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Enrico Intra

Gregoriani & Spirituals

Alle fonti della musica vocale di matrice liturgico-religiosa: questo l’input che si è dato Enrico Intra per questo suo nuovo, ambizioso progetto discografico. Del resto l’ambizione – nell’accezione migliore del termine – non è mai mancata al pianista e compositore milanese, di cui ricordiamo quanto meno, come momento germinale (anche di conversione all’universo musicale afroamericano per quelli che all’epoca Arrigo Polillo aveva battezzato “gli orfani del rock”, quorum ego, tanto per capirci), Nuova civiltà, anno di grazia 1972.

Qui la duplice matrice, come recita eloquentemente il titolo dell’album, è quella europea e quella, invece, propriamente neroamericana, separate da svariati secoli, come ceppo, ma facilmente gemellabili, se andiamo al succo del discorso. Che è poi ciò che fa appunto Intra, affidando l’esplorazione del suddetto doppio ceppo alla voce – decisamente nera, per impostazione, timbro, inclinazione drammaturgica – di Joyce Elaine Yuille, col contorno, a intermittenza, dell’arpa di Marcella Carboni (tutta sola, fra l’altro, in Per Elena) e dell’organo di Stefano Proietti, ovviamente non senza il supporto del suo pianoforte, con o senza l'ausilio di basso e batteria.

Proprio il trio in sé e per sé firma anzi alcuni degli episodi più interessanti del disco (Gillo, Scherzo, Gomme…), intercalati felicemente a quelli in cui è la voce la protagonista principale, non prima di aver opportunamente – paradigmaticamente, verrebbe da dire – presentato l’operazione nell’iniziale A Holy Day for Us, che giustappone di fatto i due momenti: prima la voce con l’altrui contorno (altrove è il solo Intra a dialogare con Joyce Yuille, che in Sometimes I Feel Like a Motherless Child si produce anche senza accompagnamento alcuno), poi, appunto, il solo trio. Dopo un altro episodio emblematico del percorso dell’album, Ode to Thee, posto non a caso a suggello dell’opera in quanto tale, una sorta di postilla, francamente del tutto inattesa, accoglie l’ascoltatore nel conclusivo Intránnias, dove le radici religiose da illustrare sono quelle sarde, visto che il brano è totale appannaggio di Gavino Murgia (che ne è anche l’autore, nella foto a sinistra) e dei Tenore Gòine di Nùoro. La più classica delle ciliegine sulla torta.   

Foto di Olga Korh (Intra), Fabiana Toppia Nervi (gruppo) e Michele Bordoni (Murgia).     

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Alessandro Guardia & Fabrizio Salvatore
  • Anno: 2018
  • Durata: 54:03
  • Etichetta: Alfa Music

Elenco delle tracce

01. A Holy Day for Us 
02. Wade in the Water
03. Gillo
04. Morning Star 
05. This Little Light Of Mine
06. Scherzo (da Anbahnen)
07. Sometimes I Feel Like a Motherless Child
08. Per Elena
09. Gomme
10. The New Born 
11. Non solo Be Bop
12. Amazing Grace
13. Ode to Thee
14. Intránnias

Brani migliori

  1. Gomme
  2. A Holy Day for Us
  3. Intránnias

Musicisti

Enrico Intra: pianoforte - Joyce Elaine Yuille: voce - Marcella Carboni: arpa - Matteo Bortone: contrabbasso - Stefano Tamborrino: batteria - Stefano Proietti: organo a canne - Gavino Murgia, Tenore Gòine di Nùoro: voce in 14