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Vinicio Capossela: Ulisse fuori misura

L'Isola alla presentazione del nuovo "Marinai, Profeti e Balene"

Oggi Milano è tutta per Vinicio Capossela. Mentre una cinquantina di balonettere di stoffa e lana scorrazza serenamente per la città, gli altoparlanti dell’Acquario Civico diffondono a rotazione i diciannove brani dell’attesissimo e gargantuelico disco Marinai, Profeti e Balene.
Per il nuovo album, Capossela ha scelto di tuffarsi in un Oceano metaforico, sintesi degli immaginari di ogni tempo (la mente corre a Melville, Omero e alla Bibbia), simbolo di quella meravigliosa impresa che è l’esistenza umana. «È un disco antropologico, epico: i Marinai sono gli intraprendenti, l’uomo nel suo viaggio nella vita; il Profeta è l’enigma, delle cose da spiegare e da interpretare; la Balena è l’essere fuori misura, l’esempio della potenza della creazione. Anche il disco è fuori misura, è venuto fuori doppio: è più biblico, e musicalmente ci sono elementi che non ho mai esplorato, come l’inno, la ballata e il coro». Merito anche delle esperienze legate alla creazione di questo lavoro: «Ho lavorato con Stefano Nenni, è la prima volta che lavoro con un compositore: siamo partiti dal piano-voce, con un pianoforte speciale, dal suono legnoso che mi ricordava un’imbarcazione. Abbiamo poi registrato al Castello Aragonese di Ischia, un’esperienza emotivamente sentita: è stato un privilegio uscire dal meccanismo dello studio di registrazione, permettersi di registrare di notte o la mattina presto. Nanni ha collaborato a dare forma a questa materia, perché è tutto un po’ più liquido ed elastico rispetto alla forma canzone».
Nel disco, anche gli interventi di Marc Ribot e Greg Cohen, rispettivamente chitarra e contrabbasso per Tom Waits, ma il cantautore è stato folgorato da uno sconosciuto musicista cretese, Psarantonis: «La lira e la musica cretese sono musiche profondamente ancestrali, lui stesso vive a Nonia, dove la leggenda vuole che sia stato allevato Zeus: quando Niki canta non si balla, bisogna solo ascoltare. È stata una collaborazione difficile da realizzare, rispetto alle altre che si basano su rapporti già consolidati».
Il viaggio di Marinai, Profeti e Balene lo porterà a un mini-tour che avrà inizio immediatamente, il 27 aprile al Teatro Carlo Felice di Genova («Sarà un accompagnamento, con il solo repertorio del disco e cose intimamente connesse; è uno spettacolo ridotto all’osso, dentro a costole di balena, con una ciurma di sette musicisti e tre elementi di coro»), ma Capossela già azzarda qualche previsione sul prossimo album: «Non sono come l’Ulisse di Dante o gli alpinisti, io sono legato al senso del Ritorno, alla musica di porto. Vorrei fare qualcosa che abbia a che fare con la mia “Itaca”, il piccolo paese a cui sono molto legato e di cui ho sempre custodito l’immaginario come una grande ricchezza».
Stasera, dopo la presentazione alla Feltrinelli Express in Stazione Centrale, una processione capitanata dal musicista muoverà verso la galleria Viafarini, dove Claudia Losi, artista responsabile delle suddette balenotte di pezza, presenterà il suo cortometraggio Il funerale della Balena, dove fa una comparsata lo stesso Capossela. Intanto, qualcuno metterà sul piatto del lettore il primo disco di Marinai, Profeti e Balene e schiaccerà play


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