Uno degli acquirenti ideali di questo cofanetto edito dalla Universal è colui che possiede vari LP ma oramai con ragnatele, magari rigati e con copertine sudicie, cassette originali e non, qualche 45 giri ramingo. Viene ora presentata una serie di ben undici CD che vanno dal mitico Collage sino a Orme del 1990. L’edizione è decisamente spartana, la grafica didascalica e anonima. Talora le riproduzioni delle copertine lasciano molto a desiderare. Perlomeno le undici bustine contengono sul retro i dati essenziali.

I pregi tuttavia non sono di poco conto. Anzitutto il prezzo di una quarantina di euro è decisamente valido e lo scarno cartonato consente al cofanetto di occupare appena un centimetro in più di larghezza rispetto alle confezioni dei primi CD doppi. I dischetti contenuti sono rimasterizzati, la freschezza e l’incisività dei suoni e della musica sono fuori discussione. Va anche considerato che non è dato sapere se una simile operazione, strettamente commerciale, abbia il favore del gruppo. La masterizzazione non è solo un fatto tecnico, ha anche implicazioni artistiche e qui si torna al coinvolgimento del gruppo.

Riassaporando le musiche in ordine cronologico si possono osservare i mutamenti e le evoluzioni musicali del gruppo, avendoli comodamente insieme anche per possibili confronti. Dal lungimirante Collage, all’ambizioso Felona e Sorona, si sfoglia poi l’ingiustamente tralasciato Contrappunti e l’enfatico In concerto. Assumendone uno al dì, si prosegue con Smogmagica, dove tra le cose migliori vi sono la copertina e la nota Amico di ieri. Sono anni di belle tournée teatrali, come quella di Verità nascoste. Con Storia o leggenda la strada si fa in salita per Le Orme. Nel cofanetto troviamo poi gli album cameristici Florian e Piccola rapsodia dell’ape, sino al gradevole pop di Orme.

Questa sorta di strenna può sicuramente avere i destinatari ideali nei vecchi fans, salvo eccezioni, per un giovane sarebbe un menù forse più impegnativo. Le bustine con i CD passano tra le mani come un mazzo di carte: in qualche secondo scorrono vent’anni.

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