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Cisco

Canzoni dalla soffitta

“Usare le note come una sorta di medicina… ho cercato di canalizzare le mie sensazioni attraverso canzoni nuove, mettendo in cima un sentimento fondamentale, quello della speranza, della voglia di rinascita.
Solo facendo questo possiamo rimetterci in cammino e guardare senza timore, verso il futuro”.

Questa affermazione di Stefano ‘Cisco’ Bellotti riassume efficacemente lo spirito di Canzoni dalla soffitta, il suo doppio album uscito lo scorso ottobre. Sono passati 30 anni da quando, nel febbraio 1992, il cantautore salì per la prima volta sul palco con i Modena City Ramblers, per poi proseguire la propria carriera come solista a partire dal 2005. Il suo ultimo lavoro è stato concepito e realizzato durante il periodo del lockdown: proprio nella sua soffitta, nell’isolamento di quei mesi, Cisco ha infatti composto 12 inediti, che trovano spazio nel primo dei due dischi che costituiscono il progetto, e li ha incisi insieme a prestigiosi collaboratori quali Simone Cristicchi, Dan Chiorboli, Tamani Mbeya e Phil Manzanera, ognuno dei quali ha lavorato nel proprio home studio, “a distanza” rispetto agli altri musicisti. Il secondo disco è invece intitolato Live dalla soffitta e raccoglie altri 12 brani suonati con chitarra, voce e armonica. Durante il primo lockdown della primavera 2020 il cantautore, tramite i propri canali social, regalava quotidianamente ai propri followers performances in acustico del proprio repertorio, insieme a cover di altri artisti, e ha pertanto deciso di registrare una dozzina di questi pezzi per sintetizzare l’esperienza di quei mesi.

 

L’uscita dell’album è stata anticipata dal singolo Riportando tutto a casa, che porta il titolo dell’album d’esordio dei MCR (1994). La canzone è una sorta di autobiografia che ripercorre la trentennale storia musicale e personale del songwriter, “piccolo Hemingway senza pretese”, trascorsa “tra una pinta ed il lambrusco”; il tessuto sonoro tipicamente “irish” è arricchito dal timbro del tin whistle di Franco D’Aniello. Passando all’ascolto del primo disco, è evidente come alcuni brani tocchino direttamente la tematica della pandemia fin dal titolo: Baci e abbracci, ad esempio, sono quelli negati nei mesi in cui il ‘distanziamento sociale’ era la parola d’ordine, ma sono anche segnali d’affetto che si vorrebbero dispensare per festeggiare la fine dell’incubo, tra brindisi e canti in libertà. Qui la voce di Cisco duetta con Simone Cristricchi in un autentico e coinvolgente abbraccio sonoro. Si prosegue con Andrà tutto bene, che non è soltanto lo slogan incoraggiante che campeggiava dalle finestre e dai balconi di tutta Italia, ma un sincero anelito a rinascere a nuova vita dopo i disagi e le restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria. Il pezzo parte con l’intro di chitarra di Phil Manzanera ed è poi impreziosito da una sezione di ottoni e dall’affascinante voce di Tamani Mbeya, che duetta con Stefano in lingua Chichewa del Malawi. Sempre al confinamento rimanda La finestra sul cortile, traccia dall’incalzante ritmo in levare, il cui ironico testo allude alla frustrazione dello stare chiusi in casa mentre si osservano con sospetto i movimenti dei vicini - come il personaggio dell’omonimo film di Hitchcock - e si dialoga con il frigorifero nel tentativo di preservare la propria sanità mentale.

