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Mujura

Come tutti gli altri Dei

Il produttore di Eugenio Bennato questa volta lavora per sé, e soprattutto elabora i temi “mediterranei” a lui cari attraverso dieci brani che, ripescando miti e leggende della mitologia greca, li pone in relazione agli atteggiamenti umani “moderni, mettendone a nudo le contraddizioni, gli eccessi, rivelando la piccolezza di tante espressioni umane poste di fronte a ciò che, laicamente, si può definire come “più grande”. Strumenti della tradizione ionica e mediterranea (chitarra battente, lira calabrese, tamburelli, oud, mandola, mondol algerino, tamburo a cornice), si confrontano con strumenti classici (archi, clavicembalo, contrabbasso), ma in questa miscela non mancano neppure, in un ruolo che si potrebbe quasi definire di “reagente”, chitarre elettriche, basso elettrico, batteria e tastiere, che a loro modo innescano una reazione che sfocia nelle dieci tracce di Come tutti gli altri Dei.

Con questo lavoro Mujura, al secolo Stefano Simonetta, mette a frutto anni di lavoro dietro al mixer, anni di ascolti, di riflessioni, di conoscenza, e lo fa interfacciando la tradizione musicale regionale con la mitologia classica con lo scopo di rileggere l’attualità con gli occhi dell’esperienza.

C’è molta verità, nelle sue parole, quando afferma che: “Si può essere artisti moderni con una voce contadina e una chitarra battente e allo stesso modo, si può essere artisti “popolari” con una classica rock band.” La dimostrazione di ciò si trova tutta in questo secondo album, che si muove attraverso trame storiche dilatate nel tempo ma riafferma, ad ogni nota, la sua contemporaneità. Come prevedibile, all’interno di questa sorta di festino musicale in cui, nella concitazione della musica, cadono le barriere e si rivelano le realtà, il ritmo ha una certa preminenza. Così come accadeva nei Bacchanalia, situazioni in cui le distanze fra divino ed umano si riducevano, grazie anche, e soprattutto, al vino ed all’ambiente gaudente e sfrenato, così in questo album uomini e dei si confondono, incrociano i loro destini ma soprattutto i loro ruoli: il divino appare quasi a portata di mano, l’umano si spinge oltre i suoi limiti, mentre i musicanti accompagnano questa commistione di suoni, colori, sapori e sensazioni.

In questa sorta di animato tourbillon la voce roca e grezza di Mujura assume il ruolo di cantastorie, colui che osserva, descrive, non giudica ma, in modo sotterraneo ed impercettibile, offre chiavi di lettura che possono, volendo, essere anticipatrici di valutazioni più sottili. Edoardo Bennato, ospite di lusso, dà vita ad un Efesto sfrontato, aggressivo ed impudente, ed il ritmo incalzante che ne sostiene il canto diventa, via via, sempre più impetuoso, quasi parossistico, cosicchè il banchetto raggiunge il suo climax, l’intensità giusta per festeggiare, in primis, coloro che lo stanno celebrando. Come tutti gli altri Dei è una sorta di celebrazione laica in cui si incrociano, si scontrano e si fondono mitologia antica ed espressioni della vita odierna: la musica, come detto, funge da innesco per una miscela esplosiva che celebra la vita, i suoi eccessi, la sue esagerazioni.

Mai come in questo caso la definizione di “musica popolare”, proprio perché figlia della narrazione popolare, calza davvero a pennello: ai musicisti il compito di esserne cantori, ma soprattutto di diffonderne le sollecitazioni e gli stimoli sensoriali.

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Mujura, Gigi De Rienzo, Alessandro Luvarà, Fabrizio Piccolo
  • Anno: 2018
  • Durata: 46:46
  • Etichetta: Radio Coop

Elenco delle tracce

01. Toro
02. Afrodite
03. Cassiopea
04. Efesto
05. L’Agnello muore
06. Amaravita
07. Orfeo
08. Aurora
09. Acqua di provincia
10. Mai

Brani migliori

  1. Afrodite
  2. Efesto
  3. Orfeo

Musicisti

Mujura (Stefano Simonetta): voce, chitarre acustiche, basso, mandole, percussioni, chitarra classica  -  Marcello Giannini: chitarre elettriche, chitarra classica  -  Riccardo Villari: violino  -  Derek Di Perri: armonica  -  Massimo Cusato: percussioni, batteria  -  Marcello Gentile: mondol algerino, mandole  -  Vincenzo Lamagna: contrabbasso, basso  -  Gabriele Albanese: marranzano  -  Arcangelo Michele Caso: violoncello  -  Andrea Simonetta: chitarra battente  -  Edoardo Bennato: voce  -  Alfredo Verdini: lira calabrese  -  Chiara Orefice: cori  -  Marwan Samer: cori, oud  -  Francesco Loccisano: chitarra classica  -  Gigi De Rienzo: additional keyboards  -   - Fabiana Martone: cori  -  Federico Placanica: batteria  -  Roberto Porzio: clavicembalo, Fender Rhodes  -  Stefania Alessi: violino  -  Sergio Tommasini: viola  -  Paolo Sofia: cori