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Santo Barbaro

Geografia di un corpo

Si può partire dal folk sperimentale e poi dirigersi artisticamente da tutt’altra parte? Certamente sì, ed il percorso musicale di Pieralberto Valli e Franco Naddei può essere considerato un esempio chiaro in questo senso. Il progetto Santo Barbaro prende forma nel lontano 2007, si sviluppa attraverso la produzione di tre successivi album che, come detto, prendono avvio da un folk, ancorchè fortemente “interpretato” e stravolto, per poi muoversi attraverso un sempre maggior utilizzo dell’elettronica e virare, repentinamente quanto decisamente, verso un ambito industrial e sempre più lontano dal cantautorato “classico” che aveva in parte caratterizzato le origini.

Attraverso questo viaggio musicale il duo emiliano-romagnolo approda al quarto lavoro, ovvero Geografia di un corpo che è un po’ punto di arrivo, ed un po’ punto di partenza: nove musicisti, tre giorni secchi in studio, un album in presa diretta, praticamente dal vivo in studio, con la caratteristica di utilizzare una strumentazione doppia, ovvero due batterie, due bassi, due chitarre, due percussioni che suonano all’unisono, mentre il solo synth mantiene la sua unicità, come fosse un ipotetico timone, un perno attorno al quale gli altri strumenti ruotano ed imboccano la propria direzione.
Atmosfere post-punk, dai suoni acidi e dai ritmi spigolosi, permeate da una certa cupezza che tuttavia non scivola mai nella desolazione, ma che riflette un che di “periferico”, di “industriale”. Vengono evocate immagini a tratti spettrali, Lacrime di androide, ma ancora di più la successiva Pavlov, in cui la voce viene letteralmente sommersa, quasi strozzata dal torrente di note che la band le riversa sopra.

Sono davvero lontani i tempi del folk, i tempi di una musica più lineare e maggiormente omogenea, trasformatasi quasi in una sequenza ininterrotta, ma irregolare, di input. Santo Barbaro adesso si muove lungo una direttrice che procede a balzi; i brani rallentano, si fermano, poi ripartono con grande potenza ed energia, come La necessità di un’isola, che alla fine riesce a creare nell’ascoltatore uno stato quasi di ansia. In questo senso la new wave dei primi anni ’80 fa capolino in più di un passaggio. Ci sono poi, invece, passaggi più delicati, quasi “meditativi”, come Ti cammino dentro, la successiva Tra gli alberi e In memoria di nessuno, che chiude l’album, che sarebbero tali se, in realtà, il senso di oscurità ed i testi enigmatici non li permeassero profondamente.


Geografia di un corpo è un album indiscutibilmente affascinante, dai molteplici lati oscuri, un lavoro in cui la cupezza ed il ripiegarsi su se stessi sono sicuramente due elementi fortemente caratterizzanti, assecondati da sonorità che si piegano, forzatamente, alle atmosfere narrate.
Nonostante queste caratteristiche così particolari l’album è un lavoro diretto, a tratti quasi immediato, che “arriva” all’ascoltatore senza bisogno di quelle analisi troppo approfondite cui casomai dedicarsi, successivamente, se lo si vuole penetrare davvero in profondità.
L’effetto, anche solo quello epidermico, è notevole, e lascia scossi sin dal primo ascolto; la nuova via è tracciata, almeno nelle sue caratteristiche essenziali.  
Il percorso è tutto da scrivere, e da suonare…

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Franco Naddei, Raffaele Bassetti
  • Anno: 2014
  • Durata: 49:07
  • Etichetta: Dinotte Records/Cosabeat

Elenco delle tracce

01. Lacrime di androide
02. Pavlov
03. Cosmonauta
04. La necessità di un’isola
05. Zolfo
06. Corpo non menti
07. Finchè c’è vita
08. Ora il presente
09. Ti cammino dentro
10. Tra gli alberi
11. In memoria di nessuno

Brani migliori

  1. Lacrime di androide
  2. Corpo non menti
  3. Finchè c’è vita

Musicisti

Pieralberto Valli: voce, chitarra, pianoforte, batteria  -  Franco Naddei: synth, elettronica  -  Michele Camorani: batteria  -  Matteo Teio Rosetti: batteria, voce  -  Diego Sapignoli: percussioni  -  Lucia Centolani: percussioni  -  Francesco Tappi: basso  -  Roberto Villa: basso  -  Michele Bertoni: chitarra  -  Giuseppe Righini: voce