
spara oppure predica umiltà ed ostenta ricchezza. E la protesta si alza anche
con Salvation, mentre Il ballo decadente, omaggio a Rino
Gaetano, è una ballad ironica su un lassismo tutto italiano. Malinconica e
sognante Gioia Infinita; canzone
d’amore travestita da rock’n’roll Malavida
en BS. AS; evocativa di uno stato d’animo Soy Taranta; piena di speranza Notte
Mediterranea.
“HellDorado” è contaminazione, di
lingue (se ne contano almeno dieci diverse) e di suoni: dai Mano Negra ai Clash,
ma anche Rolling Stones e Bob Dylan, con Roy
Paci in più tracce e Cico MC
(voce su Muoviti!) non soltanto
evocati, ma attori attivi. Tutti a far parte della rivoluzione Negrita.
01. Radio Conga
02. Il libro in una mano, la bomba nell'altra
03. Malavida en BS. AS.
04. Soy taranta
05. Gioia infinita
06. Il ballo decadente
07. Muoviti!
08. Che rumore fa la felicità?
09. Salvation
10. Ululallaluna
11. Notte mediterranea
12. Brother Joe
Paolo “Pau” Bruni:
voce
Cesare “Mac” Petricich:
chitarra
Enrico Salvi “Drigo”:
chitarra
Franco “Franky” Li
Causi: basso
Cristiano Dalla
Pellegrina: batteria
Itaiata De Sa: percussioni
e voce
Roy Paci: tromba
Giorgio Giovannini:
trombone
Guglielmo Pagnozzi:
sax
John Type: loops
e turntables
Emanuel “Ema” Yazurlo
(La Zurda): ronroco
Andrea “Pupillo” De
Rocco (Negramaro): fisarmonica
Fabrizio Barbacci:
tastiere
Paolo Alberta:
programming
Cico MC: voce
Daniel Suarez (Bersuit):
cori
Condor Sbarbatti
(Bersuit): cori