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Paolo Bonfanti

Elastic blues

L'impressione che si ha mentre si ascolta il nuovo album di Paolo Bonfanti, uscito il giorno del suo 60° compleanno, è quella di essere, appunto, invitati ad una festa importante, ma anche di non capire se il festeggiato sia chi suona o chi ascolta, tanti sono i regali che riceviamo durante i 70 minuti di Elastic Blues.
Per quanto condizionato dall'assurda situazione in cui ci troviamo da ormai un anno, il Bonfa, che, sia detto subito, si deve ascoltare dal vivo perché è sul palco che esprime tutto il suo estro, tira le somme di 40 anni di carriera ripercorrendola senza nostalgia, ma dimostrando come la sua chitarra e il suo blues siano attualissimi e pronti a durare.

Concepito quindi come un vero regalo, Elastic Blues si accompagna ad un libro, che contiene fisicamente il cd e ne è parte integrante, dove tra foto ed aneddoti riusciamo a conoscere cosa voglia dire la musica per Paolo e quanto lui le sia fedele. “Un'anima buona con il fuoco del blues nelle vene” è la definizione che dà di lui il celebre fotografo Guido Harari, che come in uno dei suo migliori scatti immortala l'essenza del Bonfa in poche parole. Sì, perché prima di tutto, Paolo è una persona speciale, uno spirito gentile e generoso, nel cui sangue la musica scorre inarrestabile. Un musicista straordinario nella sua umiltà, come emerge nei racconti del libro, dove parlando di duetti e incontri storici, Paolo dà sempre la sensazione di volersi mettere defilato rispetto ai riflettori, di voler condividere invece che ostentare, dando spazio e gloria ai mille compagni di avventura.

Allora è giusto iniziare a parlare di Elastic Blues partendo da We're still around, brano suonato con la sua prima band, gli storici Big Fat Mama, con i quali iniziò la sua carriera e che per un atroce scherzo del destino è uno degli ultimi incisi da Piero De Luca, leader e bassista del gruppo, scomparso poche settimane dopo la pubblicazione del disco. Un pezzo positivo, trascinante, dove con orgoglio Bonfanti e i suoi vecchi amici affermano di meritare (e ci mancherebbe) ancora un posto in questa giostra che è il mondo della musica. Fa da contraltare la dolcissima In love with the girl, delicata dichiarazione d'amore in punta di chitarra e violino, tanto intima che noi invitati al party quasi ci imbarazziamo.

Bluesman impunito, Bonfanti è genovese nel migliore dei significati possibili e non poteva dimenticarsi del suo dialetto, che spicca come lingua di cuore e di appartenenza nella meravigliosa Fin de Zugno, riflessione agrodolce dei ragazzi che difesero Genova dalla vergogna fascista del 1960 e oggi si chiedono se ne sia valsa la pena. Sudore, romanticismo, radici e introspezione, Elastic Blues non è certo un disco monotono, riuscendo dunque nell'intento di presentare in toto l'arte del suo autore. Catalogarlo come “disco blues” sarebbe fare un torto al Bonfa, che in 70 minuti dimostra di poter mettere la sua chitarra al servizio del rock, del folk e del free jazz senza però snaturare il suo stile. Il consiglio spassionato è quello di ascoltare l'album sfogliando il libro, di perdersi nel blues che attraversa le dita e immergersi nella storia di uno dei migliori musicisti italiani.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Paolo Bonfanti
  • Anno: 2020
  • Durata: 70:05
  • Etichetta: Rust Records

Elenco delle tracce

01. Alt!
02. The noise of nothing
03. Haze
04. In love with the girl
05. Unnecessary activities
06. Heartache by heartache
07. Don't complain
08. Fìn de Zugno
09. We're still around
10. A o canto
11. Hypnosis
12. I can't find myself
13. Sciorbì/sciuscià
14. Elastic blues
15. Where do we go
16. Unnecessary activities (slight return)

Brani migliori

  1. In love with the girl
  2. Fin de Zugno
  3. We're still around