Uno dei brani migliori è senz’altro Lucho, commovente ballata latineggiante ispirata a Luis Sepúlveda, scomparso durante la prima ondata di pandemia. Caratterizzata dai timbri della tromba, del vibrafono e delle percussioni, la canzone cesella e unisce parole, voce, melodia e ritmo in un inno all’amicizia e alla libertà, contro i soprusi e la ferocia dei potenti. Dedicata alla propria città è invece la nostalgica Il mio posto, in cui l’arpeggio di chitarra acustica, la slide che affiora leggera, l’armonica e il flauto sembrano sospesi sopra il cielo di Carpi, hometown del cantautore. Cosa lasciamo tocca poi temi importanti come il rispetto dell’ambiente e il dovere di lasciare alle generazioni che verranno un mondo e una società migliore. Le chitarre slide e acustica sostengono con ritmo questo brano, reso dolce e suggestivo da un coro di bimbi. Altra canzone molto intensa è Per sempre giovani, in cui la chitarra arpeggia note che diventano lacrime: Cisco qui racconta infatti la tragedia che ebbe luogo nel 1990 all’istituto Salvemini di Casalecchio di Reno, in cui morirono 12 studenti per lo schianto sull’edificio di un aereo in avaria abbandonato dal pilota. La vicenda è narrata attraverso i pensieri dei ragazzi, tra sogni adolescenziali e ansie scolastiche, immortalati un attimo prima del disastro: “Eppure noi volevamo volare/C'è una materia che non si può insegnare/Fatta di attimi che fuggon tra le dita/In un libro bianco chiamato vita/Però il nostro tempo finisce qui/Il cielo è caduto di giovedì/E non vedremo più il nostro domani/Per sempre giovani. per sempre uguali”. Cisco si cimenta, infine, anche con due cover: Il fantasma di Tom Joad, traduzione di Luca Taddia di un brano di Springsteen, e con i Fiori morti dei Rolling Stones che, da lui raccolti, prendono vita nella sua bella versione di questo folk rock che vuole omaggiare Charlie Watts.

 

Due parole anche sul secondo disco, che contiene sia canzoni scritte dallo stesso Bellotti che firmate da altri autori: si inizia con Grande famiglia, versione acustica dello storico brano dei MCR, mentre La legge giusta ricorda Carlo Giuliani, Piazza Alimonda, la scuola Diaz e il G8 di Genova 2001. Segue Bianca, una ballata in dialetto emiliano dedicata alla figlia, con un toccante assolo di chitarra acustica a sfumare nel finale. Cisco non poteva poi far mancare la fondamentale composizione dei Gang La pianura dei sette fratelli, dedicata all’umanesimo contadino che si fa resistenza, rappresentato dalla famiglia dei sette fratelli Cervi. In L’unica superstite il musicista lascia la chitarra e si fa cantastorie, utilizzando solo voce e percussioni per una narrazione in memoria delle vittime della barbarie nazifascista, rievocando la figura di Liliana, ragazza sopravvissuta ad una strage avvenuta nel Reggiano. Pioggia nera è una canzone scritta vent’anni fa con gli amici della Casa del vento e anticipa la conclusiva Ovunque proteggi, un arrivederci dall’alcova musicale del cantautore con un’autentica gemma uscita dalla penna dell’amico Vinicio Capossela. 

“Canzoni dalla soffitta” è un disco necessario, che va a colmare i nostri bisogni dopo un lungo periodo di incertezza, di ansia e di precarietà. Necessario a riconciliarci con la vita, a ridarci speranza e gioia dopo due anni di pandemia, a rinnovare la nostra fiducia nei valori che sempre dovrebbero accompagnarci: la solidarietà, la memoria storica, l’attenzione per ciò che lasceremo in eredità a chi verrà dopo di noi. Con Cisco anche l’ascoltatore riporta tutto a casa – vicende del nostro passato più o meno recente, luoghi familiari o lontani, legami affettivi, figure che possano ispirarci - ed apre la porta della soffitta per proseguire il proprio cammino. Perché, come afferma lo stesso Bellotti, “la paura non dura per sempre, lascia il posto al coraggio”.

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In dettaglio

  • Anno: 2021
  • Etichetta: CiscoVox

Elenco delle tracce

Disco 1 – Canzoni dalla soffitta

01. Baci e abbracci

02. Andrà tutto bene

03. La finestra sul cortile

04. Vox Dei

05. Leonard Nimoy

06. Lucho

07. Riportando tutto a casa

08. Il mio posto

09. Cosa lasciamo

10. Per sempre giovani

11. Il fantasma di Tom Joad

12. Fiori morti

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Disco 2 - Live dalla soffitta

01. La grande famiglia

02. La legge giusta

03. Bianca

04. By this river

05. Diamanti carboni

06. La pianura dei sette fratelli

07. L’unica superstite

08. Aquile randagie

09. Pioggia nera

10. Manifesto

11. La strada

12. Ovunque proteggi

 

Brani migliori

  1. Riportando tutto a casa
  2. Baci e abbracci
  3. Lucho